Nel processo alla fondatrice della startup californiana che prometteva di rivoluzionare la medicina emerge l’accusa ai modelli di business più spregiudicati praticati dai giovani miliardari della Silicon Valley
La fondatrice della startup medica Theranos Elizabeth Holmes è stata condannata per frode agli investitori in uno dei processi più importanti nella storia recente della Silicon Valey. È stata invece assolta per i capi di imputazione che riguardavano la frode dei pazienti. Holmes ora rischia decenni di carcere e la sentenza definitiva dovrebbe arrivare nei prossimi sei mesi.
Holmes ha sostenuto per anni di aver inventato un rivoluzionario metodo per ottenere informazioni sulla stato di salute dei pazienti grazie ad analisi di microscopiche quantità di sangue. La sua società ha raccolto miliardi di dollari e lei stessa è divenuta una celebrità.
Ma nel 2015, un’inchiesta del Wall Street Journal ha rivelato che il modello di business di Theranos era una truffa. I macchinari fantascientifici promessi da Holmes non funzionavano e per anni a investitori e partner commerciali erano state raccontate menzogne.
In pochi anni, gli investitori sono fuggiti ed Holmes è finita in rovina e sotto processo, insieme al suo socio ed ex compagno.
Chi è Elizabeth Holmes?
Elizabeth Holmes è nata nel 1984 in una ricca famiglia con molte connessioni nel mondo dell’industria e della politica. Il padre era stato vicepresidente di Enron, la compagnia energetica responsabile di una delle più grandi truffe nella storia degli Stati Uniti, e ha avuto una serie di prestigiosi incarichi nelle agenzie del governo federale.
Holmes inizia a studiare nella prestigiosa università di Stanford, dove per la prima volta le viene l’idea di creare una specie di "cerotto” ad alta tecnologia, che una volta applicato possa fare analisi del sangue e somministrare farmaci, rivoluzionando in un colpo solo il processo di diagnosi e quello di cura. L’idea, ha raccontato in seguito, le era venuta per via della sua «profonda paura per gli aghi».
All’inizio, i professori di medicina con cui Holmes parla dell’idea le dicono che non è realizzabile. Holmes però riesce a convincere il capo della scuola di ingegneria di Stanford, Channing Robertson.
Quando nel 2003, Holmes lascia l’università per fondare quella che in poco tempo sarà ribattezzata Theranos, Robertson entrerà nel consiglio di amministrazione e la introdurrà nel mondo del venture capital.
Il successo di Theranos
Per circa dieci anni, Theranos ha operato come “stealth company”, cioè senza un sito web e senza comunicazioni alla stampa. Mentre nella sede di Palo Alto, nel cuore della Silicon Valley californiana, gli scienziati lavoravano senza successo al “miracoloso” cerotto, Holmes girava per gli Stati Uniti, raccogliendo fondi, incontrando investitori e altre personalità.
Holmes non si rivolge alle società che solitamente investono nel settore della salute, che facilmente avrebbero potuto accorgersi dell’inconsistenza della sua idea. Sceglie invece personaggi pubblici e famosi, spesso legati alla politica, che possono dare credibilità al suo progetto. È aiutata dalle conoscenze della sua famiglia, che per decenni ha frequentato la politica di alto livello.
Holmes riesce a coinvolgere nella società personaggi come Henry Kissinger e George Schultz, due ex segretari di stato, oltrea a un lungo elenco di altre figure che avevano lavorato con presidenti degli Stati Uniti. I nomi sono così altisonanti che il consiglio di amministrazione di Theranos viene definito «il più illustre» nella storia del paese.
Nel 2013, Theranos annuncia al pubblico il suo primo accordo commerciale: un progetto per installare i suoi macchinari per la diagnosi in quaranta farmacie della catena Walgreens, la più importante degli Stati Uniti.
