Era una battaglia combattuta a lungo dagli sviluppatori contro Apple e Google che si tengono una parte delle quote di ogni acquisto nelle app. L’accordo con Spotify introduce una rivoluzione più ampia
Entro la fine dell’anno gli utenti che utilizzano Spotify sui cellulari con Android, il sistema operativo di Google, potranno acquistare l’abbonamento direttamente nell’app anche con sistemi di pagamento di terze parti. Quella che può sembrare una novità di poco conto per gli utenti, in realtà è una rivoluzione per le piattaforme.
E potrebbe costringere Apple a fare lo stesso nel prossimo futuro. Anche perché, secondo indiscrezioni rilanciate dai media americani, l’accordo fra Google e Spotify anticipa una modifica che sarà poi estesa a tutte le app.
Martin Peers, editorialista del sito specializzato TheInformation.com, lo considera come il primo passo che porterà al crollo del muro di Berlino del sistema delle app. Finora sia Apple sia Google si sono infatti rifiutate in tutti i modi di introdurre questa possibilità, anche a costo di lunghe battaglie legali.
Ora chiunque utilizzi un’app può fare acquisti soltanto attraverso i sistemi di pagamento di Apple e Google. Significa che le due multinazionali si tengono tutti i dati degli utenti e una quota dei guadagni, che varia dal 15 al 30 per cento. Quando Epic Games ha provato a introdurre un sistema di pagamento alternativo in Fortnite, un videogioco molto conosciuto, Apple ha reagito togliendo l’app dal proprio store.
La rivoluzione
La novità annunciata da Google e Spotify arriva in un contesto che sta lentamente cambiando. Il mese scorso la commissione giustizia del senato americano ha votato a favore di una proposta di legge che punta a dare a ogni utente la possibilità di scegliere quale sistema di pagamento utilizzare.
Una proposta a cui Apple si è sempre opposta, dicendo che potrebbero esserci problemi di privacy per gli utenti. In realtà la questione è innanzitutto economica, visto che le quote sugli acquisti in-app sono un’importante quota del bilancio dei due colossi tecnologici. Per Apple si parla di circa il 20 per cento dei profitti.
L’accordo
Al momento non ci sono grossi dettagli sull’accordo che riguarda Spotify ed è probabile che Google abbia ottenuto comunque la possibilità di tenere una quota sugli abbonamenti. «Gli utenti che hanno scaricato Spotify dal Google play store – spiegano in un comunicato – potranno scegliere se pagare con il sistema di pagamento di Spotify o con Google play billing.
Per la prima volta queste due opzioni saranno disponibili fianco a fianco nell’app. Spotify potrà promuovere sconti e promozioni e offrire agli ascoltatori la possibilità di passare a un abbonamento premium direttamente nell’app».
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