Un accordo segreto, mai reso pubblico, lega l’associazione neofascista Acca Larenzia e la “Fondazione Alleanza Nazionale”, vera cassaforte di Fratelli d'Italia dove è custodito il patrimonio immobiliare (e culturale) della destra post missina e della quale fanno parte i big del partito guidato da Giorgia Meloni.

Domani ha infatti scoperto che la storica sede di Acca Larentia è stata acquistata un anno fa dall’omonima associazione estremista, “Acca Larenzia”. È il luogo tra i più simbolici del fu Msi, dove ogni anno va in scena la liturgia del “presente” col saluto romano dedicato ai camerati caduti durante gli anni di piombo.

Il rogito di acquisto è stato firmato il 6 luglio 2023 e rivela anche da dove arrivano i soldi per pagare i quasi 70mila euro all’Inail, proprietaria dell’immobile da 50 metri quadrati: 30mila euro arrivano da una elargizione liberale fatta dalla Fondazione Alleanza Nazionale, nel cui cda siedono tra gli altri Arianna Meloni, Fabio Rampelli, Italo Bocchino.

Meloni si presenta come una leader conservatrice libera dalle ombre nere, ma questo accordo conferma che i legami con quel passato neofascista non sono affatto stati recisi.

Le reazioni alla nostra inchiesta pubblicata oggi e firmata da Giovanni Tizian e Nello Trocchia. 

La replica di Fondazione Alleanza Nazionale

«In riferimento all'improprio articolo del Domani sulla Fondazione An “cassaforte di Fdi”, voglio precisare che la Fondazione Alleanza Nazionale è di gran lunga preesistente al partito Fratelli d'Italia, ed annovera nel proprio consiglio di amministrazione esponenti di diverse anime del centrodestra italiano, come facilmente verificabile», scrive il presidente della fondazione di Alleanza nazionale, l'avvocato Giuseppe Valentino. «Come tutti gli enti che vedono nel loro consiglio di amministrazione soggetti impegnati in politica, quella di Alleanza nazionale – aggiunge – è monitorata dalla commissione dei partiti e dalla Prefettura, nonché da un collegio di revisori dei Conti». Valentino spiega dunque che «nessun rapporto economico intercorre con il partito di cui è presidente Giorgia Meloni, salvo l'affitto di alcune sedi sul territorio italiano a valore di mercato».

«L'immobile di Acca Larentia, dove persero la vita in un vile e ancora impunito attentato tre militanti dello Msi, era stato posto all'asta dall'Inail. Per evitarne un possibile uso non rispettoso della memoria di quel tragico evento la Fondazione, avendolo ritenuto coerente con i fini statutari, ha supportato nell'acquisizione, a fronte di alcune condizionalità, l'Associazione Acca Larentia, nei confronti della quale non risultano elementi ostativi di natura legale», spiega ancora il presidente della Fondazione.

«L'importo di 30.000 euro è stato corrisposto direttamente ad Inail attraverso un assegno circolare non trasferibile. L'importo figura, come chiaramente leggibile nella nota esplicativa che correda o il bilancio, nel conto "erogazioni liberali ad associazioni"», sostiene Valentino. «Riguardo Arianna Meloni, citata a sproposito nell'articolo, si precisa che è membro della Fondazione An dal 2010, e dal 2023 una dei 18 consiglieri senza ricoprire alcun incarico esecutivo e quindi senza il potere di imporre decisione alcuna alla Fondazione An», prosegue.

«Questa è la risposta che avremmo dato al Domani, aiutandoli a prevenire tante imprecisioni, laddove la richiesta fosse pervenuta con una scadenza compatibile con il prevedibile periodo di ferie dei collaboratori della Fondazione», conclude Valentino.

La risposta di Domani

Domani aveva chiesto, alcuni giorni prima della pubblicazione, alla Fondazione An una replica su alcune questioni specifiche, senza ricevere risposta. Solo dopo l’uscita dell’articolo, in serata, è arrivata una nota che ci imputa di non aver tenuto in considerazione che in questo periodo dell’anno il personale è in ferie.

Il comunicato del presidente della Fondazione, Giuseppe Valentino, è un tentativo di arrampicata sugli specchi. «Arianna Meloni non ha incarichi esecutivi nella fondazione», scrive, aggiungendo: «Non c’è nessun rapporto economico tra la fondazione e il partito di cui è presidente Giorgia Meloni, salvo l'affitto di alcune sedi sul territorio italiano a valore di mercato».

Ma è un fatto che all’interno del Cda siedono numerosi esponenti apicali di Fdi. Non solo: Ariana Meloni, così come tanti altri, ha votato per approvare, è scritto nel verbale di assemblea, il bilancio 2023, quello cioè interessato dall’affaire Acca Larentia. Inoltre la nota prosegue confermando che il contributo ai neofascisti è stato dato, come rivelato da Domani, per comprare la sezione storica di Acca Larentia.

