Con una nota gli avvocati del funzionario di banca accusato di aver spiato i conti correnti dei potenti, affermano che «nessuna documentazione attinente ai fatti» è stata trovata dagli inquirenti durante la perquisizione del 10 ottobre
Nessun dossieraggio. Nessun documento riservato custodito nei cassetti. Gli avvocati di Vincenzo Coviello, il 52enne di Bitonto, che – come rivelato da Domani – per oltre due anni avrebbe fatto i conti in tasca ai potenti da dietro la scrivania della filiale Agribusiness presso cui lavorava, rompono il silenzio. E lo fanno con una nota ufficiale in cui escludono che «sia stata compiuta una attività di dossieraggio (di qualsiasi dimensione e natura) o, comunque, che vi sia stata cessione di dati a terzi».
I legali Luigi Milani, Domenica Lenato, Federico Straziota e Antonio Arzano dello studio Polis di Bari chiariscono anche che dopo la perquisizione del 10 ottobre scorso «nessuna documentazione attinente ai fatti per cui si procede sia stata rinvenuta nell’abitazione e negli altri locali in uso all’indagato». A questo giornale i legali rispondono pure che al momento Coviello non dovrebbe venir sentito in Procura. Nei giorni scorsi la nomina, invece, dei periti e dei consulenti da parte dei pm del capoluogo pugliese titolari del fascicolo: avviata dunque l’analisi sui dispositivi mobili sequestrati all’ex bancario che per lungo tempo, dal 2022 al 2024, avrebbe appunto “spiato” i conti correnti di politici, vip e imprenditori.
«Comprendiamo – continuano gli avvocati nella nota – il rilevante interesse pubblico suscitato da questa vicenda, ma riteniamo doveroso restituirla alla sua reale dimensione». Saranno comunque gli inquirenti, dopo l’analisi di telefoni e pc, a stabilire se il funzionario del Gruppo Intesa – anche la banca sarebbe indagata nello stesso procedimento per violazione della legge sulla responsabilità amministrativa – abbia non solo monitorato dati ipersensibili ma anche conservato gli stessi.
Per farci cosa? Non è dato sapere. I reati contestati a Vincenzo Coviello sono quelli di accesso abusivo ai sistemi informatici e procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Sotto altro profilo, come anticipato ieri da Domani, il dipendente, tramite i suoi legali, ha impugnato il licenziamento – intercorso dopo il procedimento disciplinare avviato dalla banca che in questa storia si dice “parte lesa” – e aspetta la commissione paritetica Abi (associazione bancaria italiana) nei confronti della quale ha chiesto un tentativo di conciliazione.
Nel frattempo la cittadina di Bitonto è scossa, incredula, così come il governo. Con Giorgia Meloni – anche la premier insieme ai suoi congiunti sarebbe stata “spiata” dal bancario – indossa la veste di «più dossierata d’Italia». «Nessun dossier», continuano invece a ribadire i legali di Vincenzo Coviello. A fare luce su tutta la vicenda saranno gli inquirenti. Molte le ombre e gli interrogativi infatti a cui bisognerà dare presto una risposta.
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