La scossa di terremoto che ha colpito Napoli è stata la più forte degli ultimi quarant’anni. Pochi giorni fa l’ex direttore dell’Osservatorio vesuviano aveva chiesto di evacuare gli edifici, ma non tutti hanno apprezzato. Il sindaco di Pozzuoli: «Ognuno faccia il suo mestiere». Il vulcanologo Macedonio: «Giusto monitorare le microlesioni»
Una forte scossa di terremoto registrata alle 3.35, con persone scese in strada a Napoli e nei comuni a ovest della città. L’epicentro è stato nei Campi Flegrei, tra Bagnoli e Pozzuoli, a una profondità di tre chilometri, mentre la magnitudo rilevata è 4.2: la più intensa in quest’area da 40 anni. La scossa, durata pochi secondi, è stata la più forte di uno sciame sismico di oltre 60 episodi che da martedì sta interessando l’area.
La Protezione civile ha fatto sapere che «non risultano danni segnalati». Il comune di Napoli ha comunicato che la scossa «non ha prodotto danni a cose o persone», anche se qualche cittadino ha segnalato la caduta di calcinacci dagli edifici. Eppure la paura cresce e la gente cerca notizie, mentre sulle bacheche social rimbalzano articoli e informazioni con i pareri degli esperti.
«La scossa è stata forte, ho predisposto controlli agli edifici scolastici per verificare eventuali danni. Per questi giorni ho sospeso la attività didattiche», dice a Domani Gigi Manzoni, sindaco di Pozzuoli. «In tutto sono interessati più di 40 plessi. Se le relazioni avranno esito positivo, riapriremo tutto al più presto». Manzoni rivendica di non essersi fatto trovare impreparato: «Già dopo la scossa del 7 settembre avevamo avviato una serie di verifiche».
Evacuare gli edifici?
Intanto a far discutere è un messaggio di pochi giorni fa. Una Pec di Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che il 18 settembre ha invitato le autorità a evacuare gli edifici nella zona di Agnano-Solfatara, a Pozzuoli: allontanare dalle loro case migliaia di persone tra l’area di Pisciarelli e quella della Solfatara.
«È l’accorgimento minimo più immediato» per il tempo necessario a verificare la vulnerabilità delle abitazioni, ha scritto de Natale, già direttore dell’Osservatorio vesuviano dell’Ingv. La prefettura di Napoli ha trasferito la segnalazione alla Protezione civile nazionale, all’Istituto di vulcanologia e alla regione Campania. Ma questa misura non è stata presa, almeno per ora.
Con l’analisi di De Natale concorda Giovanni Macedonio, vulcanologo dell’Ingv: «La zona è interessata dal fenomeno del bradisismo, un lento sollevamento del suolo che è accompagnato da attività sismica. Fino a pochi anni fa era di pochi millimetri al mese, ora si è intensificato», dice Macedonio a Domani. Il terremoto della scorsa notte non è stato fortissimo, ma le scosse sono superficiali e frequenti: «La ripetitività crea microlesioni negli edifici. Non è il singolo terremoto che rende inagibile la casa, ma la somma di tanti piccoli episodi».
Le critiche del sindaco
Fin qui il campo dell’analisi. Le decisioni da prendere sul territorio spettano poi alle autorità, dalla Protezione civile ai primi cittadini della zona. Critico con l’idea di evacuare gli edifici è proprio il sindaco di Pozzuoli: «Io mi confronto con le istituzioni, gli unici organi deputati a parlare sono l’Osservatorio vesuviano, per bocca del suo direttore, e la Protezione civile».
«Non bado a esternazioni personali, perché uno può essere bravo in vulcanologia ma decidere sulla vulnerabilità degli edifici è tutta un’altra cosa», dice Manzoni. Più cauto, pur attendo a non sfociare in un campo non suo, è invece Macedonio: «Le scosse possono creare delle microlesioni agli edifici. Quindi è giusto dire alle persone di rivolgersi a chi ne sa, se vedono dei danni alle pareti».
Monitorare senza evacuare
«È ovvio che chi ha una casa lesionata chieda di fare delle verifiche, è una procedura standard avvenuta anche in passato. Chi dice che le case vanno monitorate dice una cosa giusta», ripete Macedonio. «Ma decidere un’evacuazione spetta ai sindaci e agli organi competenti. Per adesso mi sembra prematuro, anche se tutto va tenuto sotto controllo».
Anche perché, informa Mauro Di Vito, attuale direttore dell’Osservatorio vesuviano, «la zona dei Campi Flegrei è costantemente monitorata, in stretto contatto con il dipartimento della Protezione civile. La probabilità di un’eruzione del vulcano è relativamente bassa. Stanno partendo squadre per fare controlli ai siti sensibili, soprattutto Pisciarelli e Solfatara». Ma, almeno per ora, senza allontanare nessuno dalle case.
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