La destra lascia gli scranni per evitare di doversi esprimere sulla mozione che impegna il presidente del municipio VII di Roma a mettersi d’accordo con il Campidoglio per rimuovere il simbolo fascista. E affinché d’ora in poi venga negato il permesso alla commemorazione non istituzionale
Il consiglio del municipio Roma VII ha approvato una risoluzione che chiede di rimuovere la croce celtica di via Acca Larentia, visibile dall'alto sull’ex sede del Movimento sociale italiano. Nella mozione si chiede inoltre che la prefettura, per i prossimi anni, neghi il permesso a Casapound di organizzare la manifestazione del 7 gennaio, quella che si distingue per i saluti romani, successiva alla commemorazione istituzionale dei tre militanti del Movimento sociale italiano uccisi 46 anni fa, il 7 gennaio del 1978.
Il testo, presentato dal Pd, e sottoscritto da altre forze di centrosinistra è stato approvato con 15 voti favorevoli inclusi quelli del Movimento 5 stelle e di Italia viva. I gruppi di centrodestra, Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, hanno abbandonato l'Aula per non votare.
Nel dettaglio il documento impegna il presidente del Municipio Roma VII, Francesco Laddaga, a «interloquire con il sindaco e la giunta di Roma affinché: si attivi con rapidità l'interlocuzione con Inail e i condomini interessati, ai fini della non più rinviabile rimozione della croce celtica posta nel piazzale; si provveda nuovamente e velocemente alla rimozione del murales che riporta la scritta "Acca Larentia” con la croce celtica di seguito, su via Tuscolana altezza Piazza Santa Maria Ausiliatrice, nonché di tutti i manifesti abusivi ivi affissi; venga negata, da parte della prefettura e della autorità competenti, l'autorizzazione allo svolgimento della manifestazione del 7 gennaio, fatta eccezione per la commemorazione istituzionale dei giovani caduti, da proseguire».
La croce celtica e la rituale manifestazione fascista del 7 gennaio sono tornati alla ribalta quest’anno, dopo che le immagini di migliaia di neofascisti in piazza, che si esercitavano nel saluto romano, hanno suscitato un grande scalpore. La procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine ipotizzando il reato di apologia del fascismo per almeno dieci persone. Oltre cento invece le persone identificate dalla Digos, grazie all’analisi dei video e delle foto.
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