- Oltre ad aver reso più difficili le relazioni politiche e diplomatiche, il presidente Biden ha evidenziato la differenza fra l’atteggiamento statunitense e quello europeo nei confronti della Russia.
- I governi europei non operano per un cambiamento radicale dell’assetto politico russo perché i loro interessi sono diversi da quelli americani.
- Questo si traduce nell’interesse politico di avere una relazione soddisfacente con un grande vicino che ha bisogno dell’Europa come l’Europa ha bisogno della Russia.
Il presidente degli Stati Uniti Biden ha dichiarato dalla Polonia che il presidente russo non può rimanere al potere perché la battaglia per la democrazia non può finire con la Guerra fredda.
Biden è noto per le sue incaute dichiarazioni e infatti ha successivamente affermato che non voleva riferirsi a un cambiamento politico, ma voleva sottolineare «un oltraggio morale».
Il segretario di Stato Antony Blinken ha ulteriormente rettificato spiegando che il riferimento era sul controllo dei paesi vicini e della regione, non su un cambio di potere in Russia.
Ma già il venerdì precedente, in un discorso di fronte alla 82^ divisione aviotrasportata in Polonia, Biden aveva dichiarato che soldati americani avrebbero potuto mettere gli «scarponi sulla terra», ovviamente ucraina. Anche in questo caso l’amministrazione ha successivamente negato questa eventualità.
Le relazioni Mosca-Washington
Nonostante le successive smentite, la dichiarazione del presidente Biden ha reso chiara l’intenzione di rendere molto conflittuali le relazioni con la Federazione russa e conferma l’interesse dell’amministrazione statunitense a un cambio di guida politica a Mosca.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato all’agenzia Tass: «Ogni volta questi insulti personali richiudono la finestra di opportunità perché le nostre relazioni bilaterali con questa amministrazione americana migliorino».
Oltre ad aver reso più difficili le relazioni politiche e diplomatiche, il presidente Biden ha evidenziato la differenza fra l’atteggiamento statunitense e quello europeo nei confronti della Russia.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha immediatamente dichiarato che non condivideva il pronunciamento di Biden e che non aveva alcun senso alzare i toni nelle relazioni internazionali. Il ministro francese dell’Istruzione pubblica Nadhim Zahawi ha dichiarato alla televisione inglese che «il futuro di Putin deve essere lasciato al popolo russo».
Successivamente, l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza dell’Unione europea Josep Borrell ha preso le distanze da Biden dichiarando che l’Ue non cerca un cambiamento politico in Russia, ma che spetta ai cittadini russi decidere da chi vogliono essere governati e che l’interesse europeo è che cessi l’aggressione russa all’Ucraina.
Nessun leader europeo ha lasciato intendere che Putin dovrebbe essere privato del potere politico. Il segretario generale dell’Onu António Guterres lunedì ha risposto a Biden affermando che «noi abbiamo bisogno di una descalation, sia militare che retorica».
Patriottismo russo
Il presidente Biden evidentemente non ha conoscenza del profondo patriottismo del popolo russo che di fronte a un attacco violento al suo presidente non può che schierarsi quasi unanimemente a sostegno del massimo rappresentante della Federazione russa, forse ignora anche quanto grande sia la popolarità di cui gode il presidente russo secondo tutti gli istituti di ricerca e quanto poco popolari siano gli Stati Uniti dalle parti di Mosca.
La Russia attuale non è l’Unione sovietica staliniana, ma è un paese fragile, economicamente periferico che esporta materie prime, non una grande potenza come pretenderebbe di essere considerata, se non per le armi nucleari che possiede. La stessa guerra convenzionale in Ucraina dimostra le difficoltà militari, logistiche e di preparazione dell’esercito russo che riflettono i grandi problemi strutturali dell’economia e dello stato.
Le dichiarazioni di Biden hanno raggiunto il risultato probabilmente non desiderato di spingere l’Unione europea a disapprovare apertamente le dichiarazioni del presidente Usa: i governi europei non operano per un cambiamento radicale dell’assetto politico russo perché i loro interessi sono diversi da quelli americani.
Si tratta principalmente di interessi economici: scambio di materie prime, non solo gas e petrolio, contro beni di consumo e di investimento. Questo si traduce nell’interesse politico di avere una relazione soddisfacente con un grande vicino che ha bisogno dell’Europa come l’Europa ha bisogno della Russia per contrastare l’avanzata della potenza economica e militare cinese e per il fatto che la cultura russa è una cultura europea che abbiamo potuto apprezzare in tutta la sua grandezza.
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