Dal 28 settembre al 2 ottobre troverete su Domani un podcast di aggiornamento molto mattiniero. Dopodichè, letteralmente a tutte le ore del giorno (e della notte) aggiornamenti sui nostri canali Telegram e Twitter. Prestate attenzione anche a interviste e ulteriori articoli a proposito di cose che sembrano parlare di clima, ma che in realtà sottendono ogni altro tema
Le Conferenze delle Parti (Cop), sono gli incontri annuali organizzati dalle Nazioni Unite per concordare efficaci politiche di contrasto al riscaldamento globale. A novembre 2021 in Scozia si terrà la 26esima edizione, presieduta congiuntamente da Italia e Regno Unito. La Cop di quest’anno è particolarmente importante per due motivi: è la prima dallo scoppio della pandemia ed è chiamata ad aggiornare gli Accordi di Parigi, ovvero la più avanzata intesa mai raggiunta in tema di lotta alla crisi climatica. Come Destinazione Cop ci proponiamo di raccontare le notizie, i meccanismi, i retroscena dei negoziati per il clima. A questo link trovi i nostri pezzi precedenti.
La preCOP e la YouthCOP
Per una serie di incredibili coincidenze, la storia passa dall’Italia nel 2021. Mancano ormai pochissimi giorni alla Pre-Cop di Milano, un pre-incontro della Conferenza delle Parti per il clima, il prequel della Cop vera e propria che avrà luogo a Glasgow a novembre 2021. L’organizzazione è in capo al duo Regno Unito e Italia, che si spartiscono quindi gli eventi.
La conferenza di quest’anno - e di conseguenza tutti i suoi eventi preparatori - sono cruciali per almeno tre motivi.
È innanzitutto la prima Cop della storia che deve essere recuperata a causa della sospensione dell’evento nel 2020. Quest'ultima sarebbe stata la prima Cop veramente politica dopo quella di Parigi nel 2015 in quanto limite ultimo entro la quale gli stati aderenti agli Accordi di Parigi devono presentare i loro Ndc, ossia i loro contributi volontari di riduzione delle emissioni con lo scopo di rimanere «ben al di sotto dell’aumento di 2°C, se possibile entro 1,5°C di aumento di temperatura media globale».
Un’altra importante considerazione è che questo incontro sarà il primo ad avvenire in un mondo con una consapevolezza radicalmente diversa rispetto alla Cop di Madrid nel 2019, quando la mobilitazione globale dei movimenti per il clima aveva sorpreso tutti i governi, e quasi nessuno di questi aveva apportato seri miglioramenti ai target climatici.
Questo è avvenuto in larga parte nell’ultimo anno, ulteriormente spinto dall’avvento del presidente Joe Biden che ha riportato immediatamente gli Usa negli Accordi di Parigi. Ad oggi però, secondo Climate Action Tracker, gli impegni di riduzione degli stati del mondo portano comunque ad una traiettoria di più 2,7°C entro fine secolo - ben lontano dall’obiettivo di più 1,5°C indicato anche dall’ultimo rapporto dell’Ipcc come soglia di sicurezza.
Infine, si tratta della prima versione con un apposito spazio per i giovani, con 400 rappresentanti provenienti da tutto il mondo e selezionati dai relativi ministeri dell’Ambiente. La Youth Cop, invenzione dell’ex ministro Costa, che proverà a convogliare le idee di questi giovani rappresentanti sui tavoli dei delegati alla Pre – Cop. Questa comincerà martedì 28 settembre fino al 30 settembre. Ci saranno i ministri, tra cui il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani, e anche il presidente del consiglio Mario Draghi. Tra gli ospiti anche l’attivista Greta Thunberg.
Il 30 comincerà la Pre-Cop, sempre presso MiCo - Milano Convention Centre - che durerà fino al 2 ottobre.
Ecco cosa faremo
Come mai, nel 2020, la notizia del rinvio della COP26 non è rimbalzata su tutti i media? O in generale, la crisi climatica non viene raccontata con il numero di pagine dedicate alla crisi sanitaria? Perché non si racconta, non si aggiorna, la popolazione su un tema così vitale come quello climatico con la stessa frequenza del Covid? Sono due sfide che corrono su ordini temporali diversi, è vero, ma una delle definizioni migliori che forse abbiamo letto negli ultimi mesi è che la crisi climatica altro non è che una pandemia al rallentatore.
Da qui, l’idea di Destinazione Cop, che questa settimana raggiungerà Milano. Il progetto - a cura di quattro giovani esperti di politiche climatiche, negoziati internazionali e appassionati di comunicazione in ogni sua forma - è nato per raccontare in modo semplice e diretto non tanto la crisi climatica in sè, ma come la specie umana - con tutti i suoi curiosi e a volte bizzarri meccanismi - stia provando a collaborare per affrontarla, e soprattutto risolverla. Ogni giorno, dal 28 al 2, troverete un breve podcast di aggiornamento molto mattiniero. Dopodiché, letteralmente a tutte le ore del giorno (e della notte) aggiornamenti sui nostri canali Telegram e Twitter. Prestate attenzione anche a interviste e ulteriori articoli a proposito di cose che sembrano parlare di clima, ma che in realtà sottendono ogni altro tema.
© Riproduzione riservata