Il giorno del Ringraziamento, ricorrenza dedicata alla festa celebrata dai Padri pellegrini nella colonia di Plymouth nel 1621 per rendere grazie a Dio dell’abbondante raccolto estivo, a è per gli americani l’occasione per riunirsi con la famiglia. Più prosaicamente, un adeguato festeggiamento si traduce anche in spese extra per il cibo, come il tacchino, i contorni di verdura e una serie di dolci spesso a tema autunnale preparati con zucca e altri frutti di stagione.

Si mette però mano al portafoglio anche per fare il pieno di benzina alla propria auto per raggiungere il luogo d’origine o per prenotare un viaggio in aereo, qualora la distanza sia davvero troppa. Insomma, fra festeggiamenti, regali e acquisti del Black Friday, il fine settimana del Ringraziamento è una finestra sull’andamento dell’economia americana.

Inflazione

Quest’anno il tema di conversazione di fronte alla tavola imbandita è stato spesso proprio il prezzo dei beni di consumo. I dati macroeconomici non sono male, a dire il vero, e la Casa Bianca ha pubblicato sulle sue pagine social una sorta di lista della spesa dove si elencano i prezzi in calo rispetto allo scorso anno, secondo i dati raccolti dall’Ufficio Federale del Lavoro. Come a voler sollecitare nell’elettorato un senso di gratitudine che però tarda ad arrivare.

A poco vale la constatazione fatta da Karin Jean Pierre, portavoce del presidente Joe Biden, che ha affermato che questo è il quarto Ringraziamento meno costoso di sempre, affermando però, nel contempo, che se i prezzi sono ancora troppo alti,la colpa è dei cascami della pandemia da Covid-19 che hanno provocato delle carenze di materie prime e anche della guerra in Ucraina, omettendo che parte della colpa è da ascrivere anche all’Inflation Reduction Act approvato lo scorso anno che paradossalmente ha avuto un effetto opposto, dato che ha iniettato nell’economia un miliardo e novecento milioni di dollari di nuova spesa pubblica.

A poco vale dunque ricordare che il prezzo delle uova con cui si preparano le torte casalinghe è calato del 22 per caso e che il risparmio sui biglietti aerei è del 13 per cento. I beni di consumo sono più cari di qualche anno fa, sensibilmente.

Un editoriale del Wall Street Journal attacca proprio la narrazione promossa dai democratici e dalla Casa Bianca. I dati che vengono analizzati dall’autorevole quotidiano economico d’orientamento conservatore leggono i rialzi in ottica triennale.

E non c’è scampo per l’amministrazione Biden, a cominciare dal tacchino stesso, che è costato oltre il 30 per cento per cento in più rispetto al 2020, per non parlare del carburante, che è aumentato del 70 per cento. La chiosa del pezzo è spietata: «Lo scarso consenso di Biden sull’economia è l’evento meno misterioso degli ultimi anni».

E in effetti i numeri sono assai modesti: soltanto il 19 per cento di chi pensa in primis alla situazione economica crede che il presidente stia facendo un buon lavoro, contrapposto a un 65 per cento che invece ha una cattiva opinione dell’operato dei dem. Insomma, nonostante il buon risultato dei dem in alcune elezioni locali in Kentucky, Virginia e Ohio, le conversazioni di questi giorni festivi non sono state tenere nei confronti del presidente.

«Non ringiovanirà»

Per non parlare della scarsa fortuna di un neologismo, Bidenomics, che nelle intenzioni di chi lo aveva coniato doveva echeggiare l’ottimismo della Reaganomics e quindi risuonare favorevolmente alle orecchie di quel ceto moderato che aveva preferito Biden a Trump nel 2020, e che invece è diventato uno sfottò usato dai repubblicani che lo brandiscono come un ascia per citare i dati negativi chiosando “la Bidenomics al lavoro”.

A più di un anno di distanza ci potrebbe essere ancora margine di recupero per Biden, qualora il calo dei prezzi arrivasse al livello dell’epoca Trump, furbescamente evocata dall’opposizione come una sorta di età dell’oro, ma c’è il serio rischio che non ci si riesca per tempo. E per un presidente già in crisi nera di popolarità non è affatto una buona notizia.

Anzi, si stanno esaurendo le possibilità di recupero di popolarità, dato che l’età del presidente ha raggiunto ormai quota ottantun’anni e come chiosato anche dallo stratega democratico dell’epoca obamiana David Axelrod «non ringiovanirà nel giro di un anno». Presto gli americani, dunque, potrebbero provare nuovamente un nuovo Ringraziamento nell’epoca di Donald Trump, stavolta però nel suo secondo mandato.

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