La prima segretaria del Partito democratico è al suo debutto a Montecitorio dopo la sua esperienza all’Eurocamera e in Regione. Si è espressa su tutti i temi bandiera, ma sui disegni di legge risulta solo cofirmataria insieme ai colleghi Michela Di Biase e Mauro Berruto
La nuova segretaria del Pd Elly Schlein è entrata a Montecitorio per la prima volta lo scorso settembre, deputata della Repubblica italiana nella lista “Partito democratico – Italia Democratica e progressista”. Già prima del grande salto nel partito da tesserata, lavorava in perfetta integrazione nella compagine di centrosinistra alla Camera difendendo i diritti delle donne, Lgbtq+ e dichiarando il suo no al decreto rave e anti Ong, tra ordini del giorno supportati dai dem e discorsi applauditi dal partito. Un insieme di interventi dell’ex vice presidente dell’Emilia Romagna già eurodeputata che finora non hanno occupato le pagine della cronaca politica.
Uno dei primi discorsi in Aula è stato quello per la commissione di Inchiesta sui femminicidi: «La sfida culturale va vinta con un impegno, che inizi prima che sia troppo tardi, per sradicare il pregiudizio sessista, già sui banchi di scuola», diceva in occasione del voto, aggiungendo: «È anche l'occasione per ricordare che la violenza patriarcale non colpisce solo le donne, colpisce anche le persone Lgbtqi+, che sono persone con diritti e non certo un abominio e mi auguro che il Governo prenderà le distanze dalle affermazioni del capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, Malan».
Poi il no al decreto rave: «Che cosa vi hanno fatto di male i giovani e le giovani di questo paese? Questa è la domanda che vi faccio». Con l’occasione, la deputata ha praticamente toccato tutti i suoi cavalli di battaglia, dal salario minimo, al disastro climatico e infine contro le radici nel Msi di Fratelli d’Italia: «Chiudo. Sapete qual è l'anniversario che dovevate ricordare in questi giorni? Il 28 dicembre 1943: uccisione dei fratelli Cervi, contadini e resistenti, per mano fascista (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)».
Dal punto di vista politico, le battaglie più aspre sono state su un emendamento e su un ordine del giorno. Nel primo caso il testo chiedeva di includere al decreto di riordino dei ministeri «il rispetto della strategia “farm to fork”, l'equa remunerazione dell'intera filiera, la valorizzazione della catena del valore».
Nel secondo si è rifiutata di modificare l’odg che impegnava il governo a portare avanti misure sugli asili nido e la parità genitoriale verso una formulazione più morbida: «Io non credo che questi siano impegni che questo governo non è in grado di assumere. Non ci voglio credere».
Sul decreto anti-Ong varato per volere del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, non ha toccato né il tema delle sanzioni né dell’obbligo di un solo salvataggio. Ma ha chiesto di «attivare la direttiva sulla protezione temporanea anche per chi arriva dalla rotta mediterranea, anziché rimanere bloccato in Italia, in Spagna o in Grecia, cioè nel primo paese di arrivo».
Altrimenti si potrebbe pensare che «per qualcuno, conta soltanto il colore della pelle delle persone che arrivano e questo, purtroppo, ha un nome che è “razzismo” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)».
Disegni di legge
Schlein risulta invece in seconda fila per quanto riguarda le proposte di legge, dove compare sempre come cofirmataria. In questi casi emerge ancora una volta il tandem con Michela Di Biase, la deputata del Pd già consigliera di Roma con una lunga storia di militanza politica alle spalle, nonché moglie dell’ex ministro della Cultura Dario Franceschini tra i primi sponsor della segretaria. Il testo presentato riguarda “Norme per la promozione della parità tra i sessi nell’apprendimento, nella formazione e nel lavoro nelle discipline matematiche e tecnico-scientifiche”.
Oltre a questa, si è unita alla presentazione del ddl istitutivo della Commissione di inchiesta sui femminicidi e le violenze di genere, e alla proposta parlamentare di Marianna Madia sul voto per i fuorisede.
Ma la collaborazione più fitta, almeno numericamente, è quella con Mauro Berruto, l’ex ct della nazionale voluto come responsabile sport da Enrico Letta. Schlein ha apposto la sua firma a ben otto sue proposte di legge:
- “Modifica all’articolo 33 della Costituzione, in materia di attività sportiva”;
- “Disposizioni volte alla promozione dell’attività fisica adattata per le persone affette da malattie croniche e invalidanti”;
- “Modifica del testo unico delle imposte sui redditi, in materia di detrazione delle spese sostenute per l’iscrizione e la partecipazione ad attività sportive”;
- “Disposizioni concernenti la realizzazione o la riqualificazione di impianti e l’individuazione di aree verdi per favorire lo sviluppo e la diffusione dell’attività sportiva all’aperto”;
- “Istituzione del Fondo nazionale per l’inclusione sportiva”
- “Modifiche al testo unico in materia di utilizzazione degli impianti sportivi scolastici da parte delle associazioni o società sportive”;
- "Modifiche al codice della strada in materia di sicurezza stradale dei ciclisti”;
- "Incremento delle aliquote dell’imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse relativamente ad alcuni giochi e destinazione del gettito alla promozione dell’attività sportiva”.
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