Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo, ha definito «invenzioni blasfeme» le parole che il presidente della Repubblica italiano, Sergio Mattarella, ha rivolto all’invasione dell’Ucraina. Mattarella ha paragonato la Russia al Terzo Reich nazista durante una conferenza tenuta la scorsa settimana all’università di Marsiglia.

Il Quirinale, riporta Ansa, ha fatto sapere che il presidente è assolutamente sereno e rimanda alla lettura del testo pronunciato a Marsiglia, in cui in un parallelismo tra la situazione precedente alla Seconda Guerra Mondiale e quella odierna, Mattarella ha detto: «La strategia dell’appeasement non funzionò nel 1938. La fermezza avrebbe, con alta probabilità, evitato la guerra. Avendo a mente gli attuali conflitti, può funzionare oggi?». Ha poi aggiunto: «Un abbandono delle responsabilità condusse quei Paesi a sacrificare i principi di giustizia e legittimità nel proposito di evitare il conflitto, in nome di una soluzione qualsiasi e di una stabilità che inevitabilmente sarebbero venute a mancare». Negli anni Trenta «anziché la cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L'odierna aggressione russa all'Ucraina è di questa natura», ha detto Mattarella. Quest’ultima la frase contestata dalla Russia.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha risposto alla dichiarazione russa sulle «invenzioni blasfeme» di Mattarella dicendo: «Gli insulti della portavoce del ministero degli Esteri russo offendono l’intera nazione italiana, che il capo dello Stato rappresenta. Esprimo la mia piena solidarietà, così come quella dell’intero governo, al presidente Mattarella, che da sempre sostiene con fermezza la condanna dell’aggressione perpetrata ai danni dell’Ucraina».

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha definito «inopportune» e «fuori luogo» le dichiarazioni rilasciate dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, rinnovando stima e vicinanza al capo dello Stato. Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha espresso la sua solidarietà a Mattarella su X: «Rinnovo, anche a nome di Forza Italia, la piena fiducia nell'operato del Capo dello Stato, riconosciuto da tutti un autorevole uomo di pace», ha scritto.

La conferenza di Monaco

Durante la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto: «Sono pronto a incontrare il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in ogni momento, non a firmare qualsiasi documento, ma a incontrarlo sì», in merito a un possibile accordo per il cessate il fuoco. Sulla telefonata Trump-Putin degli scorsi giorni, Zelensky ha sottolineato l’importanza di un incontro, «ma non per prendere decisioni sull’Ucraina senza l’Ucraina, questo non lo accetteremo mai. Io non voglio restare alla storia come la persona che ha permesso un’invasione dell'Ucraina». Il presidente ucraino ha anche ribadito di non avere in programma incontri con la Russia: «sono pronto a incontrare un solo russo, Putin, solo in caso di un piano comune con Trump e con l’Europa». 

Zelensky ha anche affermato di sostenere la proposta degli Stati Uniti di investire nelle terre rare. «Abbiamo avuto un colloquio positivo con il presidente Trump», ha detto Zelensky. «Dobbiamo proteggere le nostre risorse e abbiamo bisogno di creare posti di lavoro e investimenti», ha aggiunto.

Durante la Conferenza, il presidente del Consiglio europeo, António Costa, e la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, «hanno incontrato Zelensky a Monaco e si sono impegnati a fornire un sostegno continuo e stabile all’Ucraina fino al raggiungimento di una pace giusta, globale e duratura», ha riferito in una nota il Consiglio Ue. Inoltre, hanno sottolineato la necessità di mettere l’Ucraina in una posizione di forza prima di qualsiasi negoziato, l’importanza di fornire al Paese invaso garanzie di sicurezza e «la loro volontà di intensificare i lavori per accelerare il processo di adesione dell'Ucraina all'Unione europea», continua la nota.

Dmytro Lytvyn, consigliere per le comunicazioni del presidente ucraino, ha fatto sapere che l’Ucraina non intende negoziare con i rappresentanti russi durante la Conferenza, perché «solo una posizione comune concordata dovrebbe essere presentata al tavolo dei negoziati con i russi». Lytvyn ha spiegato che è necessario prima uno scambio prima con gli Stati Uniti a cui deve partecipare anche l’Europa, «per il bene di una pace reale e duratura».

