- Il pieno benessere mentale è in calo rispetto al 2021 in Germania di 4 punti (dal 27 per cento del 2021 al 23), di 5 punti in Svizzera (dal 36 al 31), in Italia di 2 punti (dal 20 al 18).
- A livello globale i fattori che alimentano maggiormente il disagio giovanile sono: l'incertezza sul futuro (62 per cento), la solitudine (59) e l'immagine corporea (46). Tra i giovani italiani pesa anche il tema dei cambiamenti climatici (43).
- Incombenze familiari, commenti indesiderati, capacità messe in dubbio, generano tensioni e stress nel 55 per cento delle donne; stati di ansia nel 19 per cento e forme di depressione nel 7 per cento
I livelli di benessere mentale delle persone in Europa e in Italia mostrano segnali di preoccupante peggioramento, specie tra i giovani della generazione Z e le donne. Il pieno benessere mentale è in calo rispetto al 2021 in Germania di quattro punti (dal 27 per cento del 2021 al 23), di cinque punti in Svizzera (dal 36 al 31), in Italia di due punti (dal 20 al 18).
Nella classifica generale redatta da Ipsos per Axa Mind Health Report 2023, emerge che l’Italia, con il suo 18 per cento, è in fondo alla classifica dei paesi per livello di benessere mentale, superata da Thailandia (37 per cento), Francia (33) e Messico (31). Cina e Usa sono al 29 e 28 per cento, la Gran Bretagna al 23, il Giappone al 18 come l’Italia.
Zumando sull’Italia scopriamo che il 33 per cento afferma di stare languendo in una situazione di disagio, tra demotivazione e difficoltà a concentrarsi, con il rischio di sviluppare malattie mentali; il 12 per cento denuncia un disagio emotivo e avverte come compromesso il proprio status psicosociale.
Divario di genere
Nel confronto tra generi e generazioni, il divario appare marcato. Nel nostro paese ad affermare di avere uno stabile livello di benessere mentale sono soprattutto gli uomini (20 per cento) rispetto alle donne (15 per cento). Un divario simile e anche maggiore lo troviamo in Belgio (30 per cento gli uomini contro il 19 delle donne), in Irlanda (28 a 20 le donne), in Germania (29 a 17 le donne), per esplodere in Francia (40 per cento gli uomini e 26 le donne).
Complessivamente sono le donne ad avvertire un peggiore livello di benessere mentale. Molti sono i fattori che determinano questa situazione, ma quello più rilevante è il sessismo quotidiano. Sempre a livello globale oltre il 40 per cento delle donne ha visto mettere in dubbio le proprie capacità per via del genere e una su tre ha ricevuto commenti indesiderati. L’Italia è il terzo paese in Europa in cui più donne hanno visto mettere in dubbio le loro capacità per via del genere (48 per cento), superata da Spagna (51 per cento) e Irlanda (54 per cento).
Incombenze familiari, commenti indesiderati, capacità messe in dubbio, generano tensioni e stress nel 55 per cento delle donne; stati di ansia nel 19 per cento e forme di depressione nel 7 per cento.
La sofferenza dei giovani
Se i dati sull’universo di genere sono pesanti e ci parlano di una società ancora marcatamente maschilista, il quadro sull’universo giovanile è a dir poco allarmante. Nei vari paesi monitorati i giovani segnalano il minor livello di benessere e il più alto numero di disturbi mentali (da moderati a gravi). A livello globale i fattori che alimentano maggiormente il disagio giovanile sono: l'incertezza sul futuro (62 per cento), la solitudine (59) e l'immagine corporea (46). Tra i giovani italiani pesa anche il tema dei cambiamenti climatici (43). Tutti questi fattori generano una diffusa sensazione di malessere e irrequietezza, alimentano forme di depressione, ansia, stress, ma determinano anche alterazioni del benessere e della salute mentale più gravi.
Non solo. Questi fattori generano nei giovani livelli più bassi di auto-accettazione e li frenano nelle scelte e nella capacità di crescere. Tradotto in numeri, il 66 per cento dei giovani italiani denuncia di vivere una situazione di stress, il 37 afferma di vivere stati di ansia e il 18 per cento parla chiaramente di avvertire stati di depressione. Il quadro dei dati mostra quanto alcune dinamiche già presenti sotto traccia da anni stiano sempre più affiorando. Quelle derive perniciose come la vita in emergenza, le derive violente per il decadere del senso di limite, la fragilità dei giovani di cui parlava lo psicoanalista Miguel Benasayag in L’epoca delle passioni tristi, oggi si stanno aggravando. Un processo che determina l’acuirsi di una crisi esistenziale generalizzata, di cui paga il prezzo maggiore la generazione Z lasciata sola di fronte all’incombere della società dell’incertezza.
Con l’incedere della polifonia delle crisi (dal Covid alla guerra, dal clima al caro vita, dalla crisi delle banche all’intelligenza artificiale), siamo entrati in una fase di complessità massima e assai perturbante. Di fronte a questa situazione le ragazze e i ragazzi non possono essere lasciati soli, ma hanno il bisogno di gestire le complessità con gli altri, con gli amici, con genitori all’altezza del compito di guida e non solo degli eterni ragazzini. Il terreno della solitudine e dell’isolamento è pernicioso per i giovani e per la società, perché permette il radicamento di forme di violenza contro se stessi e gli altri, ma anche forme di fondamentalismo, complottismo e distruzione della ragione e del senso civico.
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