Santarelli degli Arditi ha lodato la “Battaglia del Grano” condotta da Mussolini mentre "adesso si compra il grano dall'Ucraina» e la dipendenza energetica da altri Paesi «mentre Mussolini ci aveva dato un impero» e con il «petrolio della Libia»
Un affronto alla festa della Liberazione dal nazifascismo che sarà celebrata il 25 aprile. Si sono presentati in 150 a Predappio, la cittadina sull'Appennino forlivese dove nacque Benito Mussolini, per celebrare il settantasettesimo anniversario della morte del Duce avvenuta il 28 aprile del 1945.
- La manifestazione, organizzata dalla sezione di Ravenna dell'Associazione Nazionale Arditi d'Italia-Anai, ha visto i nostalgici sfilare in corteo da Piazza Sant'Antonio al vicino cimitero di San Cassiano dove si sono tenuti i discorsi commemorativi, prima della visita alla Cripta di famiglia che ospita i resti di Mussolini e una messa in suffragio.
- Presenti Orsola e Vittoria Mussolini, nipoti di Vittorio Mussolini, primogenito della guida del fascismo. A prendere la parola - prima di recarsi alla Cripta e alla messa di suffragio - l'organizzatore della commemorazione, Mirco Santarelli, degli Arditi di Faenza che ha invitato i partecipanti al corteo a non fare il saluto romano e a mettersi, invece, la mano sul cuore.
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Nel suo intervento, tra le altre cose, Santarelli ha ricordato la "Battaglia del Grano” condotta da Mussolini mentre «adesso si compra il grano dall'Ucraina» e la dipendenza energetica da altri paesi «mentre Mussolini ci aveva dato un impero» e con il «petrolio della Libia» sarebbe stata l'Italia a esportare energia. Oltre alla manifestazione per le vie di Predappio, ieri, nel comune del Forlivese, è stata inaugurata la mostra “O Roma, o morte. Un secolo dalla marcia”. Organizzata dalla fondazione Memoria Predappio, in occasione del centenario dell'evento che porto' Benito Mussolini al potere. Si tiene in un ristorante. A Villa Mussolini a Carpena, frazione di Forlì, è aperta, invece , la mostra intitolata “Arnaldo Mussolini, fratello di Benito”. Lo stesso fratello a cui il leghista Claudio Durgon voleva tornare a intitolare il parco Falcone e Borsellino di Latina.
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