«Back to the future, si torna alla normalità». È il messaggio di Fabio Panetta, il governatore della Banca d’Italia che, ospite dell’università Bocconi, ha indicato una nuova direzione di marcia alla Banca centrale europea.

Dopo un lungo viaggio in terre incognite, prima con i tassi a zero e poi con il brusco rialzo del costo del denaro, ora l’economia dell’area euro è tornata sui binari dell’ordinaria amministrazione e anche la Bce, ha detto Panetta, deve adattare la sua rotta ai tempi nuovi. Con l’inflazione ormai vicina al livello obiettivo del 2 per cento, insistere ancora su una politica restrittiva rischia di frenare la crescita. Quindi è il momento di passare «in territorio neutrale e se necessario anche espansivo».

Nubi all’orizzonte

Il discorso di Panetta arriva dopo che Francoforte ha già tagliato per tre volte i tassi nel 2024, mentre ora si attende, a dicembre, un’altra sforbiciata fino alla soglia del 3 per cento.

L’orizzonte però è tutt’altro che sgombro da nubi. La crescita in Europa resta debole. Le prospettive appaiono quantomeno incerte e nel 2024, spiega il governatore, l’area dell’euro con ogni probabilità non andrà oltre un incremento del Pil dell’1 per cento. Preoccupa in particolare l’andamento della produzione industriale, in calo ormai da due anni. E se la manifattura resta in difficoltà, i servizi si salvano solo grazie al traino dei Giochi Olimpici di Parigi. La domanda interna, cioè consumi e investimenti, resta stagnante e l’eventuale espansione dipende per intero dall’export.

In questo scenario, c’è il rischio concreto di un raffreddamento eccessivo dell’economia, con l’inflazione che scende sotto il 2 per cento. Di conseguenza, la Bce deve essere pronta a insistere con la riduzione del costo del denaro, per evitare danni ulteriori all’economia.

Anche se Eurostat ha confermato che in ottobre la crescita dei prezzi nell’area euro non ha superato il 2 per cento, Panetta ha ben presente che la politica annunciata da Donald Trump minaccia di complicare le cose. In particolare, l’imposizione di nuovi dazi da parte di Washington e un ulteriore indebolimento dell’euro potrebbero riaccendere l’inflazione.

D’altra parte, le spinte recessive causate dal rallentamento del commercio internazionale sommate alla probabile riduzione dei costi delle materie prime avrebbero l’effetto contrario, spegnendo le tensioni sui prezzi. In definitiva, quindi, la Bce deve essere pronta a sostenere la crescita con una politica monetaria espansiva.

Strategia chiara

Tutto questo non basta, però. È necessario che Francoforte fornisca anche indicazioni più chiare sulle sue intenzioni. L’approccio cosiddetto data dependent, cioè con decisioni prese volta per volta in base alla situazione contingente, deve lasciare spazio a una “guidance” più esplicita. Questo significa, secondo Panetta, condividere con il mercato «maggiori orientamenti» sull’evoluzione della politica monetaria.

Grazie a queste indicazioni, famiglie e imprese potranno più facilmente formarsi un’opinione sugli scenari futuri dell’economia e decidere di conseguenza i propri consumi e investimenti. Un supplemento d’informazioni che potrebbe contribuire a dare la spinta a una crescita economica che resta asfittica.

Così parlò Panetta. Ora si tratta di capire se il governatore troverà nel board di Francoforte il sostegno sufficiente a far cambiare rotta alla Bce.

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