Il presidente del Consiglio Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron hanno parlato della crisi afghana, in una conversazione telefonica. Sul tavolo diverse questioni: la gestione del fenomeno migratorio, la tutela dei diritti umani e dei diritti fondamentali in Afghanistan, nonché gli indirizzi che potrebbero condurre l’azione della Comunità internazionale a supporto della stabilità del paese, nelle varie formazioni, come G7 e G20, di cui l’Italia detiene la presidenza. Draghi ha affrontato la questione anche con il presidente russo Vladimir Putin, «che ha offerto l’occasione per un’analisi articolata della situazione sul terreno in Afghanistan e delle sue implicazioni regionali», si legge nella nota di palazzo Chigi, che specifica che i due presidenti hanno trattato anche temi come il contrasto al terrorismo e ai traffici illeciti e la difesa dei diritti delle donne.

Intanto un leader talebano ha spiegato a Reuters che gli accordi chiusi con gli Stati Uniti sono stati rispettati, visto il supporto fornito dal gruppo islamista alle evacuazioni dall’aeroporto di Kabul. «Stiamo evitando che venga commessa qualsiasi forma di violenza», ha continuato il combattente, «scontri verbali all’aeroporto tra gli afghani, gli stranieri e i Talebani». Ma ci sono prove che i Talebani non permettono alle persone di accedere all’aeroporto della capitale, anche se in possesso di documenti e visti. Secondo un documento confidenziale dell’Onu, visionato dalla Bbc, i Talebani avrebbero intensificato la ricerca di persone che hanno collaborato con la Nato e le forze statunitensi. 

I Talebani hanno aperto il fuoco su molte folle che, nel giorno in cui si festeggia l’Indipendenza dal Regno Unito nel 1919, sventolano le bandiere nazionali afghane. Sono state uccise almeno due persone durante la manifestazione ad Asadabad, città a più di 200 chilometri da Kabul, a est del paese, secondo quanto riporta Al Jazeera. I Talebani hanno sparato sulla folla che celebrava l’anniversario dell’indipendenza. Ci sarebbero almeno otto feriti. Tornano le violenze anche nella città che ieri ha registrato tre vittime, durante proteste simili. A Jalalabad anche oggi sono stati feriti un uomo e un ragazzo dai Talebani, che hanno aperto il fuoco sui manifestanti. Anche a Kabul sono in corso proteste, in cui viene mostrata ai combattenti talebani la vecchia bandiera. La giornata dell’Indipendenza viene festeggiata anche dai Talebani, che dichiarano di aver sconfitto «l’arrogante potere del mondo». 

Sono passati quattro giorni dalla presa di Kabul da parte dei Talebani e le evacuazioni continuano. È arrivato un aereo KC767 dell’Aeronautica militare italiana a Roma Fiumicino con a bordo 201 afghani, dopo che nella notte un altro aereo aveva trasportato 95 passeggeri. Oggi è previsto il G7 Esteri, a cui prenderà parte anche il ministro Luigi Di Maio.

Il racconto di Emergency

La situazione a Kabul è migliorata ma la comunità internazionale non deve distogliere l’attenzione. Lo dice Alberto Zanin, coordinatore medico dell’ong a Kabul. Il Centro chirurgico per le vittime di guerra di Emergency nella capitale afghana nelle ultime 24 ore ha accolto sei persone a rischio di vita, 24 persone sono state curate dal pronto soccorso e due persone sono arrivate già morte. «In questo momento in città non si registrano combattimenti aperti, ma rimane alta la tensione all’interno dell’aeroporto: nel corso della mattinata abbiamo già ricevuto due pazienti con ferite da proiettile provenienti da lì», racconta Zanin nel comunicato dell’organizzazione.

Nel Centro rimangono 14 posti liberi, ma l’ong fa sapere che la priorità di ammissione è riservata a donne e bambini. «Chiediamo comunque alla comunità internazionale di non abbassare l’attenzione su quello che sta accadendo in Afghanistan», prosegue il coordinatore, «Il grande rischio è infatti che, con il calare dell’attenzione mediatica e politica, una serie di problemi legati all’avvento di questa nuova dirigenza cadano nell’oblio».

Emergency evidenzia la pericolosità della situazione nella Valle del Panshir, dove l’ong ha due centri. La zona è ancora sotto il controllo del governo afghano e si stanno radunando le truppe dell’esercito rimanenti.

L’aeroporto di Kabul

Proseguono le operazioni di evacuazione all’aeroporto della capitale, che continua a essere nel caos. Video sul web mostrano scene drammatiche di madri che cercavano di passare i figli oltre il confine dell’areoporto: «È stato orribile, le donne hanno lanciato i loro bambini oltre il filo spinato chiedendo ai soldati di prenderli», ha detto un ufficiale afghano a Skynews.

