- In sette anni il progetto europeo Garanzia Giovani, finanziato dall’Unione europea con 2,7 miliardi, ha dato un’opportunità a 778mila tirocinanti. Ma non si sa quanti posti di lavoro abbia creato.
- Pensato per contrastare la disoccupazione giovanile, è diventato un espediente per assumere manodopera a bassissimo costo. L’azienda può cavarsela anche con 150 euro al mese per un tirocinante, il resto lo mette la regione (poco e tardi).
- Basta farsi un giro sulla rete per incappare in annunci abbastanza singolari che rivelano come alcune aziende utilizzino Garanzia Giovani solo per trovare personale già qualificato risparmiando sul salario.
Trentadue anni, laurea magistrale in biologia, disponibile a ogni possibilità pur di lavorare. Ma per Laura l’inserimento nel mondo del lavoro resta un miraggio nonostante abbia svolto, qualche anno fa, uno stage con Garanzia Giovani. Il programma europeo introdotto in Italia nel 2014 per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro dei cosiddetti Neet (giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano) è stato finanziato con 1,5 miliardi di fondi europei per il triennio 2014-2017 e con 1,2 miliardi di euro per il successivo triennio. Il bilancio è sconfortante.
Racconta Laura: «Ho fatto un tirocinio con Garanzia Giovani in una scuola e facevo il lavoro che sarebbe spettato agli impiegati, senza essere seguita da nessun tutor. All’inizio mi dissero pure che non avrei mai potuto assentarmi e ho dovuto chiamare la regione per chiarire la situazione. Alla fine dei sei mesi nessuna assunzione. Recentemente ho fatto due colloqui per posti da commessa ma, quando ho detto di aver già svolto un tirocinio con Garanzia Giovani, sono stata scartata. Ormai cercano solo con quella formula».
Misura che funziona?
Domenico Parisi, il discusso ex presidente dell’Anpal (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) ha parlato di una misura «che funziona», ma tanti dei protagonisti di corsi professionalizzanti e di tirocini targati Garanzia Giovani raccontano un’altra storia. Poche tracce di reali opportunità per l’inserimento nel mondo del lavoro, di formazione durante lo stage, di assunzione al termine del tirocinio. Pensato per contrastare la disoccupazione giovanile, Garanzia Giovani è diventato un espediente per assumere manodopera a bassissimo costo.
Nel rapporto Anpal appena pubblicato (dati al 30 aprile 2021), risultano oltre 1 milione e 675 mila Neet registrati a Garanzia Giovani in sette anni. Meno della metà, 778 mila, risultano avviati a una delle misure di politica attiva previste: 543.124 sono i tirocini svolti presso le imprese, 207.786 gli incentivi erogati alle imprese per l’assunzione dei Neet e 167.742 i corsi di formazione svolti. Il tasso di occupazione medio a dodici mesi dalla conclusione dell’esperienza è attorno al 59 per cento, cioè sei su dieci, ma non è chiaro se il posto di lavoro è stato trovato con Garanzia Giovani o per altre vie. In sostanza, a ormai sette anni dall’introduzione del programma europeo, non si sa quanti posti di lavoro stabili abbia creato Garanzia Giovani in Italia.
Chiara ha partecipato al percorso “Crescere in digitale”, progetto che avrebbe dovuto darle l’opportunità di accedere a un tirocinio dopo un corso di formazione online gratuito riservato agli iscritti a Garanzia Giovani, realizzato da Unioncamere in partnership con Google e promosso dall’Anpal.
Ecco il suo racconto: «Quando mi hanno chiamata per il laboratorio i partecipanti erano già tutti abbinati ad un’azienda, avevano tutti un nome a cui raccomandarsi. Mi venne detto che se non mi fossi trovata l’azienda sarebbe stato più difficile fare il tirocinio, perché la faccenda si sarebbe allungata e mancavano pochi mesi alla chiusura del progetto. Alla fine chiesi di essere presa al titolare della sorella del mio ragazzo, in un’erboristeria. Non avrei dovuto farlo. Il titolare di questa attività non mi voleva e infatti venni solo maltrattata. Mi faceva portare i pacchi, pulire le vetrine, scopare per terra, nulla che avesse a che fare con il tirocinio. Mi sarei dovuta occupare dei social, ma durante il tirocinio non sono mai stata seguita da una persona che facesse quel lavoro. Ho avuto quattro nozioni in croce grazie al corso online, ma non basta dire ai ragazzi: “Createvi la pagina Facebook della vostra attività e aggiungeteci i contatti”, queste cose le sapevo fare anche prima del corso. Garanzia Giovani non mi ha lasciato nulla e non mi ha permesso di inserirmi nel mondo del lavoro. Venivo dal mondo del precariato e ci sono rimasta».
