Ci sono le indagini riguardanti le società del gruppo Visibilia, editore di riviste e concessionario di pubblicità, o le imprese del settore alimentare BioHera e Ki Group
Non sono pochi i problemi della ministra del Turismo Daniela Santanché con la procura di Milano. Tutti riguardanti le aziende di cui, fino a poco tempo prima del suo ingresso al governo nel 2022, aveva ruoli dirigenziali e di cui era socia. Ci sono le indagini riguardanti le società del gruppo Visibilia, editore di riviste e concessionario di pubblicità, o le imprese del settore alimentare BioHera e Ki Group.
Falso in bilancio, bancarotta, truffa aggravata: questi sono alcuni dei reati ipotizzati dai pm. In alcuni casi le indagini sono concluse: come per la presunta truffa ai danni dell’Inps per la cassa integrazione covid dei dipendenti di Visibilia. Ora la ministra aspetta la decisione del gup sul rinvio a giudizio.
In altri casi sono ancora in corso, come per il fascicolo per falso in bilancio e bancarotta sempre di Visibilia, o per il ricorso alla cig anche per le società alimentari. E poi ci sono gli approfondimenti sulla speculazione sulla casa di Forte dei Marmi realizzata dal compagno della ministra insieme alla consorte del presidente del Senato Ignazio La Russa, sua primo sostenitore.
Il falso in bilancio e la bancarotta di Visibilia
Un primo fascicolo è quello che riguarda il fallimento di Visbilia Editore, società che pubblica settimanali e mensili di larga diffusione, come Novella 2000. Della società editrice la ministra è stata sia presidente sia amministratrice delegata fino al 2022, anno in cui – dopo le elezioni di settembre – è entrata nel governo di Giorgia Meloni. Subito dopo la nomina di Santanché al ministero del Turismo, la procura di Milano ha presentato un’istanza di liquidazione giudiziale, con cui viene disposto il fallimento della società e ha aperto un’indagine con varie ipotesi di reato.
Tra queste la bancarotta e il falso in bilancio. Le indagini della guardia di finanza hanno accertato che la società della ministra ha accumulato 984mila euro di debiti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. Secondo i magistrati, Santanché e alcuni dirigenti di Visibilia avrebbero contabilizzato in modo scorretto i bilanci della società, così da compensare le gravi perdite accumulate dal 2016 al 2020, compiendo anche false comunicazioni agli altri soci di minoranza.
La ministra è indagata dai pm di Milano da novembre 2022. Fino al 5 luglio 2023, Santanché ha sempre negato di sapere dell’esistenza di un’indagine a suo carico. Lo ha fatto anche alla Camera, in un’informativa sul suo caso. Solo la sera stessa, dopo che un articolo di Domani aveva confermato la sua iscrizione nel registro degli indagati, la ministra aveva comunicato di averne avuto ufficialmente notizia. Il 26 luglio ha poi affrontato una prima mozione di sfiducia (respinta) richiesta dalle opposizioni.
La truffa ai danni dell’Inps
Una seconda indagine sempre sulle società del gruppo Visibilia è quella che vede Santanché accusata dalla procura di Milano di truffa aggravata contro l'Inps nella gestione dei fondi statali per la cassa integrazione in deroga durante il covid. Le presunte irregolarità riguardano gli anni che vanno dal 2020 al 2022 per un totale di circa 126mila euro versati dall’ente pubblico per la cig di 13 dipendenti.
Il fascicolo per truffa aggravata, al momento a carico di ignoti, viene aperto dopo una denuncia di un ex dipendente dell’azienda. Gli approfondimenti della guardia di finanza avrebbero svelato un sistema in cui un ruolo importante sarebbe stato svolto anche dal compagno della ministra-imprenditrice, Dimitri Kunz D’Aragona, insieme a Giuseppe Concordia, il responsabile della tesoreria del gruppo fondato da Santanché. I pm di Milano hanno chiuso le indagini e ora si attende la decisione del gup che dovrà decidere sul rinvio a giudizio.
Le indagini su Ki Group e Biohera
A Palazzo di Giustizia stanno cercando adesso di capire se il ricorso alla cassa integrazione sia stato corretto anche per altre due società in passato di proprietà della ministra. Sono Ki Group e Biohera, società attive nel settore alimentare. Dal bilancio della prima la cassa integrazione per il covid ammontava a 432 mila euro nel 2020 e 141 mila euro nel 2021. Bioera invece all’epoca aveva solo tre dipendenti: due dirigenti e un quadro. Gli investigatori vogliono capire come sono state impiegate le somme, visto che i dipendenti operativi si trovavano solo in Ki-Group.
Delle due società Santanchè è stata presidente da settembre 2019 a febbraio 2022. L’amministratore era l’ex compagno della ministra, Canio Mazzaro. Il manager attualmente è imputato in un processo per la vendita di uno yacht alla società Biofood Italia, anch’essa all’epoca rappresentata da Santanchè: un passaggio di proprietà per cui non ci sarebbe stato nessun passaggio di denaro.
Al momento non è ancora chiaro quale sia la posizione della ministra nelle indagini su queste due società.
Villa Santanché-La Russa: l’ipotesi riciclaggio
L’ultima rogna per la ministra riguarda un’operazione immobiliare, avvenuta nel luglio del 2023. È stata svelata da uno scoop di Domani. Attraverso atti catastali e documenti societari il nostro team investigativo aveva raccontato la speculazione su una villa in Versilia acquistata e rivenduta nel giro di un’ora. I due protagonisti sono Dimitri Kunz D’Asburgo, compagno di Daniela Santanchè, e da Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa. I due hanno messo a segno una ricca plusvalenza di un milione di euro.
L’operazione era stata conclusa il 12 gennaio 2023, quando Kunz e Di Cicco avevano firmato alle 10:18 davanti a un notaio di Milano l’atto di vendita di una villa a Forte dei Marmi, del valore di 3,45 milioni di euro. Quella stessa villa era stata comprata dai due appena 58 minuti prima, alle 9.20 di quello stesso 12 gennaio, per 2,45 milioni di euro dal sociologo Francesco Alberoni, già candidato nelle liste per le europee di Fratelli d’Italia nel 2019 a 89 anni.
L’affare concluso dai partner di Santanché e La Russa è stato concluso senza soldi: dagli atti risulta che la coppia era riuscita a saldare la compravendita grazie al denaro già ricevuto da Rapisarda, l’acquirente finale dell’immobile, imprenditore e frequentatore di Forte dei Marmi, del Twiga, amico di Kunz e della famiglia La Russa.
Come rivelato dall’Ansa a fine marzo, la Guardia di finanza è stata delegata a indagare per riciclaggio sui flussi di denaro e la destinazione della plusvalenza, per capire se quella somma sia servita a coprire i debiti di Visibilia.
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