Un blitz dimostra che nelle case occupate i padrini vivono tra Versace e idromassaggi. Nelle stesse ore è morto per un linfoma un poliziotto impegnato contro i roghi tossici
Caivano, lo specchio delle contraddizioni dell’Italia. Da un lato i palazzi degradati del parco Verde con le case imbottite di lusso dei boss della droga, che solo ora lo Stato ha sgomberato. Dall’altro una terra martoriata dai veleni, dai roghi tossici, con servitori dello stato che si ammalano e muoiono.
«Dentro c’era di tutto, le piastrelle di Versace, le vasche idromassaggio da 10mila euro. Posseggono decine di appartamenti intestati a prestanome, loro sono ricchi, si comprano tutto, noi abbiamo lavorato con la morte nel cuore». Il racconto dei poliziotti svela il dietro le quinte dello sgombero delle case occupate a Caivano, nel Parco Verde.
Sfratti che rischiano di restare uno spot, ma che raccontano anche le condizioni di chi opera in quei territori sottratti alla legalità. Non è stato un intervento facile quello effettuato nelle case dei familiari del clan Sautto-Ciccarelli, salutato con giubilo dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che sul tema ha dato seguito alle parole dopo anni di niente, grazie anche all’impegno del parroco Maurizio Patriciello.
Poche ore prima del blitz, però, le donne e gli uomini dello Stato si erano svegliati con una notizia devastante: uno di loro, Gennaro Maiello, era morto, colpito da una leucemia a 41 anni. Non hanno avuto neanche il tempo di piangerlo, con l’ultimo saluto a sirene spiegate, che erano subito in strada per eseguire lo sgombero che ha fatto il giro dei social con le case di lusso e sfarzo occupate abusivamente dai sodali dei boss.
In tutto 36 appartamenti di parenti e congiunti dei capi piazza che, da quelle parti, hanno tirato su vagonate di soldi col traffico di droga. «Io gli do 500 euro a settimana per ciascuno ... io ho bisogno di gente per fare le mie cose (...) ci sta quello che lo nasconde, sta quello che lo spacca, sta quello che lo porta, ognuno fa una cosa», diceva intercettato Gallo, uno dei capi piazza, che gestiva la vendita degli stupefacenti al Parco Verde.
Cinquecento euro a settimana valgono duemila euro al mese, si arriva a diecimila quando si ha il controllo di una piazza di spaccio. E a Natale la malavita assegna anche la tredicesima: «Io a natale voglio dare 2.000 euro a tutti quanti ... è un pensiero anche a lui, adesso li prendevo o non li prendevo, prendevo 2.000 dai soldi, hai capito? ... che dici è fatto bene?», chiedeva Gallo a un sodale che rispondeva affermativamente: «Come alla faccia del cazzo!». Soldi e tredicesima agli affiliati e denaro anche alle famiglie dei carcerati.
Non basta un blitz
Uno dei ras di zona è Nicola Sautto, la sua dimora era guardata a vista da guardaspalle e vedette, il ripristino della legalità è un primo passo per smantellare le reti dello spaccio, di gruppi criminali collegati ai potenti camorristi Moccia. Da solo non basta perché con la repressione non si mangia, e Caivano come l’intero territorio ha fame di lavoro, ma anche perché rischia di restare un caso isolato, periodicamente si accendono riflettori sul territorio che poi puntualmente si spengono.
«A questa gente le case non servono, ne hanno a bizzeffe intestate a teste di legno, per loro conta solo avere la tranquillità di gestire le piazze di spaccio. Il punto principale di criticità è che sono solo 36 famiglie, i provvedimenti di sgombero sono 254, poi c’è un altro complesso di case e il Bronx poco distante dove non c’è un censimento e lo spaccio continua amabilmente», racconta un inquirente.
Ma chi sono i 36 destinatari di sgombero? Tra le più attive nelle proteste degli sfollati c’è Rita Bellezza, figlia di Rosetta Amata, detta ‘a terrorista, che inveisce contro tutti in alcuni video che girano sui più popolari social network. «Questa è casa mia, mi potete giudicare, sono abusiva, ma resta mia. Non volete avere rispetto per noi, ma dovete averlo per i figli nostri», diceva poche ore prima dello sgombero in una casa svuotata da ogni arredo, visto che da settimane era stato annunciato agli occupanti lo sfratto.
Basta scorrere il profilo di Bellezza per scoprire gli arredi, a partire dalla televisione incastonata nella parete, un’altra in mezzo alle decorazioni laccate d’oro, feste con fuochi d’artificio e anello a sancire un nuovo amore. Bellezza vanta tra i diversi inciampi giudiziari, la sostituzione di persone, il furto, la truffa, la detenzione di sostanze e la partecipazione a un’associazione finalizzata al traffico illecito di droga, il vero core business della casata, risalente a qualche anno fa.
Tra gli altri sgomberati, buona parte ha condanne superiori ai sette anni di carcere, ci sono precedenti per traffico di droga, rapina, detenzione di armi e, perfino, per fabbricazione di monete false. Da quelle parti anche i bambini vengono usati come vedette, «Mi è capitato di domenica di assistere a processioni con madonne portate in braccio da collatori festanti con seguito di bimbi urlanti che sollevano bandiere più grandi di loro», raccontava a Domani un cittadino di quel quartiere. Sono cortei non autorizzati in onore della matrona, «la signora che paga familiari e avvocati di chi delinque: è una delle signore della droga del quartiere».
L’agente morto
Se Bellezza e gli altri sfollati lamentano un Natale di stenti nonostante sfarzo, lusso, appartamenti disponibili anche altrove, c’è chi lo trascorrerà senza padre e marito, con le lungaggini burocratiche che allontanano anche la reversibilità e il sostegno economico.
Gennaro Maiello era un poliziotto del commissariato di Afragola, dove gli agenti sono sotto organico, ne mancano 13. Il giorno dello sgombero, in favore di taccuini e telecamere, è trascorso con il ricordo di Maiello.
Da queste parti il pensiero corre a Roberto Mancini, l’agente morto di linfoma non Hodgkin per le sue inchieste sui trafficanti di veleni. «Mancini resta un esempio per tutti, ci auguriamo che l’amministrazione e lo stato si prendano cura della famiglia di Gennaro e approfondiscano l’eventuale correlazione con la sua attività. Come lo racconto Maiello? Era sempre in prima linea, appostamenti, arresti in flagranza per armi, droga e impegnato nella caccia agli ecocriminali e agli smaltimenti illeciti. Tutti i sopralluoghi della scientifica di Afragola li ha fatti lui negli ultimi dieci anni. Ha onorato lo stato», raccontano i colleghi.
Roghi, incendi, scarichi abusivi, Maiello c’era sempre, mai un passo indietro. È morto di dovere a 41 anni nella terra dei fuochi e degli sfratti dorati.
© Riproduzione riservata