Stellantis ha presentato martedì la joint venture con la cinese Leapmotor che da settembre importerà in nove paesi europei, compresa l’Italia, auto a basso prezzo made in China. Le vetture con marchio Leapmotor faranno concorrenza «alle rivali cinesi», ha detto il ceo di Stellantis, Carlos Tavares. Ma andranno anche a rosicchiare quote di mercato ai brand europei.

Oltre a una potente arma competitiva, Leapmotor ha però portato in dote a Stellantis anche un legame “scomodo” con uno dei maggiori produttori cinesi di telecamere di sorveglianza, la Zhejiang Dahua Technology. Scomodo perché, come altre aziende cinesi del settore, Dahua è stata di fatto bandita dal mercato Usa.

Due storie parallele

Tra le auto di Leapmotor e la videosorveglianza di Dahua i legami sono antichi e profondi. I due fondatori e tuttora maggiori azionisti di Leapmotor, Zhu Jiangming e Fu Liquan, sono anche i fondatori e maggiori azionisti di Dahua.

La storia è iniziata nel 1993 quando Fu Liquan, con l’aiuto di Zhu Jiangming, ha fondato la Dahua Telecommunications. L’azienda all’epoca produceva essenzialmente walkie-talkie ma già a fine anni Novanta è entrata nel mercato delle telecamere di sorveglianza; il decennio successivo è stato quello del boom, di pari passo con la trasformazione della Cina in uno dei paesi più videosorvegliati al mondo. Dahua è quotata in Borsa dal 2008 a Shenzhen ed è uno dei leader mondiali del suo settore.

Nel 2015 Zhu Jiangming ha scommesso sul crescente mercato delle quattro ruote e ha creato Leapmotor con il sostegno finanziario di Dahua. L’avvio della produzione di Leapmotor è arrivato nel 2019 con la sportiva S01; la gamma si è allargata poi con la piccola T03 e modelli più grandi. Saranno proprio la T03 e la media C10 a guidare l’assalto con Stellantis al mercato europeo.

Dahua è rimasta socia di Leapmotor fino al novembre 2023: ha poi ceduto la propria quota a Stellantis nell’operazione che nell’ottobre 2023 ha portato il gruppo olandese a comprare il 21 per cento di Leapmotor. Zhu Jiangming e Fu Liquan restano soci sia di Leapmotor, di cui il loro “gruppo di controllo”, che comprende le rispettive mogli, ha il 27,5 per cento, sia di Dahua, di cui Fu Liquan ha il 31 per cento, sua moglie Chen Ailing il 2,1 per cento e Zhu Jiangming il 4,8 per cento.

Tra i principali soci di Dahua c’è anche l’azienda statale China Telecom. Dahua è indicata nel bilancio Leapmotor come parte correlata («connected person») e fornisce una quota significativa di componenti elettronici e strumenti di visione.

Le telecamere Dahua

I problemi di Dahua negli Usa sono nati dalle tensioni politiche e commerciali fra Stati Uniti e Cina e dai sospetti che le sue apparecchiature possano essere utilizzate per attività di spionaggio. Dahua e altre aziende cinesi del settore della sorveglianza, come Hikvision, sono state inserite dal 2019 in una “lista nera” che le esclude da business con enti governativi Usa.

In quell’anno, sotto la presidenza Trump, il National Defense Authorization Act (Ndaa) ha introdotto il divieto di utilizzare apparecchiature di sorveglianza prodotte da alcuni produttori cinesi; sempre in base al Ndaa, componenti realizzati da tali aziende, quando inclusi in altri prodotti, saranno soggetti a controlli o restrizioni rafforzati.

Nel 2021 poi, sotto la presidenza Biden, il Congresso ha approvato il Secure Equipment Act, che vieta l’autorizzazione alla vendita di nuovi prodotti di alcune aziende russe e cinesi, tra cui anche Dahua.

Dahua ha sempre respinto le accuse, affermando di «non rappresentare né aver mai rappresentato una qualsiasi forma di minaccia agli interessi degli Stati Uniti». Proprio all’inizio del 2024, però, l’azienda cinese ha venduto a una società di Taiwan la sua partecipazione nella consociata statunitense, uscendo quindi completamente dal mercato Usa.

Dahua è stata messa sotto inchiesta anche nel Regno Unito, dove la Camera dei comuni ha approvato una legge per vietare l’uso dei suoi prodotti da parte di enti pubblici; l’azienda cinese è invece attiva nella Ue, compresa l’Italia, e nel resto del mondo, dal Sud America al Medio Oriente.

Gli stretti legami fra Leapmotor e Dahua hanno avuto un ruolo nella decisione di Stellantis di non vendere le auto Leapmotor negli Usa? Un portavoce di Stellantis ha risposto che «Dahua non è più affiliata a Leapmotor come partner o azionista. Inoltre, Stellantis e Leapmotor rispetteranno sempre tutte le leggi e i regolamenti nelle regioni in cui operano le aziende».

Nella conferenza stampa di martedì in cui è stata presentata la joint venture Leapmotor International, alla domanda sul perché Stellantis non porterà le auto Leapmotor negli Usa, Tavares ha risposto che il motivo è «l’assenza di altri concorrenti cinesi». Lo farete in futuro se la concorrenza cinese dovesse muoversi? «Dipenderà dai dazi che verranno introdotti in Usa», ha detto il manager.

I superdazi di Biden

La risposta a Tavares è in effetti arrivata proprio martedì con la decisione dell’amministrazione Biden di imporre un dazio del 100 per cento sulle auto elettriche made in China. La decisione aumenta i dazi imposti per la prima volta dall’amministrazione Trump.

In un anno elettorale, il presidente democratico riconosce che un approccio aggressivo al commercio con Pechino rimane popolare tra gli elettori statunitensi. Tanto più che uno stato come il Michigan, roccaforte dell’auto Usa, sarà un campo di battaglia decisivo.

Con il dazio sulle auto elettriche (e le batterie) portato al 100 per cento, Leapmotor e gli altri produttori cinesi resteranno tagliati fuori dal mercato Usa, visto che la tecnologia nelle batterie è il loro punto di forza.

Il segretario al Tesoro, Janet Yellen, che in precedenza aveva criticato i dazi in quanto tasse sui consumatori, ha affermato che il loro aumento è giustificato perché l’eccesso di capacità industriale della Cina rappresenta una minaccia per gli Stati Uniti.

Da questo punto di vista Leapmotor è un ottimo esempio: nel 2023 ha venduto circa 144mila auto rispetto a una capacità produttiva di 800mila. La capacità in eccesso potrà ora essere indirizzata verso le esportazioni in Europa, che inizieranno dal prossimo mese di settembre.

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