Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Dal 29 luglio è iniziata la prima serie dedicata alla sentenza della corte d'assise di Bologna che ha condannato all'ergastolo Paolo Bellini per la strage di Bologna e ha squarciato il velo su alcuni mandanti.


L'idea del golpe continua dunque ad aleggiare minacciosa per qualche anno ancora, ma perde progressivamente quota, anche se il "golpe bianco" di Edgardo Sogno fu un'iniziativa inquietante; giunta peraltro fuori tempo massimo, perché fu lo stesso Ministro Taviani a mettere la procura di Torino sulle orme di Sogno.

Il consulente insiste: "in realtà quello che distrugge il convitato di pietra è il fallimento di questo Golpe che è stato tentato ma non è arrivato ad esito. "

Vedremo più avanti come anche Gelli vi abbia avuto un ruolo.

Braccio destro di Junio Valerio Borghese era l'imprenditore Remo Orlandini; di cui "inspiegabilmente" Borghese si fida. Il consulente affronta quindi la vicenda delle indagini che il SID, su mandato del presidente del Consiglio, Andreotti, svolge nel corso del 1975 sul golpe Borghese e sull'occultamento dei risultati delle indagini che avevano messo in evidenza quanto ramificata fosse l'iniziativa golpista. La riduzione dell'iniziale rapporto del SID "il malloppone" a un innocuo rapportino, reticente e omertoso; "il malloppino" è una delle vicende eclatanti dei misteri di Stato che accompagnano questa fase della vita della Repubblica.

Riproduciamo il passo del verbale:

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT PALMA - Esatto. Torniamo al Malloppone e Malloppino, io ho citato queste parole perché sono rimaste nella Storia, se può spiegare alla Corte che cosa è successo anni dopo, perché il Capitano Labruna che cosa fa? Dell'Ufficio Nord del SID?

CONSULENTE GIANNULI - Del NOD.

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT PALMA -Del NOD.

CONSULENTE GJANNULI - Labruna lavorava alle dipendenze di Ma/etti. Viene infiltrato ...

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT PALMA - Diciamo chi sono Labruna e Maletti, che poi sono stati trovati a ...

CONSULENTE GIANNULI - Allora, Maletti è il responsabile dell'ufficio del Servizio Segreto Militare.

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT PALMA - All'epoca SID.

CONSULENTE GIANNULI- All'epoca SID. Rivale di Miceli, c'è tutta una storia. Maletti era uomo legato, molto, al Mossad; Miceli, invece, veniva da un altro tipo di formazione ed era più in rapporti con i Servizi Segreti arabi.

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT. PALMA - Ma Miceli era il capo di Labruna?

CONSULENTE GIANNULI - Si, era il capo, ma il sottoposto era molto disobbediente.

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT PALMA -Senta, poi questi tre nomi, Labruna, il suo superiore Ma/etti e il suo superiore Miceli, si troverà che erano iscritti alla P2, tutti e tre?

CONSULENTE GIANNULI- Sì, e però questo conferma che la P2 più che ...

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT. PALMA - È la domanda che le ho fatto prima.

CONSULENTE GIANNULI- Sì. La P2 più che noi tutti abbiamo pensato che la P2 fosse lo stato maggiore del Golpe, in realtà la P2, dopo anni di inchiesta si è capito, era una camera di compensazione di tutti gli scontri che c'erano stati ed erano stati tenuti sotto traccia. (corsivo nostro)

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT. PALMA - Mi ha anticipato la domanda. Perché noi stiamo vedendo alla fine degli anni '60 e i primi anni '70 dove c'è diciamo con un eufemismo, effervescenza di rapporti e rivalità tra il Servizio Segreto Militare e quello civile incarnato dall'UAR, lei ha scritto nella relazione che a metà degli anni '70, grazie alla P 2, sfuma questo contrasto che trova la sua conciliazione nella Stanza di Compensazione della P 2, in cui erano iscritti tutti.

CONSULENTE GIANNULI - Esatto.

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT PALMA - Conferma questo?

CONSULENTE GIANNULI - Confermo e aggiungo un particolare interessante. Dopo la Strage di Brescia, ripeto, fino a quel punto e ancora per molto tempo, si penserà a una regia unica, cioè al fatto che tutti cooperassero al colpo di Stato. Beh, forse ciascuno aveva in testa un suo colpo di Stato, ma non quello dell'altro. Ora, a un certo punto con Brescia si comincia a capire che c'è qualcosa che non funziona, e il Manifesto scrive un articolo. Il Manifesto è forse uno dei giornali più accorti in quel momento, scrive un articolo in cui dice: "Filtra fin qui la voce di contrasti fra i corpi dello Stato, corpi separati". "Filtra"! Quindi nel '74 siamo ancora a barlumi che ... la cosa poi non viene considerata tanto, e ancora per molto tempo si continuerà, ma ecco, "Filtra", il contrasto è tenuto rigorosamente segreto, però prima che proprio esploda in modo irreparabile arriva la P2 a ...

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT PALMA - E compensa tutto.

CONSULENTE GJANNULI - E cerca di calmare le acque.

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT. PALMA - Per cronaca della Corte noi abbiamo depositato le sentenze, e gli unici condannati per Piazza Fontana, mi corregga Professore se non sbaglio, sono stati il Capitano Labruna e il Generale Maletti, per reati di falso, falso ideologico.

