- Tra le misure il taglio degli oneri di sistema per tutte le imprese e un credito di imposta per le industrie energivore, come possono essere quella della carta, dell’acciaio e del vetro.
- Arrivano i tagli per le fonti rinnovabili: i produttori incentivati dallo stato dovranno restituire parte degli introiti. Scontro politico Letta-Salvini su Enel. Per aumentare l’installazione degli impianti il governo interviene ancora una volta sulle procedure autorizzative.
- Arriva anche il taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, tra cui quelli per la ricerca nel settore del potrolio e del gas. Cingolani ha quantificato l’intervento in 105 milioni di euro.
Il governo interviene ancora una volta sul caro energia e nell’ultimo decreto legge varato in Consiglio dei ministri taglia sui costi delle bollette in più modi: intervenendo sugli oneri di sistema per le imprese, offrendo un credito di imposta alle industrie energivore, e chiedere indietro parte dei profitti ai produttori di energia da fonti rinnovabili.
In Consiglio dei ministri arriva inoltre il primo intervento sui sussidi ambientalmente dannosi. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha proposto la misura in Consiglio dei ministri, si tratterebbe di un intervento da oltre 105 milioni di euro a partire dal 2022. Risorse da destinare al finanziamento delle misure di contenimento dei costi delle bollette dell'energia elettrica.
Il decreto è stato approvato, ma la battaglia continua all’interno della maggioranza, con il leader della Lega Matteo Salvini che nei giorni scorsi ha attaccato Enel, uno dei maggiori produttori di energia rinnovabile in Italia, e il segretario del Pd Enrico Letta che difende le energie sostenibili retwittato dall’amministratore delegato della compagnia, Francesco Starace.
Gli oneri di sistema
Gli oneri di sistema sono la parte delle bollette che riguarda le spese di trasporto, distribuzione dell’energia e gli incentivi alle fonti rinnovabili. Il decreto per compensarli destina 1,2 miliardi alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, come potrebbe essere un ristorante o un supermercato, e alle reti per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico. Una mossa che la Lega caldeggiava da giorni.
Per coprire questi costi l’esecutivo attingerà dai proventi delle aste delle quote di emissione di CO2. Qualora i versamenti siano inferiori all’importo, verranno presi parte dei proventi delle aste delle quote di emissione di CO2 relative all’anno 2021, destinati al ministero della Transizione ecologica e al ministero dello Sviluppo economico.
Gli energivori
Prima di varare le nuove norme sugli energivori, il ministro dello Sviluppo si è curato di invitare tutti i rappresentanti al ministero, e lo stesso Mario Draghi ha deciso di incontrare il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. L’esito di questo confronto è arrivato in consiglio dei ministri.
Le aziende, rileva il governo, hanno subìto un incremento del costo per KWh superiore al 30 per cento relativo al medesimo periodo dell’anno 2019 – quindi prima della pandemia –, per questo il governo ha deciso di riconoscergli un contributo straordinario sotto forma di credito di imposta, pari al 20 per cento delle spese sostenute per l’energia acquistata ed effettivamente utilizzata nel primo trimestre 2022.
Non solo, il credito d'imposta può essere ceduto, anche parzialmente, a banche e agli altri intermediari finanziari una modalità che permette di monetizzare l’aiuto. Il costo è stato calcolato in 540 milioni di euro per l’anno 2022.
Gli «extra profitti»
Il governo alla fine ha deciso di intervenire sugli «extra profitti», ovvero sui profitti eccezionali realizzati da alcuni operatori energetici per effetto del fortissimo aumento dei prezzi del gas nell’ultimo anno. Per le rinnovabili infatti chi vende energia non ha avuto il costo della componente metano nella produzione, ma ha venduto allo stesso prezzo.
Dalla data del 1° febbraio 2022 e fino alla data del 31 dicembre 2022, gli impianti fotovoltaici, eolici, geotermici e idroelettrici incentivati dovranno restituire i maggiori introiti, pari alla differenza tra i ricavi di vendita del periodo e la media del decennio 2010-2020.
Per cercare di spingere comunque la produzione, il governo ha deciso di intervenire ancora una volta sulle procedure autorizzative rafforzando l’operatività della commissione Pnrr-Pniec. Prima i tecnici potevano occuparsi della mansione insieme ad altre, adesso saranno interamente dedicati allo scopo, inoltre potranno riunirsi anche a distanza.
I sussidi ambientalmente dannosi
I sussidi ambientalmente dannosi, un mix di sgravi che arriva almeno a 19 miliardi andando a incentivare il consumo di combustibili fossili, dopo le ripetute promesse è stato interessato da un primo taglio. Dalla soppressione dei Sad individuati deriveranno risorse pari a 105,86 milioni di euro annui a partire dal 2022, destinate al finanziamento delle misure di contenimento dei costi delle bollette dell’energia elettrica.
La proposta sopprime specifiche misure di agevolazione fiscale, senza determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
In particolare:
- Si sopprime la riduzione dell’accisa per i carburanti utilizzati nel trasporto ferroviario di persone e merci.
- Si sopprime l’esenzione dall’accisa sui prodotti energetici impiegati per la produzione di magnesio da acqua di mare.
- Si sopprime l’esenzione dall’accisa sui prodotti energetici per le navi che fanno esclusivamente movimentazione all’interno del porto di transhipment.
- Si esclude l’impiego delle risorse del Fondo per la crescita sostenibile per i progetti di ricerca, sviluppo e innovazione nei settori del petrolio, del carbone e del gas naturale.
Il grosso degli incentivi va al settore dell’autotrasporto e a quello agricolo (almeno 5 miliardi), ma su quelli il governo per il momento ha deciso di non intervenire.
La battaglia si fa politica
La battaglia sul futuro dell’energia e sulle risorse da collocare diventa ogni giorno più politica. Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa sul caro energia diversi gioni fa aveva attaccato direttamente Enel: «Aggiungo una riflessione ci sono alcune grandi aziendedi evidente interesse nazionale non faccio nomi e cognomi, Enel che stanno macinando utili mostruosi».
In mattinata, mentre si discuteva degli extra profitti, il segretario del Pd Enrico-Letta ha fatto un post su Twitter e su Facebook: «In Italia molti politici hanno cominciato a raccontare che se il costo dell’energia aumenta è a causa delle politiche ambientali, che gli sforzi per combattere il cambiamento climatico sono fatti a spese della gente. È una #fakenews. È vero il contrario: produrre più #energia da fonti rinnovabili abbassa la bolletta elettrica». L’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, ha subito retwittato.
Sempre oggi Letta ha incontrato la componente ecologista FacciamoEco per discutere di Quirinale.
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