Ci sono segni di vita nella sinistra americana. Sono flebili e vanno interpretati senza eccessi, ma ci sono. Non è un dato politicamente irrilevante in un panorama in cui Donald Trump ha occupato ogni spazio.

In Wisconsin la giudice Susan Crawford, sostenuta dal partito democratico, ha sconfitto con dieci punti di distacco Brad Schimel, appoggiato dai repubblicani, nell’elezione alla Corte suprema dello stato, permettendo così ai togati liberal di mantenere la maggioranza. In un’altra epoca sarebbe stata una sfida periferica, ma il Wisconsin di recente ha assunto una centralità particolare nelle dinamiche elettorali, dando soddisfazione al mondo Maga, e anche per questo Elon Musk ha deciso di trasformare questa contesa elettorale in un test nazionale.

I milioni di Elon

Il capo di Doge ha fatto qualsiasi cosa – incluso investire 25 milioni di dollari e indossare sul palco un copricapo a forma di fetta di formaggio – per tirare la corsa di Schimel. Trump ha aggiunto il suo carico presidenziale, trasformando la disputa in un test nazionale, e mostrando una volta ancora che il focus trumpiano, ora che ha il controllo del potere esecutivo e giudiziario a livello federale, è tutto rivolto a quello giudiziario, interpretato come il grande ostacolo per cambiare il paese.

Con perfetto tempismo, è arrivata la decisione di un giudice di archiviare le imputazioni verso Eric Adams, sindaco democratico di New York che però Trump ha eletto come suo alleato nella lotta all’immigrazione.

Le ambizioni di Musk sono state ferocemente deluse, e lui ha preso serenamente la sconfitta come un altro segno che «il grande inganno della sinistra è la corruzione del ramo giudiziario».

Forse anche per via della sconfitta, ieri si è diffusa la voce, riportata da Politico - in realtà già smentita con sdegno dalla Casa Bianca - che nelle prossime settimane Musk lascerà il suo incarico nel governo per tornare i suoi affari.

Il magnate avrebbe comunicato questa decisione al cerchio magico del presidente, che avrebbe accettato, ma poi il racconto della testata si complica, facendo riferimento a una transizione verso un ruolo di consigliere informale, che non proietterebbe certo Musk al di fuori dell’orbita della Casa Bianca. Anzi, esiste perfino uno scenario in cui Musk, liberandosi dei ruoli ufficiali, aumenterebbe, invece di diminuire, il suo potere sul governo.

Ad aggiungere significati alla vittoria democratica del Wisconsin c’è proprio la mobilitazione che Crawford è stata in grado di generare quando è andata all'attacco diretto di Musk. Il partito ha lavorato sull’affluenza, cioè sull’allargamento del campo democratico, andando a scovare elettori che gli investimenti dei repubblicani non sono riusciti a intercettare e persuadere.

«La democrazia è viva e si fa sentire», ha detto il capo del Partito democratico in Wisconsin, Ben Winkler. «In un momento di oscurità nazionale, gli elettori del Wisconsin hanno acceso una candela. La lezione del Wisconsin si riverberi in tutto il paese».

L’entusiasmo è stato tale da far apparire le sconfitte nelle due elezioni suppletive alla Camera in Florida come delle vittorie, visto che i candidati democratici hanno tutto sommato limitato i margini di distacco in due distretti di strettissima osservanza trumpiana. Queste indicazioni sono state subito messe in connessione alle recenti elezioni in Iowa e Pennsylvania, dove i democratici hanno sottratto due seggi ai repubblicani.

Il discorso più lungo

Sullo sfondo di queste circostanze elettorali, un altro segno di vita dei democratici arrivava dal Senato, dove Cory Booker – senatore del New Jersey e aspirante leader nazionale – ha parlato per 25 ore di fila, superando il record del discorso più lungo nella storia. Si tratta di una prassi del Congresso per fare ostruzionismo e ritardare il passaggio di una legge, ma in questo caso Booker non stava bloccando nessuna legge, semplicemente voleva manifestare il suo dissenso.

«Mi alzo questa sera con l’intenzione di mettermi nei guai. Mi alzo in piedi con l’intenzione di interrompere il normale svolgimento dei lavori nel Senato degli Stati Uniti per tutto il tempo di cui sarò fisicamente capace», ha detto martedì sera alle 19, lanciandosi in una maratona di parole che non porterà a un risultato misurabile, ma è un segno di vitalità dopo oltre 70 giorni di stordimento e totale incapacità di reazione. I più entusiasti hanno visto in questa performance la nascita di un nuovo leader democratico. Si vedrà.

Rivolta contro la struttura

Questi segni di speranza per la sinistra vanno letti nel contesto. Eccolo: il partito democratico è un groviglio di conflitti, personalismi e divergenze su come affrontare il momento. In Arizona e Georgia la base ha cacciato i capi dei partiti statali. Personaggi in ascesa come Gavin Newsom, governatore della California, propongono di inseguire Trump sul suo stesso terreno, abbandonando gli eccessi woke e praticando una versione del verbo populista. Dire che la leadership istituzionale a Washington è detestata è un understatement. Basta pensare che il leader del Senato, Chuck Schumer, ha cancellato un tour di presentazioni del suo libro per paura delle contestazioni degli attivisti. Gli stessi attivisti che hanno spinto nelle ultime settimane il tour di Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez, gli esponenti della turborsinistra, che girano il paese fra le acclamazioni degli elettori di un partito in rivolta contro la sua classe dirigente. Quella del Wisconsin potrebbe essere qualcosa di più di una scintilla isolata.

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