- Uno dei paesi dell’Unione europea più infiltrati dalle attività di spionaggio è la Germania, lo dimostrano le inchieste pubblicate sui giornali tedeschi e il consueto documento annuale il “Report on the protection of the Constitution” pubblicato dal ministero dell’Interno.
- Su base quasi quotidiana uomini politici e membri delle istituzioni vengono sospesi dalle loro funzioni e finiscono sotto inchiesta per i loro legami con i servizi segreti di sicurezza russi. L’ultimo caso in ordine cronologico è quello che riguarda Arne Schönbohm.
- Da quando è iniziata la guerra lo scorso 24 febbraio, oltre 40 cittadini russi sono stati espulsi dal paese per sospette attività di spionaggio.
Se in Ucraina i russi combattono una guerra sotto gli occhi di tutti, in Europa, invece, si infiltrano nel tessuto economico, sociale e scientifico attraverso centinaia di spie che trasmettono al Cremlino informazioni sensibili in campo energetico, spaziale, finanziario e militare. Uno dei paesi dell’Unione europea più infiltrati dalle attività di spionaggio è la Germania, lo dimostrano le inchieste pubblicate sui giornali tedeschi e il consueto documento annuale il “Report on the protection of the Constitution” pubblicato dal ministero dell’Interno.
Su base quasi quotidiana uomini politici e membri delle istituzioni vengono sospesi dalle loro funzioni e finiscono sotto inchiesta per i loro legami con i servizi segreti russi. L’ultimo caso in ordine cronologico è quello che riguarda Arne Schönbohm, il capo dell’agenzia federale responsabile della sicurezza informatica che ha perso la fiducia della ministra dell’Interno Nancy Faeser, per via di alcuni suoi contatti con agenti dei servizi di sicurezza russi. Secondo quanto raccontano i giornali tedeschi, Schönbohm è anche membro del Consiglio tedesco per la sicurezza cibernetica, un’associazione da lui fondata accusata di avere legami filorussi e che annovera tra i suoi membri una società tedesca filiale di un’azienda russa di un ex membro del Kgb.
Il cyberspionaggio
Il settore della cybersicurezza è quello tra i più vulnerabili e non soltanto in Germania, ma anche in altri paesi europei come dimostrano i recenti attacchi a siti governativi e alle aziende attive soprattutto in campo sanitario ed energetico. In Italia l’attacco hacker al Gestore dei servizi energetici (Gse) avrebbe sottratto circa 700 giga di dati, dati sensibili se si considera che da qualche mese l’ente gestisce l’acquisto delle compagnie italiane del metano per riempire gli stoccaggi in vista dell’inverno.
A confermare l’interesse di Mosca per il cyber spionaggio è anche il ministero dell’Interno tedesco, secondo cui non soltanto i servizi segreti russi sono tra i più attivi nel paese, ma «fanno largo uso di attacchi informatici» con il duplice obiettivo di acquisire informazioni e portare a termine azioni di sabotaggio per «alimentare tensioni politiche o sociali» e «minare la fiducia nelle autorità pubbliche».
Secondo quanto riporta il Der Spiegel, soltanto in Germania si stima ci siano circa 150 spie russe entrate grazie a un accredito diplomatico regolare. Si muovono per ottenere informazioni chiave, in diversi settori strategici, anche in quello spaziale. Nell’autunno del 2019 i servizi segreti di Mosca hanno avvicinato Ilnur N. uno scienziato che lavorava in un’università della Baviera. Secondo i procuratori avrebbe «trasmesso informazioni su progetti di ricerca nel campo della tecnologia aerospaziale, in particolare sulle varie fasi di sviluppo del lanciatore europeo Ariane», il programma dell’Agenzia spaziale europea al quale lavorano diversi stati membri consiste in una serie di razzi da trasporto progettati per trasportare nello spazio carichi pesanti.
L’impatto della guerra
La guerra in Ucraina e le sanzioni imposte dall’Unione europea hanno aumentato le attività di spionaggio. In Germania «i servizi segreti russi sono particolarmente interessati ad acquisire informazioni sui processi di discussione a livello europeo e sulle posizioni potenzialmente divergenti tra i paesi europei», scrive il ministero dell’Interno tedesco. Da quando è iniziata la guerra lo scorso 24 febbraio, oltre 40 cittadini russi sono stati espulsi dal paese per sospette attività di spionaggio.
Ad agosto l’agenzia di intelligence tedesca ha iniziato le indagini contro due alti funzionari del ministero dell’Economia accusati di aver spiato per conto della Russia. Secondo il Die Zeit, i due funzionari erano strettamente coinvolti in questioni di approvvigionamento energetico e occupavano posizioni chiave all’interno del dicastero, dal quale si sono limitati a dichiarare di essere in continuo dialogo con l’intelligence e che attualmente il ministero è attenzionato per il suo lavoro di contrasto alla crisi energetica alimentata dalla guerra in Ucraina.
Sempre lo scorso agosto è iniziato il processo nei confronti di un ufficiale di riserva delle Forze armate tedesche per aver passato informazioni sensibili agli 007 russi tra il 2014 e il 2020. Secondo l’accusa, le informazioni riguardano il funzionamento interno del sistema di riserve dell’esercito tedesco, la cooperazione civile-militare in situazioni di crisi e gli effetti delle sanzioni imposte a Mosca a partire dal 2014 dopo l’annessione della Crimea.
La strategia
La tattica utilizzata dai servizi di sicurezza russi varia in base al funzionario “talpa” scelto. I più facili da attirare e convincere nel passare informazioni sono i simpatizzanti filorussi, non difficili da trovare in Germania soprattutto nell’area dell’ex Repubblica democratica tedesca, al resto ci pensano le valigette di denaro. Per cercare di limitare i danni, l’intelligence tedesca sta incrementando le verifiche sui funzionari statali che hanno accesso a dati classificati e sensibili.
Ma non sempre basta, nonostante le sue segnalazioni lo scorso luglio il governo tedesco ha rilasciato “accidentalmente” un visto d’ingresso a quella che è stata poi identificata come l’ennesima spia russa in Germania.
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