Domani ha svelato i debiti del fondatore di Fratelli d’Italia per canoni non versati ai proprietari degli immobili. L’imbarazzo di Meloni. Avs, 5 Stelle, Pd chiedono trasparenza: «Profili inquietanti. Anche per gli insulti ai giornalisti». Piccolotti: «Due pesi e due misure»
A Palazzo Chigi dicono che Giorgia Meloni, dopo aver letto l'inchiesta di Domani sulle cause perse per centinaia di migliaia di euro dal ministro della Difesa Guido Crosetto per affitti non pagati abbia solo allargato le braccia, ordinando ai suoi silenzio totale sulla vicenda. La tecnica è nota: ignorare le inchieste e le notizie sui membri del governo, poi – se superano i criteri di selezione delle redazioni dei quotidiani o delle tv – sibilare al complotto, come nel caso di Andrea Delmastro o Daniela Santanchè.
L’inchiesta sul ministro che non pagava affitti in appartamenti di pregio ha dato fastidio a Meloni e imbarazzato Crosetto, e fatto sorridere sotto i baffi i molti nemici (dentro Fratelli d’Italia e nella Lega, in primis) del titolare della Difesa.
Crosetto, il “cofondatore”, è al fianco di Meloni fin dall’inizio, dal 2012, dopo una lunga militanza da deputato berlusconiano. Con lui la premier può vantare una di quelle amicizie che nascono nella differenza, crescono nella comune militanza, si consolidano nell’utilità: l’una ha esattamente ciò che manca all'altro. Una buona a trovare slogan e parlare ai cuori, l'altro a indossare la maschera da moderato, con un destino scritto da numero due. Nel tempo, con l’ascesa al governo, si è trasformata in un'amicizia logora, alimentata pare dal «conflitto» tra il ministro e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, sull’operato dei servizi ma non solo.
L’inchiesta di Domani adesso porta Meloni a spazientirsi, i meloniani a imbarazzarsi. Mentre Crosetto perde l'abituale aplomb da gigante buono per insultare i cronisti («Delinquenti»), i telefonini dei parlamentari di Fratelli d’Italia squillano a vuoto.
«Crosetto deve chiarire»
Chissà per quanto. L’opposizione prepara su questo la controffensiva. Il primo a presentare un’interrogazione parlamentare sarà Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato Avs. «È fondamentale che venga fatta chiarezza», spiega a Domani: «In Italia ci stiamo abituando a questa assenza di responsabilità, c’è una sorta di doppiopesismo morale inaccettabile che ha portato a fare campagne contro Avs. Penso a Ilaria Salis indagata di nulla, con un processo senza prove in un paese dove lo Stato di diritto è calpestato come l’Ungheria. Si fanno campagne di stampa a reti unificate che vanno dal servizio pubblico a Mediaset, poi quando ci sono vere questioni che attengono all’etica pubblica, al rispetto delle leggi e che coinvolgono esponenti che sono in Parlamento, si fa silenzio».
Bonelli cita i casi Montaruli, Delmastro, Santanché, Fidanza, Calderone: «Adesso Crosetto che non paga gli affitti. Meloni ha tirato in ballo la democrazia sulla condanna a Marine Le Pen, mi chiedo se sia democrazia un paese che silenzia il servizio pubblico e copre situazioni di questo genere? In altri paesi ci sono stati ministri che hanno copiato la tesi e si sono dimessi».
Piccolotti, Orfini e Maiorino
Nel nostro, invece, chi ha subito un processo mediatico “vuoto” alimentato dalla destra è stata Elisabetta Piccolotti, deputata di Avs crocifissa perché possiede una Tesla: «Il segnale di un paese che offre due pesi e due misure. Pensiamo all’atteggiamento che ha la destra nei confronti di chi non può permettersi di pagare un affitto e avrebbe bisogno di una casa popolare», spiega Piccolotti: «Crosetto e tutta la destra in generale, faticano a mettersi nei panni degli altri. Pensano di poter far tutto perché hanno il denaro per pagarsi gli avvocati, fare cause al proprietario della casa in cui vivono. Mentre chi questo denaro non ce l’ha viene trattato come un delinquente per il fatto di essere povero. Un ministro adeguato risponderebbe ai cittadini spiegando cos’è successo. Perché non ha pagato gli affitti? L’atteggiamento che hanno nei confronti della stampa è lontano da una democrazia matura. Ai giornalisti si risponde perché rispondendo rispondiamo ai cittadini, invece siamo abituati purtroppo a insulti e querele temerarie».
Anche il Partito Democratico pensa a un’interrogazione. Per il deputato Matteo Orfini: «Quanto è emerso ha dei profili abbastanza inquietanti. Il ministro dovrebbe prima di tutto, per interesse personale, spiegare e non accusare i giornalisti di essere dei delinquenti solo perché fanno il loro mestiere. Questo Governo naviga dentro un doppiopesismo e un vittimismo irricevibile. Chi fa il nostro mestiere ha il dovere di chiarire e di rispondere, riguarda qualsiasi politico, parlamentare o ministro. Soprattutto uno come Crosetto che fa vanto di essere equilibrato e attento alle ragioni del dialogo».
Dal M5s Alessandra Maiorino ricorda: «Questo governo ha sempre attaccato gli occupanti, ma se si tratta di Crosetto va bene occupare senza pagare l’affitto. È la logica di questa squadra di Governo: non c’è uno che sia a posto con la giustizia. Di Crosetto ci preoccupano ancora di più i debiti che vuole far contrarre all’Italia per far comprare armi. Soprattutto perché è stato per anni alla presidenza dell’associazione confindustriale degli armamenti, l’Aiad. La sua inadeguatezza è totale nel ricoprire il ruolo da ministro. Anche insultare è diventato uno sport di questo governo: non solo non fa conferenze stampa ma se un giornalista fa il suo mestiere viene insultato. Hanno paura della libera stampa».
© Riproduzione riservata