CONSULENTE GJANNULI - Sì.

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT PALMA-Cioè all'epoca non c'era il depistaggio, c'era questa figura di reato generale. Allora diciamo che cosa succede con Labruna, con i dialoghi, e Orlandini, e le registrazioni?

CONSULENTE GIANNULI - Succede, oh, quando viene condannato Labruna è già morto. Lo ricordo, l'ho incontrato durante ...

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT. PALMA - Nei superiori gradi di giudizio, in primo grado è stato condannato.

CONSULENTE GJANNULI - Sì, però la condanna definitiva non l'ha vista.

SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE, DOTT. PALMA - Allora cosa succede? Qual è la novità di non perdere le indagini?

In buona sostanza, spiega il consulente, Borghese è fuggito nel 1974 ed è latitante in Spagna; è considerato ormai fuori dai giochi. Remo Orlandini è invece ancora attivo, anche se i suoi riferimenti all'epoca sono ignoti. Maletti, già interno alla P2 decide di infiltrare uno dei suoi uomini, il Capitano Labruna all'interno di questa trama. Maletti ha una sua catena di comando ufficiale, ma non si rivolge ad essa. Crea una catena di comando parallela denominata Nucleo Operativo della Difesa, a capo del quale mette il capitano Labruna.

Costui si infiltra proponendosi come ufficiale dei Servizi, favorevole però al colpo di Stato. Ha una serie di incontri con diversi personaggi che ruotavano intorno a Borghese, dallo stesso Orlandini, a Torquato Nicoli; registra interamente e regolarmente questi colloqui, nei quali sono contenuti espliciti riferimenti a complicità e collegamenti di Borghese. E prepara il rapporto che porterà alla riapertura del caso Borghese.

Il caso Borghese nel dicembre del '73 verrà archiviato, perché come tale il colpo di Stato non sembrava giuridicamente realizzato. Labruna consegna il fascicolo dei colloqui con Orlandini a Maletti, il quale lo inoltra a Miceli, che lo blocca per evidenti ragioni "di connivenza", precisa il consulente. Maletti non fidandosi del suo superiore lo spedisce al suo referente politico, il Ministro della Difesa Andreotti. Per i regolamenti militari, questa trasmissione sarebbe dovuta avvenire per le vie gerarchiche ma Maletti le scavalca, aggirando così l'ostruzionismo del suo superiore.

Andreotti consente che si riapra il caso Borghese. È una fase politica nella quale Andreotti toglie copertura agli eversori, la toglie a Giannettini, ammettendo che era stato agente del SID e che era stato un errore coprirlo, accetta lo scioglimento di Ordine Nuovo. Nel "malloppone" si fanno molti nomi pesanti; si parla di Gelli e molti protagonisti della P2 risulteranno coinvolti nel golpe (il consulente in suoi scritti menziona Felice Genoese Zerbi, Sandro Saccucci, Giuseppe Casero, Gino Birindelli, nel frattempo diventato capo della Flotta Nato e quindi parlamentare del Movimento sociale, Giovanni Torrisi) oltre allo stesso Licio Gelli.

Questi nomi non possono comparire e vengono depennati dal rapporto per l'a.g. Si realizza un progressivo mutamento di atteggiamento verso l'eversione ed è evidente come questa pur prudente azione sia osteggiata e mal vista dai destinatari delle azioni. In sostanza il "sistema di potere" si avvia a liberarsi dei Nuclei di difesa dello Stato, attraverso prima Ordine Nuovo, messo sotto processo e poi sciolto su impulso del Ministro Taviani sul finire del 1973; nel 1975 toccherà ad Avanguardia Nazionale. Residuava la terza grande organizzazione dell'estrema destra, il Fronte Nazionale di Borghese. Il modo più semplice per metterlo fuori gioco consisteva nel riaprire il processo per il Golpe Borghese.

Ma quest'ultimo nel rapporto scaturito dalle confidenze di Orlandini aveva troppi nomi delicati. Metteva dentro politici del livello di Tanassi e lo stesso Andreotti ne era sfiorato. Ci sono anche altri personaggi, alti ufficiali (Fanali, Palumbo, Picchiotti, Mereu). Nomi "all'epoca molto pesanti".

Per questo Andreotti nell'estate del '74, durante la quale "opportunamente" muore Borghese, (il consulente assume di avere esaminato molto attentamente le circostanze della sua morte, in base alle quali si dava per scontato si fosse trattato di eliminazione fisica per avvelenamento, soluzione alla fine non confermata, per cui la morte è rimasta una coincidenza). In tale contesto si decide di sfoltire l'originario Malloppone, ricavandone un Malloppino, secondo la definizione di Carmine Pecorelli che denuncerà l'operazione di riduzione, per cui ci sarà una nuova stesura, un po' più ampia, detta il "Malloppetto" e si aprirà l'inchiesta sul Golpe.

L'originario Malloppone verrà fuori alcuni anni dopo allorché il Capitano Labruna, si presenterà dal giudice Salvini e non solo renderà testimonianza, ma rivelerà ciò che aveva scritto, consegnando addirittura i nastri delle registrazioni delle sue conversazioni con Orlandini, con Torquato Nicoli, che aveva trattenuto e risultano agli atti di quell'inchiesta.

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