L’attrattiva che porta migliaia di commercianti e industrie a scegliere questo tipo di tirocinio è che parte dell’indennità spettante al tirocinante viene erogata dalle Regioni. Così un datore di lavoro può “assumere” un tirocinante a tempo pieno, spesso con esperienze pregresse pretese esplicitamente, a partire da una spesa di 150 euro al mese che può salire a seconda della quota minima decisa dalla Regione, che provvederà a versarla al tirocinante. Il datore di lavoro in questo modo si assicura una risorsa pagandola pochissimo, scaricando parte dell’indennità pattuita sulla Regione di appartenenza. Le storture della misura sono evidenti già nella struttura retributiva, ma c’è un altro problema non da poco: ci sono tirocinanti che a conclusione del proprio periodo di stage non solo non vengono assunti ma restano in attesa della quota di salario spettante alla Regione. I casi più eclatanti si registrano in Puglia, dove in questo momento migliaia di tirocinanti si chiedono da settimane o mesi che fine abbiano fatto i loro compensi, mai pervenuti durante il periodo di stage.
Le istituzioni regionali non danno spiegazioni o informazioni, in alcuni casi rimpallando le responsabilità all’Inps. Nel mezzo, i giovani tirocinanti si rendono conto di aver lavorato per mesi per 200 euro scarsi al mese, la sola quota erogata dal datore di lavoro. Racconta Fabiana: «Ho avuto un contratto di tirocinio come addetta alle vendite con Garanzia Giovani. Ho iniziato a gennaio 2021 e ho finito a luglio. Il rapporto di lavoro con il mio datore è stato tranquillo, i suoi pagamenti arrivavano con puntualità, ma di quelli della regione Puglia neanche l’ombra. Su un totale di 450 euro mensili, ricevevo solo una minima parte dal datore, e aspetto dalla Regione ancora 1.200 euro».
E le offerte? Sul web se ne trovano tantissime. Alcune, soprattutto quelle pubblicate da agenzie per il lavoro o centri per l’impiego, sembrano rispettare lo spirito del programma. Non sempre, ma nella maggior parte dei casi sì.
Discorso molto diverso per quelle pubblicate direttamente dai datori di lavoro, Richiedono espressamente ai candidati non solo di essere in possesso dei requisiti per l’iscrizione a Garanzia Giovani, per scaricare parte del costo sulle regioni Regioni, ma pretendono anche esperienze pregresse nel settore specifico. Una delle maggiori storture è proprio questa: per attivare un tirocinio con Garanzia Giovani basta che una persona in possesso dei minimi requisiti si iscriva al programma e che un’azienda partecipi a un bando regionale rispettando i requisiti formali. Non si riscontra un efficace controllo dello svolgimento dei progetti formativi proposti ai tirocinanti. Basta farsi un giro sulla rete per incappare in annunci abbastanza singolari che rivelano come alcune aziende utilizzino Garanzia Giovani solo per trovare personale già qualificato risparmiando sul salario.
Il tirocinante esperto
Alcuni esempi. A Tivoli si cerca un barista "esperto" da assumere con un tirocinio Garanzia Giovani, idem a Roma in un locale di corso Trieste.
A Fabriano un cinema ricerca un operatore di sala offrendo un inserimento in tirocinio Garanzia Giovani di 3-6 mesi: «Il candidato deve essere disponibile al lavoro nei giorni di Natale, Santo Stefano, 31 Dicembre, 1 Gennaio e 6 Gennaio e deve avere pregressa esperienza come barista-banconista-cassiere o assistenza clienti e automunito».
A Palermo uno studio di avvocati e commercialisti seleziona iscritti nelle liste di Garanzia Giovani per una posizione di segretaria legale laureata in giurisprudenza o economia che abbia pregresse esperienze nel campo del sovraindebitamento o del diritto fallimentare.
In provincia di Ascoli Piceno la Gitra Project cerca invece un tirocinante che abbia almeno un anno di esperienza nella mansione, mentre a Napoli l’agenzia per il lavoro Adim cerca per un cliente un addetto amministrativo junior che appartenga alle categorie protette, sia iscritto a Garanzia Giovani o in possesso dei requisiti per farlo, ma abbia anche una laurea in materie economiche e almeno 1 o 2 anni di esperienza in uffici amministrativi di enti di formazione.
Anche la filiale di Pescara di Ranstad chiede per un cliente del settore manifatturiero una risorsa iscritta al programma Garanzia Giovani con esperienza pregressa nell’ufficio gare d’appalto e con disponibilità immediata. Sono soltanto pochissimi tra le migliaia di esempi disponibili sul web. Qualcosa sembra evidentemente non funzionare.
Il silenzio del governo
L’Anpal, confermando che Garanzia Giovani è stata rifinanziata fino al 2023, minimizza: «Quello che manca è il principio di responsabilità, un problema di scarsa cultura del lavoro a tutti i livelli che si ripercuote anche su Garanzia Giovani. Comunque in passato ci sono state diverse segnalazioni di casi di sfruttamento e le Regioni, che gestiscono concretamente il programma, sono intervenute prontamente».
Abbiamo chiesto al ministero del Lavoro e a quello per le Politiche Giovanili una valutazione del caso, e se sia allo studio un qualche rimedio all’uso di Garanzia Giovani per ottenere personale low cost, ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta.
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