A pezzi del partito non interessa conquistare di nuovo il Viminale. Il segretario Matteo Salvini ha parlato alla Coldiretti: «Fra le priorità della Lega c’è la tutela dell’agricoltura»
«Altro che Viminale, a noi serve il ministero dell’Agricoltura per portare soldi in Sicilia», dicevano quasi con rabbia i parlamentari eletti al sud, mentre aspettavano di entrare nella sala Umberto dove il leader della Lega, Matteo Salvini, ha riunito gli eletti per un primo confronto in attesa dell’insediamento del nuovo parlamento. Dentro il partito la tensione è altissima e, parallelamente alla questione del crollo elettorale al nove per cento, c’è anche il tema tutto interno della sfiducia nei confronti del segretario che sta montando nelle regioni settentrionali.
In questa dinamica, sta crescendo il nervosismo degli eletti nel meridione: «Se torna la Lega nord, io cambio partito», ha confidato una parlamentare al suo segretario regionale, spiegando che la Lega nazionale dovrà guadagnarsi la fiducia restituendo qualcosa, sia in termini di posti che di attenzione politica.
Consapevole della difficile fase interna, Salvini sta provando a tenere unito il partito e a frenare le pulsioni interne. Per ora c’è riuscito, almeno formalmente, e anche dal consiglio federale l’indicazione è stata quella di chiedere un «ministero di peso per il segretario». Il leader, infatti, intende insistere con la richiesta del ministero dell’Interno, vincendo le resistenze di Fratelli d’Italia. Per molti dei suoi stessi eletti, però, la sfida è più che velleitaria, e anche dall’entourage di Giorgia Meloni è trapelato lo scetticismo rispetto alla possibilità di affidare a Salvini il Viminale mentre il processo Open Arms è ancora in corso.
L’agricolutra
Per questo, i parlamentari del sud stanno chiedendo al segretario di riflettere in modo più razionale sugli incarichi da chiedere. Il ministero dell’Agricoltura, infatti, è uno degli incarichi che hanno fatto la fortuna della vecchia Lega nord: è un posto chiave in cui si maneggia una grande quantità di fondi, soprattutto ora che arrivano le nuove tranche del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), e le regioni come il Veneto e la Lombardia se ne sono sempre giovate. A guidare il dicastero, infatti, si sono alternati Luca Zaia dal 2008 al 2010 e Gian Marco Centinaio dal 2018 al 2019, portando grandi fortune alle rispettive regioni.
Lo stesso ora chiedono di fare i parlamentari meridionali neoeletti con la Lega “nazionale” costruita da Salvini e non a caso la richiesta sta montando in particolare tra i siciliani. La regione Sicilia, infatti, trarrebbe grande giovamento da una guida leghista all’Agricoltura, in grado di orientare i fondi europei in un settore importante per l’isola.
La richiesta a Salvini sarebbe quella di mettere da parte l’orgoglio e puntare sulla realpolitik, lasciando perdere un ministero che gli ha dato sì enorme visibilità, ma anche grandi problemi. In tempo di crisi economica, inoltre, il tema migratorio, che tanto ha fatto la fortuna della Lega con i decreti Sicurezza, non sarebbe il tema giusto per puntare a risalire nei consensi. La stessa Meloni, inoltre, avrebbe offerto all’alleato il dicastero dell’Agricoltura, aprendo poi all’ipotesi di un incarico anche come vicepremier.
Salvini ci riflette
Il malumore è arrivato al diretto interessato, che proprio oggi era in visita alla Coldiretti e ha parlato anche della distribuzione dei ministeri.
«La Lega in passato si è occupata di agricoltura e pesca. Fra le priorità della Lega continuerà a esserci la tutela di agricoltura e pesca», ha detto Salvini, che ha accolto l’idea di cambiare nome al ministero, trasformandolo in ministero della Sovranità alimentare: «Sovranità agroalimentare è indipendenza».
Nulla è ancora stabilito e formalmente la richiesta della Lega rimane quella del Viminale, tuttavia qualcosa si starebbe muovendo.
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