Luis Medina e Alberto Luceño sono accusati di frode ai danni del Comune di Madrid, riciclaggio e falso, per aver ottenuto milioni di dollari in commissioni per la vendita di materiale sanitario, nelle prime settimane di pandemia
Il tribunale di Madrid ha aperto un’indagine a carico di due imprenditori, Luis Medina e Alberto Luceño, che avrebbero incassato oltre 6 milioni di euro in commissioni per la vendita di materiale sanitario durante la pandemia da Covid-19, quando le istituzioni cercavano sul mercato internazionale dispositivi di protezione introvabili. Il caso è stato segnalato dall’Anticorruzione, che ha iniziato a indagare su Medina e Luceño dopo un’inchiesta del quotidiano spagnolo elDiario.
I due imprenditori, nelle prime settimane dell’epidemia, hanno contattato il comune di Madrid per offrire forniture di dispositivi sanitari provenienti dalla Cina, approfittando del contatto che uno dei due aveva con il cugino del sindaco della città, José Luis Martínez-Almeida.
Medina e Luceño avrebbero concluso contratti con il comune per un valore di 11 milioni di dollari – per la vendita di mascherine, test e guanti – di cui 6 milioni in commissioni destinate agli imprenditori. Secondo la procura si configurerebbero i reati di frode, riciclaggio e di falso. I due avrebbero infatti ingannato l’istituzione pubblica, cercato di nascondere il denaro ottenuto e falsificato documenti per giustificare alla banca i soldi incassati.
Il procedimento
La magistratura interrogherà i testimoni e ha comunicato al Comune di Madrid la possibilità di costituirsi parte civile. Gli imprenditori sono già stati sentiti e, davanti agli inquirenti, ha testimoniato anche l’alto funzionario municipale che ha gestito la compravendita.
La procura ha iniziato a indagare sui presunti reati già alla fine del 2020 e accusa i due di aver riciclato il denaro una volta ricevuto sui conti correnti. Hanno infatti speso più di quattro milioni di dollari in beni di lusso, come macchine, orologi, una casa e uno yacht.
I reati
La procura ha ricostruito il sistema messo in campo dai due. Luceño ha ottenuto circa 5,1 milioni di dollari in commissioni: 3 ricavati da un contratto di vendita di mascherine di tipo ffp2 e 2,1 dalla fornitura di test antigenici. Medina invece, dalla fornitura di mascherine, si è procurato un milione di dollari. El Diario stima quindi che tra il 60 e l’80 per cento del denaro pagato dai cittadini di Madrid alle pompe funebri municipali è finito nelle tasche dei due imprenditori.
L’istituzione pubblica ha poi rischiato di pagare 2,5 milioni di euro per una fornitura di guanti importati dalla Cina attraverso un’azienda della Malesia. Il comune ha però chiesto la restituzione del pagamento perché i guanti in nitrile non corrispondevano a quelli richiesti dal comune.
Secondo la procura, Luceño e Medina, dopo aver incassato le commissioni, hanno sperperato milioni di dollari per acquistare beni di lusso. Medina avrebbe speso 325.515 euro per comprare uno yacht di oltre 13 metri, registrato a nome di una compagnia di Gibilterra. Gli inquirenti sospettano quindi che l’acquisto sia stato fatto per riciclare il denaro ottenuto dalle casse pubbliche. Un’altra operazione sospetta di Medina sarebbe l’acquisto di due obbligazioni di 200mila euro ciascuna.
Alberto Luceño, ex direttore della European school of management and business di Madrid, ha ottenuto più denaro e, secondo l’Anticorruzione, avrebbe nascosto una parte del bottino anche per il socio. Gli acquisti fatti da Luceño sarebbero infatti più ingenti: cinque notti in un albergo di Mabella, costate 60mila euro, tre orologi Rolex, del valore totale di 42.450, una dozzina di auto, tra cui Ferrari, Mercedes, Aston Martin, Range Rover Sport, Bmw, Porsche, Lamborghini. Infine, il bottino è servito anche per l’acquisto di una casa da 1.107.400 euro.
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