Il segretario della Lega e il suo misterioso consulente Capuano non sarebbero riusciti ad acquistare in rubli i biglietti aerei per Mosca e così un funzionario dell’ambasciata (con un padre molto illustre) li avrebbe aiutati. Ma c’è chi non crede a questa storia
L’ambasciata russa in Italia ha confermato con una nota di aver anticipato a Matteo Salvini il costo del biglietto per il viaggio a Mosca che il leader della Lega ha poi deciso di annullare. La precisazione dell’ambasciata segue la scoperta di questo dettaglio da parte del quotidiano La Verità.
L’ambasciata sostiene di aver anticipato il costo del biglietto a causa delle sanzioni economiche, che renderebbero non solo difficile l’acquisto di biglietti aerei da compagnie russe, ma avrebbero anche reso quasi introvabili i rubli necessari per effettuare l’acquisto.
Visto che alla compagnia russa Aeroflot non è consentito volare in Europa, il volo di Salvini avrebbe sarebbe dovuto partire dalla Turchia. L’ambasciata precisa di aver ricevuto un rimborso da Salvini e di avere documenti che lo provano. La spesa dovrebbe essere in tutto di poche migliaia di euro.
Non tutti però credono a questa versione. Per gli avversari di Salvini, questo scambio sarebbe la prova delle opache ambizioni che Salvini celava dietro il suo viaggio. «Cosa andava Salvini a fare a Mosca a spese della Russia? Non ci racconti la frottola che andava a fare la pace», domanda Lia Quartapelle, responsabile esteri del Pd che in queste ore si trova a Kiev con una delegazione di deputati del Pd.
Nel pomeriggio di sabato arriva anche la replica di Salvini: «Le spese per il possibile viaggio aereo di Salvini sono state interamente pagate dalla Lega», ha scritto la Lega in un duro comunicato: «Nessun biglietto omaggio del Cremlino, quindi, e nessun “viaggio pagato da Mosca”: chiunque continuerà a sostenere il contrario ne risponderà nelle sedi opportune».
La vicenda
Salvini aveva da tempo in programma una visita in Russia. Inizialmente avrebbe dovuto svolgersi all’inizio di maggio, poi è stata posticipata al 29. Quando la notizia del viaggio è emersa, Salvini aveva spiegato che la sua era un’iniziativa per favorire la fine delle ostilità in Ucraina. «Se posso fare qualcosa per la pace la faccio», aveva commentato.
Domani ha scoperto che nei giorni immediatamente successivi all’invasione, Salvini aveva incontrato sostanzialmente in segreto l’ambasciatore russo in Italia, Sergei Razov per almeno quattro volte.
In tutte le occasioni era accompagnato da un misterioso ex parlamentare di Forza Italia e imprenditore, Antonio Capuano, ritenuto il consulente che lo ha aiutato a organizzare gli incontri. Sarebbe stato nel corso di questi incontri che sarebbe maturata l’idea di Salvini di organizzare un viaggio a Mosca.
Il ruolo di Capuano
Gli affari di Capuano e le sue complicate triangolazioni finanziarie, alcune dei quali sotto indagine dell’antiriciclaggio, secondo quanto scrive il quotidiano, sono al centro dell’articolo de La Verità del 10 giugno che per primo ha rivelato il fatto che l’ambasciata russa avrebbe anticipato a Salvini il prezzo del biglietto.
Secondo il quotidiano, quando Capuano si apprestava ad acquistare gli ultimi biglietti che servivano a completare l’itinerario (l’Istanbul-Mosca del 29 maggio e il Mosca-Ankara del 31), si sarebbe accorto di un problema con la sua carta di credito. A causa delle sanzioni, infatti, è al momento è estremamente complicato fare pagamenti elettronici verso società russe.
A quel punto, siamo al 27 maggio, Capuano sarebbe stato aiutato dal primo segretario dell’ambasciata russa in Italia, Oleg Kostyukov, che avrebbe acquistato personalmente i biglietti destinati a Salvini e al suo staff. Capuano, prosegue La Verità, avrebbe successivamente restituito il denaro (che ammonterebbe a poche migliaia di euro).
Kostyukov, però, non è un personaggio qualsiasi, sottolinea il quotidiano, ma si tratta con ogni probabilità del figlio di Igor Kostyukov, direttore dell’intelligence militare delle forze armate russe, sotto sanzioni degli Stati Uniti dal 2016 e dell’Ue dal 2018.
La nota dell’ambasciata
Dopo la pubblicazione dell’articolo de La Verità e di altri articoli su altri giornali, l’ambasciata russa ha pubblicato sabato, piuttosto a sorpresa, una nota di giustificazioni. Dopo aver riassunto in breve la vicenda del viaggio di Salvini, l’ambasciata precisa: «Poiché, a causa delle sanzioni dell'Ue, sono stati sospesi i voli diretti sulla rotta Roma-Mosca, si è reso necessario per la delegazione italiana l'acquisto di biglietti aerei per un volo Aeroflot da Istanbul a Mosca.
A causa delle sanzioni in vigore nei confronti di questa compagnia aerea, è difficoltoso acquistare i biglietti per i suoi voli dal territorio dell'Unione Europea. L’ambasciata ha assistito Salvini e le persone che lo accompagnavano nell'acquisto dei biglietti aerei di cui avevano bisogno in rubli tramite un'agenzia di viaggi russa».
L’ambasciata poi aggiunge che «In quanto il viaggio di Matteo Salvini a Mosca non è avvenuto per motivi ben noti, alla fine ci è stato restituito l'equivalente della cifra spesa per l'acquisto dei biglietti aerei in euro (con rispettivi documenti comprovanti)». Sul ruolo di Kostyukov, infine, il comunicato precisa: «Quanto alle speculazioni sui nomi di specifici dipendenti dell'Ambasciata, le riteniamo assolutamente inadeguate».
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