La prima puntata della nostra inchiesta sulla giungla di appalti senza gara affidati a sconosciute aziende anche albanesi ha provocato la reazione delle opposizioni, che ora chiedono chiarezza sulla gestione del denaro pubblico usato per costruire i due centri di detenzione per migranti in Albania.

Sia Avs che il Partito democratico hanno annunciato che presenteranno un’interrogazione parlamentare sulla mancanza di trasparenza per gli affidamenti diretti milionari a sconosciute aziende, anche albanesi.

L’interrogazione

I gruppi dem di Camera e Senato hanno annunciato battaglia: «Qual è stato l'importo speso fino ad oggi per la realizzazione dei centri di Gjader e Shengijn in Albania? E chi ha operato? Il Governo renda pubblico l'elenco delle ditte impegnate, in appalto e in subappalto, nella realizzazione e nella successiva gestione dei due centri di Gjader e Shengijn e sulla base di quali criteri sono state selezionate allo scopo di avere la massima trasparenza in considerazione della delicatezza della questione» scrivono in una nota, annunciando la presentazione di due interrogazioni identiche sul tema ai ministri Crosetto e Tajani.

«Come già emerso da inchieste giornalistiche e atti parlamentari appalti per un valore di circa 60 milioni di euro sono stati assegnati dal ministero della Difesa tramite Segredifesa in deroga alle norme vigenti sugli appalti, sollevando dubbi sulla trasparenza e sulla legalità dell’intero processo e aggravando il rischio di sprechi di risorse pubbliche». «A preoccupare - proseguono - è il rispetto dei diritti umani: la recente sentenza della Corte di giustizia europea in materia di “paesi sicuri” mette in discussione la legittimità di delegare la gestione dei migranti a paesi terzi come l’Albania, sollevando dubbi sulla conformità di queste politiche agli standard internazionali. Chiediamo dunque al Governo massima trasparenza nella pubblicazione dei dati sugli appalti e sulle ditte coinvolte, affinché l’utilizzo delle risorse pubbliche e il rispetto delle leggi siano garantiti».

Alle preoccupazioni della politica si aggiungono, come raccontato da Domani, quella strisciante negli uffici della Difesa, dove più di qualcuno ha sollevato timori per eventuali verifiche della Corte dei Conti in merito agli affidamenti per oltre 60 milioni dati senza gara con il solo scopo di fare presto, così come richiesto da Palazzo Chigi.

Schlein: «Enorme spreco di soldi per una violazione dei diritti umani»

«Mentre una sentenza della Corte di giustizia europea fa scricchiolare l'intero impianto su cui si basa l'accordo di Giorgia Meloni con l'Albania, apprendiamo dalla stampa che il governo vuole accelerare, al punto che si sono fatti degli affidamenti diretti milionari e senza trasparenza: 800 milioni complessivi che si sarebbero potuti mettere sulla sanità». È quanto denuncia la segretaria nazionale del Partito democratico, Elly Schlein, in merito alla vicenda del centro per i migranti in Albania. Ha poi aggiunto: «Siamo contro questa violazione dei diritti fondamentali di chi chiede asilo e che è anche un enorme spreco di soldi dei contribuenti italiani».

Bonelli annuncia interrogazione parlamentare

Anche Alleanza Verdi Sinistra ha promesso battaglia. Angelo Bonelli ha, infatti annunciato un’interrogazione parlamentare: «In un’interrogazione parlamentare al ministro della Difesa, Guido Crosetto, ho chiesto di consegnare al Parlamento l’elenco delle società albanesi a cui sono stati assegnati lavori in affidamento diretto e delle subappaltatrici per 60 milioni di euro, per la realizzazione dei due centri per immigrati in Albania. La notizia sui 60 milioni di euro di affidamenti diretti è stata pubblicata oggi dal quotidiano Domani. I centri, secondo il protocollo Italia-Albania, sono considerati territorio italiano e quindi devono essere sottoposti alle procedure italiane ed europee di affidamento dei lavori». 

Bonelli, inoltre, spiega: «Tra cinque anni avremo investito circa un miliardo di euro in un progetto, due centri di accoglienza per migranti, che forse dovremo restituire. È già successo nel 2002, quando il ministro della Giustizia Roberto Castelli aveva concordato con il governo di Tirana la costruzione di un carcere, al costo di 7 milioni di euro. Serviva per trasferire lì 300 detenuti albanesi che si trovavano nelle nostre carceri. Tuttavia, una volta conclusa l’opera, ci siamo trovati di fronte a una sorpresa: prima del collaudo si è scoperto che gli albanesi avevano già inserito nel carcere, costruito da noi, i loro detenuti. In pratica, abbiamo costruito loro un carcere gratis senza alcun beneficio per noi. Secondo Transparency International, l'Albania è il Paese più corrotto dell'area europea. Il ruolo della mafia albanese è molto forte».

«È urgente - prosegue l'ecologista - che il governo renda pubblici gli elenchi delle società albanesi e non, che hanno beneficiato degli affidamenti diretti per un totale di 60 milioni di euro, e di conoscere le ditte che hanno lavorato in subappalto per queste affidatarie. Chiedo di sapere chi sono gli operai che hanno lavorato alla realizzazione dei centri per migranti e con quali contratti sono stati assunti. Chi ha controllato le procedure di assunzione e verificato che non vi fossero condizionamenti legati ai clan?»

E inoltre: «Vogliamo sapere chi sono queste società e capire se ci sono condizionamenti da parte della politica albanese, per fugare ogni dubbio. I nostri organi di controllo, a partire dal Parlamento e dalla Commissione parlamentare antimafia, devono svolgere gli opportuni controlli e rendere pubblici i documenti».

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