Il primo appuntamento è nella sede della fondazione Feltrinelli, in viale Pasubio a Milano, uno dei migliori salotti culturali del capoluogo lombardo. Giovedi 17 febbraio sono attesi qui tra gli altri il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, l’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov e Sergey Cheremin, ministro responsabile delle relazioni internazionali del governo di Mosca, super ospiti del IX seminario italo russo organizzato dall’associazione Conoscere Eurasia, presieduta da Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia e amico personale di Vladimir Putin, oltre che di Marcello Dell’Utri, con il quale ha condiviso i banchi di scuola.

Doppio evento

La crisi ucraina non ferma la febbrile attività di Fallico, vero uomo cerniera tra Milano – Roma e Mosca, dove è stato fin dagli anni Ottanta per Fininvest e quarant’anni dopo continua a lavorare per Banca Intesa San Paolo.

Non lo fermano le ipotesi di nuove sanzioni da parte dell’Ue, che ieri con la presidente Ursula von der Leyen ha denunciato i limiti alle forniture di gas imposte da Gazprom all’Europa, lui stesso il 10 febbraio scorso durante un seminario nella capitale russa diceva: questa «tattica sanzonatoria è applicata alla Russia da quasi 500 anni, non è una novità».

Né lo frenano gli imbarazzi del governo italiano rispetto ai posizionamenti atlantici. E così, se poche settimane fa Palazzo Chigi si muoveva per evitare un incontro tra il presidente Vladimir Putin mezzo governo russo e le maggiori aziende italiane, Fallico ha organizzato una doppietta di incontri, a Milano e Genova, che coinvolgono nuovamente partecipate di stato, presidenti di regione e rappresentanti delle istituzioni russe.

A Milano Fontana – membro di un partito che  è appeso a una richiesta di rogatoria dalla Russia che probabilmente non andrà a buon fine – aprirà «con un saluto», dicono dalla regione, la sessione dedicata al “ruolo strategico dell’Italia e della Russia nelle relazioni politiche ed economiche tra l’Europa e l’Eurasia”. Seguono gli interventi di Cheremin e Razov. Ha deciso di non partecipare Simone Crolla, ex vice capo di gabinetto di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi, attualmente consigliere della camera di commercio americana, un uomo dello spirito di Pratica di Mare, insomma.

Da WeBuild a Ansaldo

Ci sarà anche Domenico Iacovone, presidente di WeBuild cioè di quella Salini Impregilo che ha come azionista Cassa depositi e prestiti che a Domani ha confermato la partecipazione all’evento – sessione innovazione -, ma non ha saputo dire se ci fossero state interlocuzioni con la Cassa guidata da Dario  Scannapieco.

Nella lista dei partecipanti figura anche Antonio Lorenzo Antozzi, a capo della business unit che si occupa di idrogeno delle Industrie De Nora, partecipate da Snam. A Genova, il 18 febbraio, al seminario gemello parteciperà secondo quanto confermato dalla regione Liguria il presidente Giovanni Toti e sulla carta anche il sindaco Marco Bucci e tutte le autorità della città che contano. E cioè il presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini, quello della camera di Commercio e dell’aeroporto,  oltre che l’assessore allo sviluppo economico, assieme al presidente di Assoarmatori Stefano Messina.

Nella sessione innovazione è atteso Giuseppe Zampini, il presidente della più grande azienda del settore energia con base in città, Ansaldo Energia, anche questa partecipata da Cdp, ma anche il presidente di Confindustria Genova, Umberto Risso e Gian Vittorio Armani, l’amministratore delegato di Iren, cioè di una delle maggiori multiutility italiane con ovviamente interessi nel gas. L’energia è il filo rosso maggiore tra gli ospiti: a Milano per esempio ci sono anche Prysmian e Edilsider.

La banca del Cremlino

Per la parte russa l’ospite più illustre di entrambe le giornate è Mikhail Volkov, vicepresidente e rappresentante per l’Italia della Vneshtorgbank, seconda banca russa il cui azionista di controllo è direttamente il Cremlino.

Fallico, del resto, ha ottimi rapporti con i vertici delle grandi imprese russe. Nell’estate del 2020, l’anno più duro della crisi pandemica, fu Fallico in persona a chiedere di sbloccare il bonifico da 250 mila euro staccato dal direttore finanziario del colosso petrolifero Rosneft, Peter Ivanovich Lazarev, a favore della onlus milanese Hope. Una serie di mail indirizzate a manager di prima linea di Intesa, dal Global haed of global transaction banking, Stefano Favale, al responsabile Analysis, Andrea Forghieri, viste da Domani, dimostrano lo sforzo profuso da Fallico a favore del benefattore di Rosneft. Gli oligarchi russi in Italia hanno un amico su cui contare.

  • Questo articolo è stato aggiornato dopo aver ricevuto la precisazione della camera di commercio americana
    Gentile Dott.ssa Faggionato,
    in merito all’articolo pubblicato oggi a sua firma, teniamo a precisare che il Dott. Simone Crolla non ha preso parte all’evento odierno organizzato a Milano dall’associazione Conoscere Eurasia, nonostante il programma riporti ancora la sua partecipazione.
    Confidando che vorrete riportare quanto specificato, la ringrazio e auguro buona giornata.

 

© Riproduzione riservata