Sovraffollati, senza progetti educativi né possibilità di reintegrazione sociale. Gli Istituti penali per minorenni (Ipm) da esempio europeo si sono trasformati in un modello fatto di cancelli, sbarre e trasferimenti forzati. È quanto emerge dal dossier dell’associazione Antigone, «A un anno dal decreto Caivano», che evidenzia come all’aumento delle presenze negli istituti non corrisponda affatto un aumento di criminalità minorile.

«Non avevamo mai visto nulla di simile», è l’incipit del rapporto, che chiede di non girarsi dall’altra parte di fronte a un sistema sempre più carico di problemi e denso di nubi, con una tensione mai vista prima. Le proteste, tra i pochi modi per chiedere di essere ascoltati, a breve con il ddl sicurezza verranno punite come rivolte con pene fino a otto anni di carcere anche nella forma della resistenza passiva, ricorda il report. Criminalizzare aiuta però a giustificare un modello sempre più simile a quello per adulti, cioè «chiuso, sovraffollato e violento».

Nel settembre 2022, quando si è insediato il governo Meloni, negli Ipm si registravano 392 persone. Ventidue mesi dopo i giovani detenuti sono cresciuti del 48 per cento, ma l’impennata più importante è stata data dall’approvazione del decreto Caivano. Dall’ottobre 2022, scrive Antigone, al settembre 2023, mese in cui è entrato in vigore il decreto, le presenze erano aumentate di 59 unità. Negli undici mesi successivi, l’aumento è stato di 129 minorenni, «più del doppio». Se si calcola invece la differenza tra gli ingressi, in un solo anno si è registrata una crescita del 16,4 per cento: da 764 a settembre 2023 a 889 a settembre 2024. 

Dati che sono però stime al ribasso perché, sempre per effetto del cosiddetto decreto Caivano molti ragazzi che hanno commesso reati da minorenni sono stati trasferiti nel sistema degli adulti, avendo compiuto la maggiore età, anche se negli Ipm si può essere detenuti fino ai 25 anni. Il trasferimento viene applicato troppo spesso, emerge nel rapporto, «per problemi di sovraffollamento o per gestire situazioni problematiche», interrompendo però un percorso educativo e complicando la reintegrazione sociale.

Sovraffollamento

«Per la prima volta anche le carceri minorili sono alle prese con il sovraffollamento», scrive Antigone. Su 516 posti totali negli Ipm italiani, le presenze a metà settembre 2024 erano 569, con un tasso di affollamento medio del 110 per cento. Una situazione, denuncia l’associazione, che non riguarda qualche istituto ma che investe tutto il paese: su 17, 12 ospitano più persone di quelle regolamentari. Il peggiore, con un tasso al 183,3 per cento, è Treviso, con 22 ragazzi su 12 posti.

Seguono il Beccaria di Milano (145,9 per cento) con 54 detenuti e una capienza di 37 e Acireale con 22 ragazzi per una capienza di 17 posti (129,41 per cento). Ma le altre strutture sono comunque al limite della capienza: in tutte e cinque, scrive l’associazione, un solo ingresso porterebbe a superare la capienza regolamentare. Airola, Bari, Catanzaro, Nisida e Palermo sono infatti al 100 per cento. 

I ragazzi reclusi sono a volte costretti, sempre a causa del sovraffollamento, a dormire su brandine o materassi a terra. I problemi strutturali aggravano poi maggiormente le condizioni di detenzione: dal Beccaria, dove «le condizioni sono molto critiche» per «problemi strutturali che ormai da anni caratterizzano l’istituto» e «danni recenti», all’Ipm di Roma, dove nelle aree comune manca la luce da tre settimane e mancano i frigoriferi. 

L’effetto Caivano è evidente anche sull’aumento della custodia cautelare: la crescita maggiore delle presenze è causata proprio da questa misura. A metà settembre, solo il 34,3 per cento ha avuto una condanna definitiva. Tra gennaio e settembre 2024, 712 persone sono entrate negli istituti in custodia cautelare. Lo stesso periodo un anno prima registrava 605 ingressi.

Psicofarmaci

Come emerso in un’inchiesta di Altreconomia, la spesa per gli psicofarmaci è aumentata in modo significativo, e quindi anche la somministrazione, specialmente antipsicotici. Secondo il mensile, in cinque istituti la spesa pro capite per antipsicotici è aumentata in media del 30 per cento tra il 2021 e il 2022, mentre nelle strutture per adulti la crescita è stata dell’1 per cento.

Reati in calo

Se le presenze sono aumentate, la criminalità minorile è diminuita dal 2022 al 2023 del 4,15 per cento, al contrario della narrazione che vede «le cosiddette Baby gang come un’invasione di minori devianti e criminali», segnala Antigone. E dal 2010 al 2021 il trend registrato è sostanzialmente costante, nonostante qualche oscillazione. Sono meno i minori che commettono reati come risse e percosse, diminuiti del 16 per cento, mentre gli autori di rapine, lesioni e violenza sessuale sono aumentati, rispettivamente del 7,69, 1,96 e 8,25 per cento. 

Chi viene recluso?

Il 61 per cento dei detenuti è minorenne, emerge dai dati di Antigone. Una percentuale in continua crescita, anche per quella norma del decreto Caivano che permette i trasferimenti dei maggiorenni negli istituti per adulti. 

Le ragazze detenute invece sono il 4,6 per cento della popolazione degli istituti di pena per minorenni: 27 su 569 presenze al 15 settembre. Sono divise in due strutture, Roma e Pontremoli. Nella prima sono recluse 10 ragazze, nella seconda 17. Metà di origine straniera, metà cittadine italiane. 

La presenza di ragazzi stranieri è comunque diminuita rispetto all’inizio dell’anno: oggi rappresentano il 46,7 per cento dei presenti, contro il 51,2 di metà gennaio. Per i minori stranieri non accompagnati la probabilità di essere trasferiti da un istituto all’altro per questioni di sovraffollamento o per allontanare chi è coinvolto in eventi critici è maggiore, perché «considerati più facili da allontanare non avendo famiglie sul territorio». Ma con la stessa facilità con cui si trasferiscono, si spezzano i faticosi legami creati, isolando il ragazzo o la ragazza. 

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