I rapporti tra Cina e India sono spesso tesi. Uno degli ostacoli principali alla linea di cooperazione è che il confine sino-indiano non è mai stato demarcato chiaramente.

La Cina e l’India hanno reclamato contemporaneamente la sovranità di certe regioni, come il Demchock e Chumar, e hanno anche stanziato delle truppe in quelle zone.

I due governi si sono incontrati diverse volte per trovare una soluzione alla controversia, ma negli ultimi sessant’anni non sono mai riusciti a risolvere il problema.

Dal 2020 Cina e India sono impegnate sul confine in una serie di contese e piccoli combattimenti, che occasionalmente causano morti e feriti tra i soldati.

Sebbene la risoluzione delle controversie sul confine potrebbe aiutare la Cina a ottenere maggiore sostegno nella contesa sull’influenza nella regione dell’indo-pacifico, è probabile che l’ostilità rimanga, perché le due potenze stanno diventando sempre più assertive e questo potrebbe impedire di trovare un terreno comune nelle dispute di confine.

Si sta riducendo lo spazio per le trattative, ed entrambi i paesi vedono l’altro come una minaccia geopolitica.

Data la crescente influenza e la vicinanza geografica alla Cina, l’India ha un ruolo sempre più importante nel quadro strategico cinese, che mira a migliorare i suoi legami con i paesi in via di sviluppo e con i suoi vicini per ottenere una maggiore influenza internazionale.

Questo è importante soprattutto da quando gli Stati Uniti hanno varato una strategia indo-pacifica di collaborazione con gli alleati dell’area per contenere l’espansione cinese.

La Cina ha bisogno di coinvolgere i vicini e creare nuove alleanze per difendersi dalla pressione americana.

Alleanza indo-americana

L’India ha stretto una «partnership strategica» con gli Stati Uniti per «promuovere la stabilità» nell’Asia meridionale e nell’Oceano Indiano nell’ambito della strategia indo-pacifica, ma secondo alcuni esperti cinesi questo legame non corrisponde a una stretta alleanza.

L’India oggi ha le caratteristiche per essere una superpotenza emergente: ha una grande popolazione, contribuisce in modo importante al Pil globale e ha le armi nucleari, dunque potrebbe diventare un’altra potenza leader nella scena internazionale.

Oltre all’aumento della propria importanza nell’arena geopolitica indo-pacifica, la crescente forza nazionale ha dato origine a un “complesso da superpotenza” che fa sì che l’India non voglia essere subordinata agli Stati Uniti, né rimanere una semplice potenza regionale.

Aspirando a diventare una grande potenza, l’India potrebbe non seguire lealmente le indicazioni degli Stati Uniti per contenere la Cina, come farebbe se invece restasse una potenza secondaria. 

La stabilità delle relazioni amichevoli tra Stati Uniti e India è ulteriormente ostacolata dalla storia complicata che accomuna i due paesi.

A lungo il rapporto è stato complicato dall’insoddisfazione di New Delhi su come Washington ha gestito i rapporti con Cina, Russia e Pakistan. Anche se i rapporti si sono intiepiditi nell’ultimo ventennio, rimane comunque una profonda sfiducia strutturale, che potrebbe far vacillare l’alleanza Stati Uniti-India.

La Cina potrebbe allora sfruttare questa relativa debolezza d’intesa per avvicinare l’India. Poiché il ruolo dell’India nella regione è fondamentale, questa mossa potrebbe spezzare la strategia indo-pacifica di Washington e così la Cina sarebbe incentivata a migliorare i rapporti con Nuova Delhi, una potenziale alleata in questa competizione geopolitica.

Per questo la Cina ha fatto uno sforzo per alleviare le tensioni con New Delhi anche sulle questioni di confine. Ci sono stati diversi tavoli di trattative per raggiungere un accordo ed evitare lo scoppio di una guerra.

Ad esempio, dallo scontro del 2020 nella valle del fiume Galway, tra i due paesi si sono svolti 14 colloqui militari e diplomatici. A partire dal 9 settembre 2022 le truppe di entrambe le parti hanno incominciato a lasciare la frontiera dell’Himalaya occidentale per mantenere «pace e tranquillità nelle aree di confine».

Questo alleviarsi delle tensioni potrebbe essere, nel migliore dei casi, soltanto un sollievo temporaneo; nel peggiore, darà la temporanea illusione di un successo.

Grazie a un aumento della forza nazionale e un crescente desiderio di ottenere il dominio in Asia, i due paesi stanno diventando sempre più aggressivi e assertivi a livello internazionale.

La Cina vuole proiettarsi come superpotenza e per non mostrare segni di debolezza evita di tirarsi indietro nella disputa sul confine per non mostrare segni di debolezza.

In particolar modo, dal momento che l’India sta emergendo come una potenza importante in Asia, la Cina è determinata ad affermare la propria forza per configurarsi come la più grande potenza nella regione e controllare New Delhi.

Allo stesso tempo, per via del complesso della superpotenza, l’India non vuole apparire debole, in particolar modo nella competizione con la Cina, quindi ha pochi incentivi al compromesso.

I governi e i media cinesi hanno rilasciato dichiarazioni audaci per sostenere la sovranità sui territori contesi. Ad esempio, il portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, ha sottolineato ancora una volta che la Cina ha rifiutato di accettare lo status quo sul confine sino-indiano, cosa che non lascia spazio a negoziati.

Senso di accerchiamento

L’indisponibilità alla cooperazione è ulteriormente rafforzata dal senso di accerchiamento che l’India vive. Il Tibet, che è una regione tra India e Cina, potrebbe verosimilmente fungere da cuscinetto tra i due paesi nel caso dello scoppio di un conflitto.