In un video pubblicato dalla Cnn, un combattente talebano nei pressi dell’aeroporto dice alla giornalista inviata a Kabul Clarissa Ward che «la responsabilità di queste scene caotiche è degli Stati Uniti. Guarda queste persone. Gli Stati Uniti si stanno comportando in modo ingiusto nei loro confronti. Perché mentono dicendo che possono andare in America? Perché non li lasciano rimanere e aiutare il loro paese?». 

Da quanto i Talebani hanno preso la capitale, sono morte 12 persone all’aeroporto Hamid Karzai di Kabul, secondo fonti della Nato e del gruppo islamista.

I talebani dicono di rispettare gli accordi

«Stiamo mantenendo la parola», ha detto un leader talebano all’agenzia di stampa Reuters. «Stiamo assicurando l’uscita in condizioni sicure non solo agli stranieri ma anche agli afghani». Secondo i Talebani, gli accordi chiusi con gli Stati Uniti sarebbero rispettati visto il supporto fornito dal gruppo islamista alle evacuazioni dall’aeroporto di Kabul. «Stiamo evitando che venga commessa qualsiasi forma di violenza», ha continuato il combattente, «scontri verbali all’aeroporto tra gli afghani, gli stranieri e i Talebani». Ma ci sono prove che i Talebani non permettono alle persone di accedere all’aeroporto della capitale, anche se in possesso di documenti e visti. Secondo un documento confidenziale dell’Onu, visionato dalla Bbc, i Talebani avrebbero intensificato la ricerca di persone che hanno collaborato con la Nato e le forze statunitensi. 

Le manifestazioni per l’indipendenza

Un testimone, secondo quanto riporta Reuters, ha raccontato che ci sarebbero stati molti morti e feriti ad Asadabad, la capitale della provincia di Kunar. Mentre fonti di Al Jazeera riferiscono di almeno due morti e otto feriti. I Talebani avrebbero aperto il fuoco sulla folla che sventolava le bandiere afghane nel giorno dell’Indipendenza, dopo che in base ai video pubblicati sui social network e alle testimonianze un manifestante avrebbe accoltellato un talebano.

Tornano le violenze a Jalalabad, dove si registrano due feriti, un uomo e un ragazzo. Anche nella città in cui ieri sono morte tre persone i Talebani hanno aperto il fuoco sulla folla che sventolava le bandiere nazionali afghane. Anche a Kabul sono in corso proteste. I manifestanti della capitale hanno sfilato di fronte ai Talebani sventolando le bandiere afghane e urlando lo slogan «La nostra bandiera è la nostra identità». 

Nella città di Khost, a sud del paese, i Talebani hanno imposto il coprifuoco per fermare le proteste contro di loro. 

L’anniversario dell’indipendenza

«Oggi stiamo celebrando l’anniversario dell’indipendenza dalla Gran Bretagna», hanno detto i Talebani. «Così anche noi, come risultato della nostra resistenza jihadista, abbiamo costretto un altro arrogante potere mondiale, gli Stati Uniti, a fallire e ritirarsi dal nostro sacro territorio dell’Afghanistan». Così il gruppo islamista ha commentato la giornata dell’Indipendenza del paese dal Regno Unito, sancita con il trattato del 1919. 

L’operazione italiana aquila omnia

È arrivato un aereo KC767 dell’Aeronautica militare italiana a Roma Fiumicino con a bordo 201 afghani, dopo che nella notte un altro aereo ha trasportato 95 persone. Sono previsti altri due voli nella giornata di oggi, che dal Kuwait raggiungeranno la capitale afghana. Fino ad ora sono stati evacuati in Italia circa 500 cittadini afghani, tra ex collaboratori e familiari. 

Per l’operazione, denominata Aquila Omnia sono stati messi a disposizione 8 velivoli che si alternano tra Roma e Kabul, quattro dei quali dislocati nel Kuwait. I militari italiani che prendono parte all’intervento sono 1.500, oltre alle forze dell’ordine impegnate nell’accoglienza e nella gestione degli arrivi in Italia.

L’intervista a Biden

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, in un’intervista a George Stephanopoulos per ABC News, ha spiegato che i contingenti statunitensi staranno in Afghanistan finché non verranno evacuati tutti i cittadini americani, anche oltre la scadenza del 31 agosto. Biden si difende: secondo il presidente Usa non ci sono stati errori e, alla domanda «si sarebbe potuta gestire meglio», Biden ha risposto di no. 

Il popolo afghano negli ultimi quaranta anni ha vissuto sofferenze inimmaginabili. Solo nel 2021 circa 550mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case. Sono le donne e i bambini a pagare il prezzo più alto. Unhcr ed Emergency sono ancora in Afghanistan per aiutarli. Ognuno può dare il proprio contributo con una donazione, bastano pochi click.

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Per donare a Emergency: sostieni.emergency.it/dona-ora

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