La società raggiunge il picco del suo successo e viene valutata 10 miliardi di dollari. Holmes finisce sulla copertina di Fortune, Forbes e altre riviste. La sua scoperta viene definita rivoluzionaria, Theranos ottiene premi e riconoscimenti. Nel 2014, la fortuna personale di Holmes viene stimata in 4,5 miliardi di dollari.
La caduta
L’arrivo di Theranos sulla scena pubblica segna l’inizio della fine per Holmes e la sua società. L’accordo con Walgreens fallisce nel 2015 dopo una serie di ritardi e mancate consegne. Per le stesse ragioni, fallisce anche un altro progetto con un’importante catena di cliniche private.
Nello stesso anno, i primi scienziati iniziano a mettere in dubbio le basi scientifiche della scoperta di Theranos. In due articoli pubblicati su riviste accademiche nei primi mesi del 2015 viene ricordato che non esistono studi scientifici che confermino i risultati promessi, che in ogni caso vengono definiti «ampiamente esagerati».
Per far fronte alle critiche, Holmes invita l'allora vicepresidente Joe Biden a fare un tour dei laboratori della società. Più tardi salterà fuori che per convincere Biden era stato costruito appositamente un nuovo laboratorio.
A ottobre, il Wall Street Journal pubblica un’inchiesta del giornalista John Carreyrou, che dopo aver ricevuto una soffiata da un impiegato ha lavorato su Theranos per dieci mesi.
Carreyrou scrive che i macchinari della società non sono in grado di produrre risultati affidabili e che per fare le analisi del sangue che compaiono negli studi a sostegno del suo metodo, la società usa macchinari tradizionali.
Numerosi tecnici impiegati da Theranos avevano avvertito Holmes dei problemi, scrive Carreyoru, ma le loro preoccupazioni sono state ignorate e Holmes ha continuato a mentire ai suoi investitori e partner.
La società, già in difficoltà, subisce un tracollo dopo la pubblicazione dell’articolo, che diventerà poi un libro di successo. Nel giugno 2016, il patrimonio di Holmes, che consiste essenzialmente in azioni di Theranos, si riduce a niente. Nel 2018, la Sec, la società che vigila sulla borsa americana, la priva dei suoi incarichi societari. Pochi mesi dopo, Holmes viene messa sotto inchiesta. Il processo inizia nell'agosto del 2021 e si è concluso ieri con la condanna per quattro capi di imputazione su undici.
Il processo
La condanna per frode di Holmes è stata accolta da numerosi commentatori come la messa in stato di accusa di una parte del modello di business della Silicon Valley, quella basata «sull'investire ciecamente in tecnologie non provate e sul consentire a imprenditori abili nell'auto-promozione di operare in una cultura del segreto», ha scritto Rolf Winkler sul Wall Street Journal.
«Il verdetto è un chiaro messaggio per i fondatori della Silicon Valley: ci sono conseguenze quando dite cose non vere agli investitori», ha commentato James Clayton, corrispondente per la tecnologia di Bbc.
La vicenda, comunque, non si è ancora conclusa. Holmes è stata trovata colpevole per quattro capi di imputazione, assolta per altri quattro e per altri tre la giura non è riuscita a raggiungere un verdetto dopo sette giorni di camera di consiglio. L'accusa ora potrà decidere se iniziare un nuovo processo sulle imputazioni non ancora decise.
Al momento, Holmes rischia una condanna più che decennale. Ogni capo di imputazione per i quali è stata condannata prevede una condanna massima a vent’anni di prigione. La sentenza definitiva dovrebbe arrivare in circa sei mesi, periodo che Holmes potrà trascorrere libera su cauzione.
Nel frattempo dovrebbe iniziare il processo a Ramesh Balwani, per lungo tempo compagno di Holmes e partner nella gestione di Theranos. Holmes accusa Balwani di aver abusato di lei psicologicamente e sessualmente durante la loro relazione, accuse che gli avvocati di Balwani respingono.
Holmes al momento è sposata con l'erede di un importante catena di alberghi. Durante il processo ha avuto il suo primo figlio.
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