Appena eletto a Palma Campania, in provincia di Napoli, aveva spiegato ai migranti come lavarsi bene i denti. Era uno dei rampanti del partito, stimato dai vertici. Ora è ai domiciliari
Voleva insegnare le regole della convivenza civile e dell’igiene ai bengalesi, in particolare una doccia al giorno e la pulizia dei denti, si presentava come «sognatore, innamorato della propria terra», ma ora è finito ai domiciliari per corruzione. È la parabola di Nello Donnarumma, sindaco di Palma Campania, in provincia di Napoli, arrestato dai carabinieri su ordine della procura della repubblica di Nola. Il primo cittadino è passato a Fratelli D’Italia nel 2020 in una conferenza stampa convocata alla presenza di Francesco Lollobrigida, arrivato da Roma per l’occasione.
Donnarumma è il numero due di Fdi a Napoli, vicecommissario provinciale, in corsa per la segreteria provinciale, e in buoni rapporti con il partito romano. Si è sposato e ha festeggiato nel ristorante del deputato Paolo Trancassini, molto vicino a Giorgia Meloni. In una foto, risalente a qualche anno fa, è in compagnia dell’attuale presidente del Consiglio, conversava di politica e programmi. Nel 2019 le cronache nazionali si occuparono di lui perché, vista la nutrita comunità bengalese che vive nel comune napoletano, aveva pensato bene di distribuire un opuscolo rivolto a loro dal titolo chiarissimo: «Norme precauzionali generalmente osservate ed accettate in Italia». L’iniziativa aveva generato polemiche e contestazioni.
Il tema era stato anche al centro di un confronto proprio con Lollobrigida, quando l’attuale ministro era capogruppo di Fdi alla camera dei Deputati. «Caro Nello, complimenti per come in questi anni avete provato a denunciare e a combattere l’immigrazione clandestina e a regolare l’immigrazione utile all’economia. Hai ragione tu ci ha distratto il covid, sulle coste italiane arrivano quattordici volte gli immigrati che sono arrivati lo scorso anno, si era fatto qualcosa con i decreti sicurezza nel governo giallo-verde, ma li hanno voluto abolire. Serve il blocco navale e l’introduzione di hot-spot sul territorio africano», diceva Lollobrigida nel 2021 al sindaco Donnarumma che annuiva. Sull’opuscolo ai bengalesi, il primo cittadino aveva più volte spiegato la sua posizione: «A Palma Campania si vive rispettando le regole fondamentali dell'igiene personale». Ora secondo la procura è lui a non aver rispettato le regole, quelle del codice penale.
Le accuse per Donnarumma
Donnarumma è indagato per corruzione e turbativa d’asta insieme con dipendenti comunali e imprenditori, in tutto i coinvolti sono diciannove. Quello che i magistrati contestano al primo cittadino è di aver messo in piedi un sistema clientelare assicurando posti di lavoro per ‘amici’ che venivano assunti in cambio di favori e lavori pubblici. Il giudice ha accolto la richiesta di misura cautelare ai domiciliari perché Donnarumma ha posto in essere «condotte in totale spregio dei doveri e degli obblighi connessi alla funzione pubblica esercitata misura idonea a recidere la fitta rete di relazioni nella quale si cala l’indagato e certamente in grado di muoversi con assoluta disinvoltura», si legge nella misura cautelare.
La prima contestazione riguarda le procedure della gara per il servizio di social media marketing (valore 5 mila euro annuali), un bando al quale la prescelta del sindaco non aveva partecipato nei termini prefissati. Secondo gli inquirenti il sindaco le ha consentito di presentarla oltre la scadenza ottenendone l’aggiudicazione. Un’altra vicenda riguarda l’assegnazione della gestione del chiosco-bar, gara che sarebbe stata manipolata per favorire un imprenditore. L’accordo prevedeva l’assegnazione in cambio della destinazione delle risorse ricevute, come sostegno economico, alla vecchia titolare dell’attività destinataria di un ordine di abbattimento.
Anche la procedura negoziata per il rifacimento della piazza comunale sarebbe stata manipolata, il sindaco, con la compiacenza di alcuni funzionari comunali, avrebbe favorito una ditta nell’esecuzione dei lavori. Un altro capitolo, invece, è sui rapporti tra il sindaco e una cooperativa, beneficiaria di favori e piaceri in cambio di assunzioni segnalate da Donnarumma «così da consentirne l’accrescimento del consenso elettorale e il consolidarsi di una rete di rapporti clientelari tale da assicurargli il successo nelle successive competizioni elettorali», scrive la giudice, Teresa Valentino. Favori consistiti nell’affidamento diretto da parte del comune di Palma Campania di «servizi talvolta superflui in quanto del tutto sovrapponibili a quelli già resi dal personale dell’ente». Assistenza alla mensa scolastica, servizio di elargizione dei buoni covid, vigilanza immobili comunali, igiene dei locali comunali sono alcuni dei servizi svolti dalla cooperativa per decine di migliaia di euro in cambio delle assunzioni ‘segnalate’ dal sindaco sceriffo.
L’altro fratello
Donnarumma era in corsa per la segreteria provinciale mentre per la segreteria cittadina avanza la candidatura di Marco Nonno. Una scelta che divide la comunità di Fratelli D’Italia visto che è stato condannato a due anni per resistenza a pubblico ufficiale durante gli scontri contro la discarica di Pianura del 2008 e sospeso dalla carica di consigliere regionale per effetto della legge Severino.
La vicenda non è ancora conclusa, la corte d’appello deve nuovamente pronunciarsi dopo l’annullamento dell’assoluzione dal reato di devastazione disposta dalla Cassazione. Intanto Nonno è pronto per la corsa a segretario cittadino, invece si ferma quella di Donnarumma, sospeso dalle funzioni di sindaco dal prefetto di Napoli. Brutto colpo anche per il partito nazionale.
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