La strage fa precipitare la situazione alla vigilia della visita di Joe Biden in Israele per cercare una soluzione alla crisi. Gli israeliani si discolpano: la struttura è stata colpita dal lancio fallito di un razzo della Jihad islamica. Presentate le prove dell’esercito israeliano in mattinata
Centinaia di morti nella distruzione dell’ospedale al-Ahli a Gaza City. Le vittime sono almeno 200, ma si parla di 500 vittime potenziali. Ed è scambio di accuse: Hamas denuncia il bombardamento da parte di Israele. L’esercito israeliano sostiene che a colpire la struttura sia stato un lancio fallito di un razzo della Jihad islamica. Ma cosa è successo esattamente? Ricostruire l’accaduto non è semplice
La versione di Israele
L’esercito israeliano si discolpa: «Da un'analisi dei sistemi operativi delle forze di difesa israeliane è emerso che è stato effettuato un lancio di razzi nemici verso Israele, che passavano nelle vicinanze dell'ospedale, quando è stato colpito». Interviene anche il premier Netanyahu: «Coloro che hanno brutalmente ucciso i nostri figli, uccidono anche i loro figli».
«Gli Stati Uniti hanno la responsabilità dell'attacco all'ospedale al-Ahly a Gaza a causa della copertura che danno all'aggressione israeliana», replica il leader di Hamas, Ismail Haniyeh ad Al Jazeera; il massacro conferma la «brutalità di Israele».
«Non ci sono stati razzi israeliani che hanno colpito l'ospedale: la traiettoria del razzo conferma che è stato sparato da un luogo vicino all'ospedale da parte del gruppo della Jihad islamica», ha detto stamattina il portavoce delle forze di difesa israeliane in conferenza stampa. Poco dopo, l’esercito ha pubblicato un’intercettazione audio tra due uomini di Hamas che avvalorerebbe la tesi del lancio sbagliato compiuto dalla Jihad: «È nostro? Sembra di sì». Il missile sarebbe partito da un cimitero nelle vicinanze dell’ospedale.
Sul caso si è espresso anche il presidente statunitense, Joe Biden: «Sulla base di quello che ho potuto vedere, credo che i responsabili siano stati altri, non voi, ma c’è molta gente che non ne è convinta e quindi abbiamo molto lavoro da fare», ha detto. Le dichiarazioni di Biden si basano su prove riportate dal Pentagono e non dall’esercito israeliano.
Qui il testo integrale dell’intercettazione tra i due uomini di Hamas:
- Ti dico che è la prima volta che vediamo un missile come questo cadere, ed ecco perché stiamo dicendo che appartiene alla Jihad islamica.
- Cosa?
- Stanno dicendo che appartiene alla Jihad islamica.
- Viene da noi?
- Così sembra
- Chi lo dice?
- Stanno dicendo che il proiettile del missile è un proiettile locale e non come un proiettile israeliano
- Cosa stai dicendo?
- Ma Santo Dio, non poteva trovare un altro posto per esplodere?
- Non importa, sì, lo hanno lanciato dal cimitero dietro all'ospedale
- Cosa??
- Lo hanno sparato dal cimitero dietro all'ospedale Al-Ma’amadani, e ha fatto cilecca ed è caduto su di loro
- C'è un cimitero dietro (l'ospedale)?
- Sì, Al-Ma’amadani si trova esattamente nel compound
- Dove si trova quando entri nel compound?
- Prima entri nel compound e vai verso la città, e si trova sul lato dell'ospedale Al-Ma'amadani
- Sì, lo conosco
Ripercussioni internazionali
Subito la strage fa precipitare la situazione alla vigilia della visita di Joe Biden in Israele. Il leader dell’Anp Abu Mazen cancella l’incontro previsto con il presidente Usa. Dal mondo arabo si leva la condanna indignata a Israele ed esplodono i disordini. L'Egitto condanna «con la massima fermezza il bombardamento israeliano», l'Iran parla di «brutale crimine di guerra e genocidio», la Giordania considera lo Stato ebraico «responsabile per questi pericolosi sviluppi».
C’è stato un tentato assalto all'ambasciata israeliana ad Amman, in Giordania. In Cisgiordania si registrano scontri tra manifestanti e polizia palestinese.
Intanto Mosca chiede prove a Israele e l’Iran accusa Tel Aviv. La portavoce del ministero russo degli Esteri, Maria Zakharova chiede immagini satellitari: «Ovviamente – si legge su Ria Novosti - ora vediamo il desiderio di scaricare le responsabilità. Se dietro questo tentativo ci sono intenzioni serie, non solo parole, ma intenzioni serie per dimostrare la propria estraneità, la propria innocenza, allora non bisogna fare solo commenti sui media e sui social newtork, ma bisogna fornire le prove».
Il ministro degli Esteri dell'Iran, Hossein Amir-Abdollahian, su X (ex Twitter), accusa: «Terribile crimine del regime sionista» e «è giunto il momento dell'unità globale dell'umanità contro questo falso regime più odiato dello Stato islamico e della sua macchina di morte», concludendo in inglese: «Il tempo è finito».
La strage rende difficilissima la missione del presidente Usa, atteso nelle prossime ore a Tel Aviv. La Casa Bianca ha tentato di mitigare la reazione di Israele dopo gli attacchi del 7 ottobre. In giornata il portavoce dell’esercito israeliano ha confermato che l'attesa invasione di Gaza da parte di Israele non è più «l'unica opzione» nella guerra contro Hamas. Il leader americano ha di fronte la catastrofe umanitaria di Gaza, la chiusura del valico di Rafah con l’Egitto, il dramma degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. E la possibilità di una regionalizzazione del conflitto. Un groviglio che adesso la strage dell’ospedale rende ancora più inestricabile.
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