La nuova offensiva russa cominciata nell’est del paese si distingue dalla fase precedente dell’invasione per vari aspetti
- La battaglia per il Donbass è iniziata e da questa dipende una vittoria strategica nella guerra.
- Si tratta, ancora una volta, di uno scenario aperto in cui intervengono molte variabili.
- Quasi nessuno scommetteva sull’esercito ucraino a nord di Kiev, eppure il piano A di Mosca è fallito.
La nuova offensiva russa cominciata nella regione del Donbass si distingue dalla fase precedente dell’invasione per vari aspetti. L’esercito di Mosca ha fallito sulla direttrice d’attacco principale che era Kiev ed è stato fermato anche nella sua avanzata da Kherson verso Odessa, Kryvyi Rih (città natale di Volodymyr Zelensky) e Zaporizhzhia.
Adesso i russi hanno ammassato almeno 22 Gruppi tattici di battaglione (Btg) sull’asse che da nord cala su Izium, cittadina occupata, per tentare una manovra di accerchiamento delle brigate ucraine che reggono il fronte del Donbass da mesi.
Secondo il generale polacco Waldermar Skrzypczak, l’avanzata russa sarebbe dovuta già iniziare lo scorso fine settimana, ma è stata annullata a causa del contrattacco ucraino che il 16 aprile si è spinto in profondità da Kharkiv verso Kupiansk, minacciando di tagliare il saliente offensivo.
I russi hanno dovuto spostare truppe da Izium verso nord per difendere la retroguardia e la strada P79, unica via di rifornimento per gli invasori. Questa manovra ha fatto guadagnare tempo prezioso a Kiev, che sta spostando forze dalla capitale verso est ed è in attesa di armamenti promessi dall’occidente.
L’impatto meteorologico
Un fattore importante nelle operazioni militari è l’impatto meteorologico, come già sperimentato dai carri armati russi rimasti impantanati sulle strade a causa della raspùtitsa, il fango del disgelo.
Per i prossimi dieci giorni nel Donbass è previsto un clima nuvoloso e piovoso, che da un lato rallenta l’avanzata di terra e dall’altro impedisce un tiro preciso di artiglieria e aeronautica.
Infatti, i movimenti delle truppe sono seguiti da immagini satellitari o con droni, che non possono vedere attraverso le nuvole. Se i bombardieri russi scendessero a una certa quota sotto le nubi per vedere a terra sarebbero a tiro degli efficaci sistemi antiaerei forniti agli ucraini.
Specularmente, anche l’uso dei droni Bayraktar sulle colonne nemiche da parte dei difensori è limitato dal cattivo tempo. Questa situazione non ha impedito ai russi di preparare il terreno all’avanzata con pesantissimi bombardamenti di artiglieria, strumento importante nella dottrina russa, e con missili balistici.
La controffensiva
Non è da escludere che l’Ucraina tenti nuovamente di spingere una controffensiva da Chuhuiv verso Kupiansk per tagliare quella che in gergo è chiamata “ground line of communication” da Belgorod verso Izium, con il duplice fine di interrompere l’avanzata russa e catturare in una sacca l’avanguardia nemica.
Kharkhiv è presidiata dalla 93ª brigata meccanizzata e dalla 17ª brigata corazzata, due reparti d’élite dell’esercito ucraino. I russi non hanno per il momento intenzione di assediare la città perché è ben fortificata e potrebbe costare un prezzo troppo alto.
L’obiettivo russo è calare su Sloviansk e Kramatorsk, per isolare le brigate ucraine che difendono più a est Severodonetsk, settore del fronte in cui hanno conquistato Kreminna e Popasna.
Qui la difesa è affidata alla 128ª brigata d’assalto da montagna “Transcarpazia” e alla 79ª brigata d’assalto paracadutisti, quella dei famosi “cyborg” della battaglia all’aeroporto di Donetsk.