«Un contributo ritenuto opportuno», precisa. E spiega che l’erogazione è stata messa a bilancio. Domani ha verificato nei documenti contabili e pur non avendola rintracciata aveva scritto che poteva essere stata inserita nella voce del rendiconto “altri oneri di gestione”. E così, confermano fonti interne alla fondazione, è avvenuto.

Avs: legami tra Meloni e il neofascismo sempre più evidenti

La frequentazione di frange estremiste non è casuale in Fratelli d'Italia, comunica in una nota il portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, che ha annunciato di aver presentato «un'interrogazione parlamentare, anche per conoscere queste modalità di finanziamento: come mai a bilancio non c'è nulla della somma data ad Acca Larenzia per acquistare la sede omonima? Fratelli d'Italia dovrà rispondere anche sul fatto che hanno dato soldi a chi celebra il terrorista che ha ucciso il giudice Occorsio, oltre a celebrare le Waffen SS».

Anche il vice presidente di Avs alla Camera, Marco Grimaldi, ha commentato l’inchiesta di Domani, dicendo: «Agiscono nell'ombra, ma i legami tra il partito di Giorgia Meloni e il neofascismo sono sempre più evidenti. Questa destra si pone fuori dai binari costituzionali se non spegne la “fiamma”».

Il Pd: non possono fare i conti con il passato

«Appare sempre più evidente che Fratelli d'Italia, il partito della presidente del consiglio Giorgia Meloni, non vuole e non può fare i conti con il passato. Qualche tempo fa l'inchiesta di Fanpage sulla gioventù meloniana ci raccontava un movimento giovanile nostalgico della simbologia del ventennio. L'inchiesta del quotidiano Domani non lascia dubbi: la cassaforte di Fratelli d'Italia finanzierebbe il covo neofascista di Acca Larentia. E nella fondazione Alleanza Nazionale, che avrebbe elargito i fondi all'associazione Acca Larentia, siedono tra gli altri Arianna Meloni e Fabio Rampelli. Non è credibile dunque il maquillage che vorrebbe il partito di maggioranza trasformato in un un moderno partito conservatore. L'insieme del gruppo dirigente di Fdi e il cerchio magico della presidente Meloni sono altro e quella fiamma che arde nel simbolo di Fdi riporta questa destra indietro nella storia». Così in una nota Sandro Ruotolo, responsabile Cultura e Memoria nella segreteria Pd.

Anpi: osmosi con i neofascisti

«L'indagine svolta dal quotidiano Domani in merito all'acquisto dell'immobile di Acca Larentia tramite un cospicuo finanziamento della "Fondazione Alleanza Nazionale” conferma, come già rivelato dalle inchieste di Fanpage, che c'è una vera e propria osmosi fra uomini (e donne) ai vertici di Fratelli d'Italia e la galassia neofascista».

Così in una nota Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi. «Sussiste un'evidente questione di fedeltà alla Costituzione e alla Repubblica democratica, considerando che Fratelli d'Italia è oggi al governo ed esprime la presidente del Consiglio e vari ministri –  conclude Pagliarulo – Che ne pensano gli alleati di governo a cominciare da Forza Italia? È ora che finisca il balletto di silenzi e balbettii di Giorgia Meloni e si tronchi immediatamente e pubblicamente la sua intollerabile doppiezza».

Cucchi: impossibile che questo venga considerato normale

«Basta seguire i soldi e viene fuori il nitido ritratto di famiglia di questo governo – scrive la senatrice di Avs Ilaria Cucchi – Domani ha rivelato che la fondazione Alleanza Nazionale ha contribuito con 30mila euro all’acquisto di un’immobile. La fondazione vede nel Cda due vertici di FdI, Fabio Rampelli e Arianna Meloni. Fabio Rampelli per chi non lo sapesse è il vicepresidente della Camera. Arianna Meloni credo non abbia bisogno di molte presentazioni. Ecco, i soldi della fondazione sono andati a pagare non un’immobile qualsiasi, ma la sede del Msi di Acca Larentia. 

Ma soprattutto non è un’associazione qualsiasi quella che l’immobile l’ha acquistato. È l’associazione Acca Larentia. Non serve un grande sforzo di immaginazione per capire di che si tratta. Lo raccontano i loro profili social: propaganda fascista e lunghissimi appelli per ricordare i camerati scomparsi. 

Io non lo so, come tutto questo può essere considerato normale. Forse non interessano i legami tra la prima forza di governo e queste idee, che hanno provocato solo morte e distruzione. Ancora peggio, forse non interessa che la prima forza di governo sia anche queste idee, visto che, lo ribadisco, seguendo i soldi non viene fuori una semplice foto di gruppo ma un vero e proprio ritratto di famiglia.

Ora so già cosa succederà. Riempiranno le reti a suon di vittimismo, butteranno la vicenda “in caciara” e tutto risolto fino al prossimo scandalo. Niente di più facile per loro, purtroppo. Spero solo una cosa, che alla fine l’indignazione abbia la meglio sulla loro mancanza di dignità».

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