Un drone su Chernobyl 

«La notte scorsa, un drone russo carico di esplosivo ha colpito una struttura che impedisce le perdite di radiazioni nella centrale nucleare di Chernobyl, nell’Ucraina settentrionale», ha scritto Zelensky su X, precisando che «la struttura di protezione è stata costruita dall’Ucraina insieme ad altri paesi europei e del mondo, come gli Stati Uniti, insieme a tutti coloro che sono impegnati per la vera sicurezza dell’umanità». Sia lui che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) hanno però detto che i livelli di radiazioni sono rimasti stabili e sono costantemente monitorati. Non sono stati segnalati feriti o morti.

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha confermato che un drone ha colpito il sarcofago di protezione del reattore (NSS) della centrale nucleare e ha assicurato che finora non è stato rilevato alcun aumento delle radiazioni. «Al momento», scrive l’Aiea su X, «non ci sono indicazioni che il contenimento interno dell’NSC sia stato violato. I livelli di radiazione all’interno e all’esterno rimangono normali e stabili. Non sono state segnalate vittime», salvo continuare a monitorare la situazione.

L’incendio che è scoppiato dopo l’attacco, ha fatto sapere Zelensky, è stato spento. «Secondo le prime stime», prosegue il presidente ucraino, «i danni alla struttura di protezione sono ingenti». 

Un segnale, per Zelensky, che il presidente russo Vladimir Putin «non si sta preparando ai negoziati», motivo per cui «abbiamo bisogno della pressione unitaria di tutti coloro che danno valore alla vita». 

Queste parole arrivano nei giorni della telefonata tra Putin e Trump, avvenuta prima rispetto a quella con Zelensky, e di fronte alla quale Kiev ha mostrato amarezza e specificato che non accetterà «alcun negoziato bilaterale sull’Ucraina senza di noi». Il presidente ucraino ha parlato durante la visita del 13 febbraio alla centrale nucleare di Khmelnytskyi, ha spiegato Ukrainska Pravda: «Come paese indipendente, semplicemente non saremo in grado di accettare alcun accordo senza di noi. Lo sto dicendo molto chiaramente ai nostri partner». 

Una posizione sostenuta dal presidente francese Emmanuel Macron che, intervistato dal Financial Times, ha sottolineato come solo Kiev possa «negoziare con la Russia», perché per l’Ucraina «una pace che sia una resa» rappresenterebbe «una cattiva notizia per tutti». C’è solo una domanda al momento, per Macron, che rivendica il ruolo della comunità internazionale e, nello specifico, dei paesi europei: «Il presidente Putin è pronto a un cessate il fuoco su questa base, che sia sincero, duraturo, sostenibile?». 

Gli Usa

Trump, dopo le telefonate con i due leader, ha affermato che Kiev sarà «parte» dei negoziati e di essere convinto che Putin «voglia la pace», aggiungendo: «Penso che me lo direbbe se non lo facesse».

Se il presidente russo non accetterà un accordo di pace con l’Ucraina, che garantisca l’indipendenza a lungo termine di Kiev, gli Usa colpiranno Mosca con sanzioni e potenzialmente con azioni militari, ha detto il vicepresidente JD Vance al Wall Street Journal.

L’opzione di inviare truppe statunitensi in Ucraina se Mosca non accetta di negoziare in buona fede rimane «sul tavolo», ha detto Vance, secondo cui l’Ucraina deve avere «indipendenza sovrana».

L’accelerazione degli Stati Uniti

L’apertura della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, il giorno dopo l’attentato e a pochi giorni dalle elezioni tedesche, quest’anno coincide quindi con un’improvvisa accelerazione da parte dell’amministrazione Usa dei colloqui che decideranno il futuro dell’Ucraina. Il vicepresidente JD Vance dovrebbe incontrare Zelensky nel pomeriggio, mentre il segretario di Stato Marco Rubio è dovuto rientrare negli Usa per problemi tecnici al suo aereo.

L’uomo di Washington, su questo fronte, è l’inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, che, il giorno prima della telefonata tra i due presidenti, era volato a Mosca, aveva parlato per ore con il capo del Cremlino ed era tornato con Marc Fogel, l’insegnante statunitense condannato in Russia e poi liberato a seguito di un accordo di scambio tra gli Mosca e Washington.

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