Si va verso la richiesta di rinvio a giudizio. L’accusa riguarda i conti dal 2016 al 2022, quando la ministra, indagata anche per la presunta truffa sulla cassa Covid, era presidente e maggiore azionista della società
Dopo l’accusa sulla presunta truffa all’Inps per la cassa Covid, Daniela Santanchè vede avvicinarsi la resa dei conti con la giustizia anche per un’altra ipotesi di reato. Questa volta la procura di Milano contesta alla ministra del Turismo il falso in bilancio per Visibilia editore, la società quotata al listino Euronext growth della Borsa di Milano, che all’inizio di marzo è stata commissariata sempre su richiesta dei magistrati del capoluogo lombardo. L’avviso di conclusione indagini è stato notificato oggi a Santanchè e potrebbe preludere a un prossimo rinvio a giudizio. L’inchiesta giudiziaria riguarda i conti di Visibilia dal 2016 al 2020.
Santanchè ha gestito la società, di cui era anche azionista principale, dal 2016 fino al gennaio 2022. Anni in cui i bilanci hanno accumulato perdite e debiti, fino a quando, a crisi ormai conclamata, la quota di maggioranza di Visiblia è passata di mano, ceduta all’imprenditore milanese Luca Ruffino, suicida nell’agosto del 2023.
Sulla base di perizie tecniche, i pm contestano alla ministra la correttezza di alcune poste contabili. In particolare, l’avviamento che avrebbe già dovuto essere svalutato nel 2016. Grazie a queste voci di bilancio, che secondo l’accusa sarebbe state artificiosamente gonfiate, Visibilia ha potuto evitare per anni il dissesto, tra l’altrio ingannando i soci di minoranza. E proprio un gruppo di azionisti già nel 2022 aveva denunciato gravi irregolarità di gestione. Da qui, nel settembre del 2022, è nata l’indagine della Procura milanese, che si è conclusa oggi.
La posizione della ministra potrebbe ulteriormente aggravarsi nei prossimi mesi, se il commissario a cui è stata affidata la gestione di Visibilia editore e della controllata Visibilia editrice, dovesse chiedere il fallimento delle due società che, se dichiarato dal tribunale, porterebbe all’apertura di un’indagine per bancarotta. Anche sul gruppo Ki group, di cui la ministra è stata amministratrice e azionista, potrebbe sono in corso azioni civili, con Ki group srl già in liquidazione giudiziale, che potrebbero portare a nuove indagini per bancarotta fraudolenta.
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