È giallo sull’abbattimento di uno dei sei caccia F-16 in dotazione agli ucraini: l’ipotesi che il velivolo sia stato colpito da fuoco amico. Zelensky caccia il capo dell’aeronautica. Aumenta la quota dei soldati di Kiev formati dall’Unione europea: 15mila unità in più
Mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è in attesa delle scelte politiche discusse in questi giorni a Bruxelles, sul campo la guerra continua e il numero dei morti civili tra continua a salire. Nella zona centrale di Kharkiv un missile russo ha colpito un parco giochi e un edificio causando almeno cinque morti (tra cui un bambino) e 47 feriti, di cui 20 in gravi condizioni. A Sumy, invece, il bilancio di un raid aereo russo è di un morto e otto feriti.
Sul fronte russo gli ucraini continuano ad avanzare. Ieri altri due chilometri sono stati conquistati nell’offensiva militare a Kursk e la situazione preoccupa il Cremlino tanto che ha dato l’ordine di ritirare dal Burkina Faso la Brigata Orsi, la nuova forza paramilitare russa in Africa. Tuttavia, nelle ultime ore i vertici dell’esercito ucraino sono impegnati nel giallo dell’abbattimento del primo dei sei F-16 consegnati dagli alleati a Kiev nelle scorse settimane che è costato il posto al comandante dell’Aeronauta Mykola Oleshchuk, sostituito ieri da Zelensky. Lo scorso 26 agosto si è schiantato il caccia guidato da uno dei piloti più esperti del paese, Oleksiy Mes (alias Moonfish). Non è ancora chiaro cosa sia accaduto.
«Nessuno ha nascosto nulla e nessuno sta nascondendo nulla! Tutti i vertici hanno ricevuto immediatamente un rapporto sull'incidente», ha detto il generale Mykola Oleschuk. Sul caso è stata aperta un’indagine alla quale collaborano anche funzionari statunitensi. Ma secondo la deputata ucraina Maryana Bezuhla a causare l’incidente sarebbe stato il fuoco amico. Il caccia – ha detto – «è stato abbattuto dal sistema missilistico antiaereo Patriot, a causa della mancanza di coordinamento tra le unità».
In totale a Kiev saranno consegnati ottanta F-16. Ci vorrà tempo prima che saranno consegnati e soprattutto prima che i piloti vengano addestrati al loro utilizzo. Ma l’abbattimento del primo caccia, tra l’altro per possibili errori interni, getta dubbi tra i governi alleati sulle capacità di Kiev nel gestire i dispendiosi aiuti militari occidentali.
Scintille politiche
La notizia sul caccia F-16 è arrivata nei giorni in cui a Bruxelles si è riaccesa la polemica politica sul sostegno militare all’Ucraina durante le riunioni informali del Consiglio Ue. La mattinata ha trascinato con se le polemiche della sera prima per via delle dichiarazioni rilasciate dal ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista al Corriere della Sera: «Non siamo in guerra con la Russia. Che autorizzazione diamo, a bombardare Mosca? Quale sarebbe il limite? Senza propaganda, bisogna essere seri, evitando ogni possibile escalation». Senza mezzi termini la risposta dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell: «Penso sia ridicolo dire che consentire di colpire all’interno del territorio russo significhi essere in guerra contro Mosca». Ma il capo della Farnesina ha sferrato anche un attacco personale, affermando che Borrell «parla a proprio nome» e che «è uscente», delegittimando di fatto la sua posizione.
«Devo avere opinioni personali se voglio spingere il consenso tra gli stati membri», ha detto il rappresentante Ue, il quale ha aggiunto che l’obiezione sull’uso delle armi in territorio russo sono «ragioni politiche» dato che «il diritto internazionale» non lo impedisce. A spegnere il fuoco ci ha pensato il ministro della Difesa Guido Crosetto. Con Borrell c’è stato un «confronto molto proficuo sulla delicata situazione internazionale», ha scritto su X dopo l’incontro avuto a Bruxelles.
«Il giudizio che ci interessa è quello delle persone che sono in difficoltà, non delle altre persone», ha detto Crosetto ai giornalisti. «Tutto quello che ci hanno richiesto gli ucraini fino ad oggi gli è stato dato». E ha aggiunto: «Non c’è nulla che sia stato chiesto all'Italia che non sia stato dato e non c’è nulla su cui gli ucraini non siano soddisfatti nella collaborazione».
Addestrare gli ucraini
Se nella giornata di giovedì i paesi erano divisi sull’utilizzo delle armi inviate a Kiev per colpire il territorio russo, ieri lo scontro si è incentrato sulla possibilità di addestrare in Ucraina i soldati di Volodymyr Zelensky. In mattinata Borrell ha proposto di aprire una cellula militare in Ucraina per aumentare il coordinamento e di addestrare direttamente in loco i soldati di Volodymyr Zelensky. A fine giornata è stata raggiunta l’intesa per aumentare il numero di soldati ucraini da formare da 60 a 75mila, ma per alcuni dei governi Ue è troppo rischioso farlo in Ucraina.
«La Spagna non condivide questa opzione», ha detto la ministra della Difesa Margarita Robles. Madrid chiuderà il 2024 con circa 6mila ucraini addestrati nei suoi centri ed è disposta ad aumentare questa quota. Il governo svedese e quello estone, invece, sono tra quelli che non escludono a priori la proposta di Borrell. Ma per il momento non se ne parla, gli ucraini saranno addestrati in centri il più vicino possibile ma non in loco. Ancora una volta il sostegno militare a Kiev divide i paesi membri.
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