Tra le vittime dell’attentato ci sono anche due ministri. Il gruppo estremista al-Shabab ha rivendicato l’attacco
Due attacchi kamikaze compiuti da combattenti estremisti jihadisti nella regione di Hiran, in Somalia, hanno provocato la morte di almeno 12 persone. Il bilancio è confermato dall’Associated Press, che ha specificato che tra le vittime ci sarebbero anche il comandante delle forze dervisce dell'Hirshabelle, Ahmed Darar, e il vice governatore di Hiran, che è anche responsabile delle finanze.
L’attacco ha preso di mira il quartier generale del governo locale nella città di Belet Uen, capitale della regione di Hiran, centro di una recente mobilitazione contro i ribelli. Il governatore di Hiran, Ali Jayte Osman, è sopravvissuto all’attacco.
La rivendicazione
L’attacco è stato rivendicato dal gruppo estremista somalo al-Shabab. Belet Uen si trova a circa 300 chilometri a nord di Mogadiscio, capitale della Somalia.
«La prima esplosione è avvenuta al cancello d'ingresso e dopo pochi minuti un grosso camion si è precipitato verso l’edificio del quartier generale ed è esploso, uccidendo molti civili venuti in ufficio per ricevere servizi», ha detto il governatore Osman. «Questo attacco è stato compiuto da codardi, ma i loro atti brutali non distrarranno mai dalla rivolta pubblica contro di loro», ha aggiunto.
Tra i feriti, secondo quanto riportato dal commissario della polizia di Belet Uen, Bishar Hussein Jimale, ci sarebbero civili, membri del personale governativo e di quello della sicurezza.
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