Le trattative sembrava che fossero a un punto morto e invece oggi è stata annunciata la svolta. Secondo il commissario Josep Borrell c’è un «testo definitivo» che non sarà più negoziato e che attende solo l’approvazione politica di Stati Uniti e Iran
L’Unione europea ha elaborato un “testo finale” sull’accordo con l’Iran per il nucleare, durante i colloqui che si stanno svolgendo a Vienna, al Palais Coburg. «Abbiamo lavorato per quattro giorni e il testo è pronto», ha anticipato per primo, nel corso del pomeriggio, un funzionario europeo. Dopo una prima smentita da Teheran, è arrivata la conferma ufficiale dell’alto rappresentante per gli affari esteri, Josep Borrell: «Quello che poteva essere negoziato è stato negoziato ed è ora in un testo finale», ha scritto su Twitter.
Secondo Borrell, i negoziati che si sono conclusi oggi hanno riguardato «una manciata di questioni» rispetto al testo che era stato presentato già lo scorso 21 luglio. «Dietro ogni questione tecnica e ogni paragrafo si cela una decisione politica che deve essere presa nelle capitali. Se queste risposte saranno positive, allora possiamo firmare questo accordo».
I dubbi sulle trattive
Il pomeriggio è stato però caratterizzato un piccolo giallo. In un primo momento l’Iran aveva infatti smentito che si fosse già in una fase finale del negoziato. Un diplomatico del ministero degli Esteri iraniano aveva dichiarato che «alcune discussioni su questioni in sospeso continuano. E il risultato dei colloqui in corso dipenderà dalla determinazione di altri partecipanti a prendere decisioni politiche sulle proposte che l’Iran ha già presentato». Secondo queasta fonte, non saremmo ancora «in una fase in cui è possibile parlare di una finalizzazione del testo».
Successivamente una fonte dello stesso ministero iraniano ha però ammesso che alcuni progressi sono stati compiuti. Tanto che sia i capi negoziatori di Iran e Stati Uniti – rispettivamente Ali Bagheri Kani e Robert Malley – sia Enrique Mora, che coordina i contatti a Vienna per conto di Borrell, lasceranno la capitale austriaca tra oggi e domani. Il testo definitivo dovrebbe definire, tra le altre cose, tutti gli aspetti tecnici relativi al processo di revoca delle sanzioni americane e allo stato avanzato della produzione di uranio arricchito in Iran.
Il testo finale dovrà essere approvato dall’Iran, dagli Stati Uniti e dagli altri partecipanti ai colloqui, cioè Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania. I negoziatori francesi, britannici e tedeschi non sono al momento a Vienna.
Mesi di negoziati
I negoziati vanno avanti da ormai 16 mesi e hanno lo scopo di concordare i passi che gli Stati Uniti e l’Iran dovranno compiere per tornare all’applicazione dei termini previsti dall’accordo sul nucleare del 2015. L’accordo del 2015 ha stabilito limiti stringenti al programma nucleare iraniano in cambio della revoca delle sanzioni economiche.
Nel maggio 2018 l’amministrazione Trump aveva ritirato unilateralmente gli Stati Uniti dall’accordo. In risposta, appena un anno dopo, l’Iran aveva iniziato a violare i limiti nucleari previsti dall’accordo e aveva incrementato in modo massiccio le sue attività nucleari. A marzo le trattative sembravano prossime a un punto di svolta, ma poi si sono arenate per mesi.
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