VideoMondoGaza vista dalla Cisgiordania: il racconto di una psicologa palestinese
Checkpoint per andare dai bambini ricoverati all’ospedale di Beit Jala e droni che volano sopra le case. È la vita di Farah, una psicologa palestinese in un villaggio vicino a Hebron, dove la Striscia si vede dalla finestra. La strada che percorriamo in auto Farah la conosce a memoria. Sono 30 km che la conducono all’ospedale pubblico di Beit Jala, città a 10 km a sud di Gerusalemme, sul lato occidentale della strada per Hebron, di fronte a Betlemme. È l’ultima struttura sanitaria pubblica in Palestina in cui i bambini malati di cancro (ogni anno si stima vengano diagnosticati tumori a 250-300 minori) possono essere curati. Farah è la prima psico-oncologa inserita in un ospedale in Palestina. È stata assunta grazie al progetto messo in piedi dalla Fondazione italiana Soleterre insieme alla rete Vis (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo)