«Gli 007 hanno agito correttamente». Per Alfredo Mantovano è stata la seconda volta nell’arco di un mese a palazzo San Macuto. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, già sentito dai membri del Copasir a inizio marzo sulle vicende relative al torturatore libico Almasri e al capo di gabinetto di Meloni Gaetano Caputi, stavolta ha invece risposto alle domande che gli sono state poste sul caso Paragon. Ribadendo, ancora una volta, che l’Aisi e l’Aise – le quali hanno ammesso di avere in possesso il software israeliano ma non di averlo utilizzato nei confronti degli attivisti e giornalisti coinvolti in questa oscura faccenda – seguono le procedure in maniera legittima.

L’audizione di Mantovano, durata tre ore, non poteva dunque che riguardare in maniera prevalente il caso dello spyware a zero click, sul quale il governo mantiene grande riserbo: nelle scorse settimane è stato lo stesso sottosegretario, che ha la delega sui servizi segreti, a parlare di vicenda «classificata» e quindi non divulgabile. «Ci sono indagini in corso – aveva detto il fedelissimo di Meloni durante la presentazione della relazione annuale del Dipartimento per le informazioni della sicurezza (Dis) – Qualsiasi cosa venisse aggiunta danneggerebbe le attività di intelligence e di indagine». E ancora: «È stato detto tutto quello che si poteva dire pubblicamente».

Il braccio destro della premier avrebbe prodotto una relazione per il Comitato parlamentare che si occupa di sicurezza e anche risposto in maniera puntuale e trasparente. Il contenuto della relazione e delle risposte? Non è dato sapere. Eppure la domanda è lecita, considerata la rilevanza di quanto avvenuto: attivisti e giornalisti italiani, come Luca Casarini dell’ong Mediterranea Saving Humans e Francesco Cancellato di Fanpage, sono stati spiati proprio con Graphite, il software di proprietà della società israeliana Paragon Solutions che, come si è saputo, vende solo ai governi democratici.

In base a quanto apprende Domani, inoltre, anche il Comitato parlamentare produrrà una relazione sul caso Paragon: il Copasir d’altronde ha già sentito i vertici dell’intelligence e tra gli altri i rappresentanti italiani di Meta e il procuratore generale presso la corte d’appello di Roma Giuseppe Amato, il quale è il destinatario ultimo delle richieste relative all’autorizzazione di intercettazioni preventive.

Così mentre le audizioni del Comitato vanno avanti, proseguono anche le indagini delle cinque procure (Roma, Palermo, Bologna, Venezia, Napoli) presso cui sono state presentate le denunce da parte delle “vittime” di spionaggio.

Il lavoro degli inquirenti è coordinato dalla Dna, mentre la delega alle indagini è in mano alla Polizia Postale: le attività proseguono a ritmo serrato. Tuttavia, nella segretezza generale, sono tante le voci che chiedono risposte. E a chiederle, dopo che Domani ha appreso che l’intelligence avrebbe usato lo spyware su persone legate al mondo dell’immigrazione clandestina seppur in maniera legittima, è anche la politica.

«Ogni giorno emergono nuovi particolari sempre più inquietanti sui casi di spionaggio – dichiara Peppe De Cristofaro di Alleanza Verdi Sinistra – Ormai è chiaro che i nostri servizi segreti utilizzavano lo spyware di Paragon per intercettare persone legate al mondo dell'immigrazione e, da quello che sembra, anche in assenza di reati. Un sistema di sorveglianza puntato su chi denuncia i nostri rapporti oscuri con la Libia e le sue milizie e denuncia ingiustizie e torture nei campi del nord Africa. Meloni e Mantovano non possono continuare a scappare, devono rispondere in Parlamento sul perché hanno autorizzato l'uso di spyware per spiare attivisti dei diritti umani dei migranti. La verità continua ad essere insabbiata da una destra più interessata a controllare chi salva le vite piuttosto che ad arrestare i torturatori libici che, anzi, sono liberi di girare per l’Italia. È intollerabile – conclude il parlamentare – che il Governo continui a nascondersi dietro il segreto del Copasir, dove peraltro non abbiamo rappresentanti».

Allora chi ha usato davvero Graphite? O chi è che mente?

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