Perciò Kiev schiera alcune delle sue forze migliori e se venissero catturate o annientate sarebbe un colpo durissimo. Incuneata a nord tra Izium e Severodonetsk c’è la 57ª brigata motorizzata, mentre a sud fino a Horlivka ci sono la 24ª e la 30ª brigata meccanizzata.
Anche in questo l’approccio ucraino si distanzia significativamente da quello russo. Infatti, i primi utilizzano come unità operativa la tradizionale brigata, mentre i secondi hanno elaborato nel corso degli anni il Gruppo tattico di battaglione.
Gruppi tattici di battaglione
Il Btg è di fatto un battaglione di fanteria meccanizzata a cui vengono affiancate compagnie di carri o plotoni di artiglieria, difesa aerea e ingegneri, per un totale di circa 700-900 uomini. La composizione varia a seconda delle necessità operative e della disponibilità di ogni brigata.
Le direttive dello Stato maggiore russo prescrivono infatti che ogni brigata formi almeno due Btg come forza di pronto intervento, mentre il resto del reparto si prepara. Nel 2021 la Russia aveva a disposizione almeno 168 Btg, di cui hanno però perso capacità operativa per le perdite nell’avanzata su Kiev.
Una delle intuizioni della Difesa russa è combinare a livello di battaglione unità di diverse armi (fanteria, artiglieria, cavalleria, etc) già abituate a lavorare assieme nelle esercitazioni, anziché dover coordinare brigate di diverso tipo tra loro.
Un Btg è pensato per essere completamente autonomo fino a tre giorni, dopodiché necessita rifornimenti e supporto logistico. Questo significa che se gli ucraini riuscissero a isolare per sufficiente tempo i Btg a Izium potrebbero conseguire una vittoria strategica.
Il fronte meridionale
Un altro fronte su cui gli ucraini distraggono forze russe è quella meridionale. Infatti, la strenua e disperata resistenza dei fanti di marina e del battaglione Azov nell’assedio di Mariupol ha distolto vari Btg dall’unirsi all’offensiva verso nord, mentre proseguono le controffensive da Mykolaiv e nell’area di Melitopol è in corso un’accanita resistenza di partigiani contro gli occupanti.
Nella pianura del Donbass non vi sono ripari naturali come colline, montagne o fitti boschi da cui tendere imboscate, come avvenuto a nord di Kiev. Dunque, le forze armate ucraine devono adottare una strategia differente e dotarsi di tutte le componenti di guerra terrestre: carri, fanteria, artiglieria, antiaerea, forze speciali.
Per questo Zelensky ha ribadito l’importanza di ricevere immediatamente armamenti e mezzi da occidente. La Repubblica ceca ha fornito dodici carri T-72 e il sistema terra-aria Strela-10, il Regno Unito centoventi veicoli trasporto truppe e altri duecento dagli Usa, la Slovacchia una batteria di missili S-300.
Sappiamo che la Polonia, e forse Bulgaria e Slovacchia, hanno ceduto vari Mig-29 all’Ucraina e sono arrivati almeno altri 16 droni Bayraktar dalla Turchia. Anche la Germania ha ceduto 14 veicoli blindati e il Ceo dell’azienda Rheinmetall ha offerto 50 carri Leopard 1. Grandi assenti da questi aiuti sono la Francia e l’Italia.
La battaglia per il Donbass è iniziata e da questa dipende una vittoria strategica nella guerra. Si tratta, ancora una volta, di uno scenario aperto in cui intervengono molte variabili. Quasi nessuno scommetteva sull’esercito ucraino a nord di Kiev, eppure il piano A di Mosca è fallito.
Mentre le truppe di invasione russa avanzano e massacrano, c’è chi sostiene che Zelensky dovrebbe aprire un tavolo di trattative (dove Vladimir Putin non vuole sedersi prima di aver ottenuto conquiste significative) e negoziare la cessione di alcune regioni dell’Ucraina in cambio della pace.
Un po’ ingenuo pensare che Putin si accontenterebbe del Donbass e dal giorno dopo rinuncerebbe ad allargare la sfera di influenza della dittatura russa nell'Europa orientale. Ingenuo o cinico.
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