Dopo settimane di intensi combattimenti, le truppe russe hanno quasi completamente conquistato la città di Severodonetsk. Gli ucraini controllano ormai soltanto la periferia e temono che la città possa essere completamente occupata già oggi.

Con l’eventuale conquista di Severodonetsk i russi avranno completamente occupato l’oblast di Luhansk, una delle due regioni di cui hanno riconosciuto l’indipendenza dall’Ucraina all’inizio dell’invasione. Difficilmente, però, il conflitto subirà una battuta di arresto e con ogni probabilità gli scontri proseguiranno nel resto del Donbass.

Ucraini al limite

Il peggioramento della situazione ucraina è stato annunciato ieri da Serhiy Haidai, governatore ucraino dell’oblast di Luhansk. «Le nostre forze ora controllano solo la periferia della città, ma i combattimento proseguono, le nostre forze difendono Severodonetsk e nessuno può dire che i russi la controllano», ha detto nel pomeriggio ai media ucraini.

Haidai ha parlato anche del contrattacco dello scorso fine settimane, in cui sembrava che gli ucraini fossero riusciti ad espellere i russi da gran parte della città, un evento che aveva alimentato molte speranza. Dopo un paio di giorni, però, i russi sono tornati all’attacco riuscendo a occupare gran parte della città. Haidai ha spiegato questo rovesciamento dicendo che la scorsa settimana le forze speciali ucraine avevano condotto un attacco di sorpresa che gli aveva consentito di occupare quasi metà città.

Una volta arrivati nel centro, però, i soldati ucraini si erano trovati di fronte una città completamente rasa al suolo ed esposta al fuoco della superiore artiglieria russa, che nelle ultime settimane ha ridotto in rovina non solo città, ma anche l’area circostante. A quel punto gli alti comandi ucraini hanno ordinato loro di ritirarsi. Secondo Haidai, l’attacco finale russo potrebbe iniziare già oggi.

Accerchiamento fallito

La città di Severodonetsk non ha una significativa importanza militare e la decisione russa di attaccarla è frutto dei precedenti fallimenti. Da quando ad aprile è iniziata la cosiddetta “fase due” di quella che i russi chiamano “operazione speciale”, le truppe russe si sono concentrate in Donbass con l’obiettivo esplicito di “liberare” le regioni di Luhansk e Donetsk e di distruggere le truppe ucraine che le difendono. Inizialmente, i generali russi avevano pianificato una serie di manovre di accerchiamento.

Ma tutti i loro tentativi di prendere in trappola gli ucraini sono falliti a causa della mancanza di truppe e della resistenza nemica. L’attacco a Severodonetsk, giudicano gli analisti militari, è quindi un ripiego: un’operazione molto più ridotta dal punto di vista militare, ma con chiari vantaggi politici.

Gli scontri proseguono

Per questa ragione, i combattimenti proseguiranno anche dopo l’eventuale caduta della città. Pochi chilometri a sudovest di Severodonetsk si trova Sloviansk, la più grande città occupata – e fortificata – dagli ucraini nell’oblast di Donetsk, un altro importante obiettivo politico per la Russia. Con il fallimento degli accerchiamenti, gli ucraini hanno ancora truppe per montare di nuovo una difesa accanita della città.

 

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