L'atto vandalico contro il murale di Paola Egonu ha riacceso il dibattito sulla riforma della legge sulla cittadinanza: Elly Schlein (Pd) invita a cambiarla, il partito di Tajani propone un approccio più liberale, ma esclude lo ius soli puro, mentre la Lega si oppone a qualsiasi modifica della normativa
«Battiamoci per cambiare la legge sulla cittadinanza», ha detto la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, commentando lo sfregio razzista al murale “Italianità” dedicato alla campionessa della pallavolo italiana Paola Egonu. L’atto vandalico che ha rovinato nella notte fra il 13 e il 14 luglio l’opera ha riacceso infatti il dibattito politico su come concedere la cittadinanza, tra ius soli, ius scholae e ius culturae.
L’approccio più liberale di Forza Italia
«Qualcosa va fatto», comunica una fonte di Forza Italia dalla commissione Affari costituzionali. In virtù del nuovo corso più autonomo dagli alleati di maggioranza, e considerando anche le parole di qualche settimana fa di Marina Berlusconi, che consigliava al partito fondato dal padre di esporsi maggiormente a difesa dei diritti, Forza Italia starebbe infatti mettendo a punto una proposta di legge sulla questione.
Dopo le posizioni assunte sulla situazione carceraria, l’approccio più liberale di FI si sposta adesso sulla cittadinanza. Non sembra, però, che in questa futura proposta di legge sarà incluso lo ius “soli puro”, secondo cui la cittadinanza può essere acquisita solo per il fatto di essere nati sul territorio italiano.
«Ragionare sul tema è doveroso, ma no allo ius soli. Ripartiamo da ius scholae e ius culturae», ha detto il deputato forzista Alessandro Cattaneo, aggiungendo che «l’integrazione passa dal percorso scolastico».
Lo ius scholae, proposto a marzo 2018 e poi arenatosi alla Camera a giugno 2022, stabilisce che un bambino nato in Italia, o arrivato prima di avere compiuto 12 anni, può fare richiesta di cittadinanza dopo aver fatto un ciclo scolastico di cinque anni.
La proposta di legge dello ius culturae, approvata dalla Camera nell’ottobre del 2015 e poi fermatasi al Senato due anni dopo, prevedeva la stessa modalità con qualche piccola variazione.
«L’effetto di automatismo dell’ius soli non ci piace. Ma rivedere la normativa per una cittadinanza più agevole, velocizzando le procedure, credo che in questo senso una riforma si possa fare», dice il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, membro della commissione Giustizia.
Lo stop della Lega
Il partito guidato da Matteo Salvini rimane irremovibile su qualsiasi modifica della normativa. «Con noi al governo non ci sarà mai lo ius soli, una legge già c’è e funziona», ha detto Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno.
In mattinata, l’account Facebook della Lega – Salvini premier ha aggiunto: «La legge sulla cittadinanza va benissimo così, e i numeri di concessioni (Italia prima in Europa con oltre 230mila cittadinanze rilasciate, davanti a Spagna e Germania) lo dimostrano. Non c’è nessun bisogno di Ius Soli o scorciatoie».
Una chiusura netta, indirizzata soprattutto agli alleati di governo di Forza Italia.
Le posizioni dell’opposizione
Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha proposto una campagna referendaria: «Nei prossimi dieci giorni, al massimo a inizio settembre presenteremo un quesito abrogativo per introdurre lo ius soli». Anche la deputata del Pd Laura Boldrini sembra favorevole alla proposta di Magi, che ha commentato dicendo: «Di fronte al rifiuto ideologico della destra, il referendum può essere un pungolo per la maggioranza».
Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato del Movimento cinque stelle, sembra prendere le distanze dalle posizioni del suo partito, che spinge soprattutto per lo ius scholae: «Trovo deprimente e irragionevole che non ci sia un dibattito per ius soli e ius culturae, che vedono il mio favore, ma probabilmente non di tutta la mia forza politica. Non ci si può sempre schiacciare su posizioni di partito», ha detto a In Onda su La7. A rispondere è stata la responsabile Diritti M5s Alessandra Maiorino: «Lo Ius scholae è un modo, se ce ne sono altri, non credo che sia un punto su cui non si possano trovare convergenze con Avs e Pd».
Il diritto di cittadinanza in Italia
La cittadinanza italiana può essere acquisita in due modi principali: per diritto (ius soli) o per naturalizzazione. Il primo riguarda chi nasce in Italia da genitori stranieri e può richiedere la cittadinanza al compimento dei 18 anni, purché abbia vissuto in Italia senza interruzioni. Il secondo riguarda chi risiede in Italia da almeno dieci anni (quattro per i cittadini Ue) o chi ha sposato un cittadino italiano.
Questo processo è altamente discrezionale e spesso soggetto a ostacoli burocratici e interpretazioni restrittive da parte del Ministero dell'Interno, portando a numerosi rigetti, anche quando i requisiti legali sono effettivamente soddisfatti. Nonostante numerosi tentativi di riforma della legge degli ultimi decenni, però, non è stata ancora approvata nessuna modifica significativa.
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