Greenpeace ha commissionato all’Osservatorio di Pavia uno studio su come i messaggi sul clima e le politiche ambientali della nuova amministrazione Trump siano stati ricevuti nel dibattito pubblico italiano nei primi mesi di presidenza.

Lo studio prende il titolo dalla sua frase più aggressiva, il famoso «Drill Baby Drill», pronunciato in campagna elettorale (trivellare, trivellare, trivellare). I risultati più significativi sono due. Il primo è che l’anti-ambientalismo di Donald Trump in Italia è stato strumentalizzato in modo diretto e lineare contro il Green Deal e le politiche dell’Unione europea, come una sorta di endorsement allo smantellamento di cinque anni di lavoro.

Il secondo è che questo dibattito partecipano media, opinionisti e politici, mentre è completamente assente la voce della scienza del clima. Forse è questo l’effetto più devastante e significativo della nuova stagione di Trump: la totale marginalizzazione degli scienziati nel discorso che loro stessi avevano sollevato sulla crisi climatica.

Ogni volta che il presidente degli Stati Uniti fa una dichiarazione sulle questioni del clima o dell’ambiente, ormai quasi a nessuno viene in mente di interpellare gli scienziati per conoscere la realtà. Abbiamo passato anni a fare fact checking su qualsiasi minuzia, eppure il fact checking più importante per la civiltà umana è stato completamente ignorato.

I media 

La ricerca di Greenpeace e dell’Osservatorio di Pavia analizza le reazioni alle dichiarazioni e alle politiche sul clima della nuova amministrazione statunitense riportate dai più diffusi quotidiani nazionali, dalle edizioni serali dei telegiornali delle reti Rai, Mediaset e La7, e dalle pagine social dei principali partiti ed esponenti politici nel periodo precedente e successivo all’insediamento di Trump.

In questo periodo sono stati pubblicati in Italia 108 articoli e servizi su cosa sta facendo l’amministrazione in relazione all’ambiente, su cosa dice Trump, su cosa succede e cosa cambia con le sue scelte. Quanti di questi 108 articoli e servizi prevedevano la voce della scienza a commento di quanto accadeva? Solo quattro, su 108.

Vengono molto più spesso interpellati esponenti del mondo della politica, della geopolitica e della sfera economica, ma quasi mai ricercatori o ricercatrici delle scienze del clima, degli oceani o della Terra.

Tra le misure e le dichiarazioni sulle politiche climatiche ed energetiche più citate ci sono quelle correlate al ritiro degli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi e la partecipazione di Trump al World Economic Forum di Davos. Quasi la metà delle notizie sul tema (in particolare il 43 per cento degli articoli e il 48 per cento dei servizi dei telegiornali) non conteneva alcuna reazione, né positiva né negativa, alle dichiarazioni sul clima di Trump, limitandosi a riportare i fatti nel flusso del racconto dei numerosi ordini esecutivi firmati dal presidente e delle sue dichiarazioni rilasciate a ritmo continuo.

Politica di picconamento 

Il partito italiano di gran lunga più attivo nell’alimentare la filiera tra le politiche di Trump e il picconamento del Green Deal europeo è stato la Lega, che ha quasi sempre utilizzato dichiarazioni e ordini esecutivi per rilanciare l’opposizione al Green Deal Europeo, descritto come un «progetto ideologico», criticando le restrizioni Ue e i costi delle politiche ambientali, oppure presentando Trump come modello di difesa dell’interesse nazionale e dell’autonomia energetica.

Come ha spiegato Federico Spadini di Greenpeace Italia: «Il rapporto evidenzia soprattutto la perdita di attenzione specifica al tema delle politiche climatiche, che accomuna gran parte dell’informazione mainstream. La scarsa presenza della voce della scienza ne è una dimostrazione. Questo non permette, però, ai cittadini di ricevere un’informazione completa e accurata per comprendere la portata delle conseguenze di scelte cruciali per il futuro di tutti noi».

Al di là di quello che sta facendo Trump e di come viene interpretato dal nostro sistema politico e mediatico, è questo il dettaglio più grande e preoccupante: in questa fase storica sembra che abbiamo completamente normalizzato il fatto di parlare di cambiamento climatico e collasso ecologico senza mai dare una cornice scientifica al discorso.

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