Tuttavia nel 1950 la Repubblica popolare cinese di recente costituzione invase il Tibet, ponendo fine alla sua indipendenza, nonché all’era in cui la Cina non aveva contatti di confine con l’India.

Il contatto di frontiera rappresenta un vantaggio strategico per la Cina, poiché facilita l’incursione cinese in India. Con la perdita dell’indipendenza del Tibet, le preoccupazioni di New Delhi in merito alla sicurezza sono rinate.

Nel frattempo la Cina, dopo lo scoppio della guerra sino-indiana del 1962, ha stretto rapporti con il Pakistan, un vicino dell’India. Entrambi i paesi considerano l’India un avversario nella regione, quindi hanno interesse a cooperare per controbilanciare la crescente forza indiana.

Questa partnership si è anche rafforzata con la recente cooperazione economica e culturale tra i due paesi – gli aiuti per le inondazioni, la cooperazione durante la pandemia –  che ha reso il Pakistan uno degli amici più vicini alla Cina.

L’India, che vede intensificarsi le connessioni tra Cina e Pakistan, si sente sempre più accerchiata dai due paesi e, se la tensione con la Cina dovesse aumentare, rischierebbe una guerra su due fronti.

Una guerra su tre o più fronti è realmente possibile, dati gli investimenti navali attivi della Cina. Nell’ipotesi geopolitica del cosiddetto “filo di perle”, la Cina espande la rete di basi navali e di supporto logistico lungo le linee di comunicazione marittime per sostenere il dispiegamento navale.

Attualmente sta investendo nelle isole Hainan nel Mar Cinese Meridionale, nei porti di Chittagong in Bangladesh, nelle isole del Mar Arabico, nel Golfo Persico e in altre regioni che potrebbero costituire un cordone intorno all’India.

Insieme ai crescenti legami della Cina con paesi vicini come Myanmar e Sri Lanka, la Cina potrebbe aprire più fronti con i suoi potenziali alleati per circondare l’India nel caso di scoppio di una guerra.

Tale rischio geopolitico aggraverebbe la sfiducia strategica dell’India nei confronti della Cina.

Di conseguenza, l’India sarà poco incline a fare ulteriori concessioni sulla contesa di confine per ridurre al minimo il rischio di accerchiamento. La paura di essere accerchiata poi potrebbe spingere l’India a continuare a sostenere i movimenti nazionalisti e per l’indipendenza del Tibet, come ha fatto almeno dalla rivolta tibetana del 1959, per creare instabilità nella regione e riconfigurare le dinamiche regionali tibetane.

Questo però potrebbe innescare il malcontento della Cina e ridurre ulteriormente lo spazio per la cooperazione.

Dal momento che Pechino e New Delhi sono sempre più riluttanti al compromesso, difficilmente i colloqui potranno aiutare i due paesi a raggiungere un accordo sulle questioni di confine se entrambi i paesi continuano a rivendicare la sovranità della stessa regione contemporaneamente.

È probabile che entrambi i paesi continuino a costruire infrastrutture militari lungo il confine senza il reciproco consenso e a rivendicare il controllo del territorio, anche se ciò potrebbe esacerbare le relazioni già traballanti e innescare tensioni con incursioni aeree violente o dispiegamenti militari. 

È dunque sempre più difficile per la Cina risolvere le controversie di frontiera, per non parlare di migliorare le sue relazioni per offrire una circostanza favorevole di impegno con l’India e attrarre New Dehli a schierarsi con Pechino.

In conclusione, la strada è ancora lunga perché Cina e India risolvano completamente le controversie profondamente radicate.

Entrambi i paesi hanno assunto una posizione dura sulle questioni di confine a costo di danneggiare le relazioni reciproche e anche se la risoluzione delle controversie di confine potrebbe migliorare i loro rapporti e il sostegno dell’India è fondamentale per l’espansione della Cina nell’indo-pacifico, la Cina potrebbe non essere disposta a tendere un ramoscello d’ulivo a New Delhi.

Se entrambe le parti continueranno ad ambire al controllo dell’area, i soldati lungo il confine continueranno a scontrarsi e il rischio di provocazioni e incidenti militari aumenterà.


Ho Ting (Bosco) Hung è un analista dello Spykman Center, una scuola permanente dedicata alla formazione di analisti geopolitici. Dal 19 al 25 giugno 2023 il centro organizza la Summer School dal titolo: “How to Build a Geopolitical Analysis in Times of International Upheaval”. Scenari è media partner dell’evento.

La summer school offre a studenti, neolaureati e giovani professionisti l’opportunità di imparare a costruire solide analisi geopolitiche.

La scuola si svolgerà a Catabbiaccio (Grosseto), e sarà intervallata da un’escursione in alcuni dei centri più suggestivi della regione, tra cui Pitigliano, Sovana e Sorano. Sarà anche possibile seguire il corso online.

Programma

Prima sezione: sei lezioni sull’approccio metodologico, sulla costruzione stilistica di un articolo rivolto al grande pubblico, e sulle possibili destinazioni dell’articolo o del saggio a un mercato sempre più bisognoso di analisi serie, accurate e comprensibili.

Seconda sezione: Workshop interattivi tra studenti e giovani analisti dello Spykman Center che hanno già pubblicato alcuni dei loro lavori. Sarà un modo per passare dalla teoria alla pratica, in uno scambio orizzontale tra studenti.

Valutazione: Gli studenti partecipanti saranno invitati a redigere una breve analisi geopolitica su un argomento a loro scelta.

La scadenza per iscriversi è il 15 aprile 2023. I posti disponibili sono limitati.

Per dettagli e iscrizioni scrivere all’indirizzo admin@spykmancenter.org

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