Il 2024 verrà ricordato anche come l’anno dell’oro. Iniziato con un valore inferiore ai duemila dollari, in nove mesi ha più volte ritoccato verso l’alto il suo record di prezzo, ripetendosi in questi giorni
Il prezzo dell’oro non smette più di crescere, e tocca un nuovo record, arrivando a quota 2583 dollari l’oncia per il secondo giorno consecutivo.
Continua quindi un trend che si prolunga dall’inizio del 2024 e che rappresenta un’autentica anomalia nel mercato di questo prezioso metallo, contraddistinto da forti e repentine oscillazioni del prezzo. E secondo molti analisti il prezzo è destinato a salire ancora, sia nel breve periodo – dove dovrebbe presto superare i 2600 dollari l’oncia – che a lungo termine, a causa delle crescenti tensioni geopolitiche e della politica monetaria delle banche centrali.
Perché l’oro sale
Il 2024 verrà ricordato anche come l’anno dell’oro. Iniziato con un valore inferiore ai duemila dollari, in nove mesi ha più volte ritoccato verso l’alto il suo record di prezzo, ripetendosi in questi giorni.
Ma cos’ha originato questa spirale verso l’alto? Prima di tutto l’incertezza. A due anni dallo scoppio della guerra in Ucraina e a quasi un anno dall’escalation in Medio Oriente in seguito agli attacchi del 7 ottobre, è ormai evidente come lo scenario globale sarà sempre più caratterizzato da conflitti e tensioni, che stanno spingendo grandi investitori e piccoli risparmiatori a fare ricorso al bene rifugio per eccellenza, ovvero l’oro.
Da sempre un termometro dell’economia, la sua ascesa è stata determinata in prima battuta dalle scelte delle banche centrali, su tutte quella cinese, che dal 2018 ha avviato una fase di progressivo accumulo delle riserve auree, superando quest’anno le duemila tonnellate.
Questo ha innescato una reazione a catena tra gli istituti bancari centrali, che hanno influito a far lievitare il prezzo con un’altra mossa: l’abbassamento dei tassi d’interesse. Non a caso il picco di ieri coincide con la decisione della Banca centrale europea di abbassare i tassi di 25 punti base, dando nuova linfa agli investimenti.
Nei mesi scorsi invece era stata la Fed americana ad allentare i tassi, dopo che i livelli dell’inflazione oltreoceano sono tornati sotto controllo. Sempre negli Stati Uniti tra poco più di un mese ci saranno le elezioni presidenziali, e una vittoria di Donald Trump su Kamala Harris o viceversa possono cambiare sensibilmente lo scenario interno e soprattutto internazionale, e questo i mercati lo sanno bene.
La rinnovata possibilità di investire grazie all’abbassamento dei tassi d’interesse, unita all’incertezza sulla situazione globale, porta dunque i trader ad andare sul sicuro puntando tutto sull’oro, che in questo modo acquista sempre più valore.
Estrazioni in calo
A questo si aggiunge anche il fatto che l’oro sta diventando un minerale sempre più raro. I siti estrattivi sono infatti in continua diminuzione, e la spesa globale per la ricerca di nuovo oro è scesa di oltre il 65 per cento nell’ultimo decennio, dopo che l’exploit delle miniere cinesi aveva soppiantato il predominio di quelle sudafricane.
Adesso la Cina l’oro che estrae tende sempre più ad accumularlo nelle riserve auree, per coprirsi dagli shock globali, il prossimo dei quali potrebbe essere scatenato proprio da lei stessa: l’invasione di Taiwan. E non è da escludere questi due fattori siano strettamente correlati. Nel frattempo la corsa all’oro continua, e si appresta a infrangere nuovi record.
© Riproduzione riservata