Ivana Jelinic guida l’ente finito sotto la lente della Corte dei conti. Il caso degli affidamenti diretti per milioni. E ora emerge anche un possibile conflitto di interessi: è azionista di imprese attive nel settore turistico
Può il vertice massimo dell’Ente per il Turismo, l’Enit, essere socia di aziende che si occupano di turismo? E può non dichiararlo nel documento patrimoniale depositato nella sezione trasparenza del sito dell’organismo di cui è amministratrice delegata dal 26 novembre 2022, voluta e nominata dalla ministra Daniela Santanchè?
I documenti ottenuti da Domani, infatti, svelano una miscela di interessi privati e pubblici. Poco interessano qui eventuali rilievi penali o di violazioni amministrative, ciò che è emerge è un potenziale conflitto di interessi di Ivana Jelinic, la quarantenne manager del turismo italiano. Ironica, dice, nella chiacchierata con Domani, di parlare un «pessimo italiano». Ammette che sulle lingue straniere (a parte il croato) non è il massimo. Per questo spesso si affida a interpreti nei viaggi in giro per il mondo per conto di Enit.
Non è un punto debole, sostiene. Anzi lo rivendica con orgoglio patriottico: «Tendo a parlare la nostra lingua perché rappresento l’Italia quando vado all’estero». Un po’ di inglese? «Se necessario lo parlo», dice. Jelinic è turbata per un’intimidazione subìta la settimana scorsa: mani ignote hanno bucato le gomme della sua auto parcheggiata all’interno della Spa pubblica. «Ho fatto scelte interne in controtendenza, che hanno creato una forte animosità all’interno», denuncia a Domani.
Affidamenti milionari
Tuttavia alle questioni societarie private si sommano le spese allegre di Enit da quando lei è ad. Contabilità per eventi, pubblicità, gadget e viaggi, finita, come anticipato dal nostro giornale il 17 agosto scorso, sotto la lente d’ingrandimento dell’Autorità anticorruzione (Anac) e della Corte dei Conti. «Abbiamo fornito tutta la documentazione richiesta», assicura Jelinic.
I dati raccolti tramite una banca dati pubblica permettono di fare una stima degli affidamenti diretti e degli appalti dell’ultimo anno e mezzo: 34 milioni di euro distribuito tra vari fornitori, tra cui Rcs Sports & Events (Gruppo Cairo editore) che tra il 2022 e il 2023 ha incassato oltre 6,5 milioni di euro per la sponsorizzazione del Giro d’Italia.
In questo lungo elenco troviamo anche i costi effettivi dell’evento di cui Santanchè è più orgogliosa: il primo Forum internazionale del Turismo a Baveno. Enit ha speso 138mila euro per «servizio catering e ristorazione», per soli due giorni, è scritto nell’affidamento diretto.
Sempre senza gara, poi, molti altri sono stati spesi spesi: 40mila euro per il servizio transfer a una azienda di Ncc; 136mila alla Matrix srl per il servizio di «allestimento e regia» dal 20 al 26 novembre 2023; 27mila euro sono stati dati a una azienda di ceramiche «per servizi resi nell’ambito del patrimonio culturale»; infine 200mila euro sono finiti a Grandi Stazioni retail Spa (gruppo Ferrovie) per «le attività di comunicazioni» negli scali ferroviari. Il totale per una due giorni intensa è stato pari a mezzo milione di euro.
Le aziende di Jelenic
Sul sito di Enit, nella dichiarazione patrimoniale di Jelinic, non c’è traccia delle aziende di cui l’ad è ancora socia. Si tratta di Umbria- Incoming, costituita nel 2015: nell’ultimo bilancio ha dichiarato un utile di poco più di 3mila euro e un fatturato di quasi 4mila. Si occupa di «assistenza turistica».
Conflitto di interesse, potrebbe sembrare. «Macché, non è attiva», replica Jelinic. Forse sarebbe più corretto dire non del tutto inattiva, perché comunque qualche migliaio di euro lo ha mosso anche con lei è a capo di Enit, che si occupa, appunto, di turismo.
Nella dichiarazione che va depositata per la legge sulla trasparenza non è indicate neppure una seconda azienda: S.J. Consulting, fondata nel 2021, ha iniziato l’attività nel 2022. In che campo opera? Turismo, ça van sans dire. «Non le ho inserite nella dichiarazione perché non producono, non hanno fatturato», si difende. In realtà la prima qualche reddito lo produce, sulla seconda è impossibile saperlo perché non esistono bilanci disponibili.
Ma nella vita da imprenditrice c’è anche un’altra parentesi durata fino a giugno 2023: ha ricoperto il ruolo di consigliere nel cda di Seac Srl, il cui socio unico è Confcommercio imprese regione Umbria. In Seac troviamo altri imprenditori che lavorano nel settore alberghiero e che spesso contrattano con la pubblica amministrazione.
Tutti questi ruoli passati e attuali in società private possono rappresentare un conflitto di interesse? «No, ma le pare? Perché dovrebbero?». Forse perché sempre di turismo si occupano, replichiamo. Ma Jelinic è convinta del contrario. Non resta che crederle, dunque.
Dalla Cina a Parigi
I documenti interni all’ente permettono di ricostruire altre spese sostenute dalla numero uno dell’agenzia per taxi, cene e pernottamenti. Spese che si aggiungono al caos interno all’agenzia, con una ministra in bilico a rischio doppio processo e un cda composto da fedelissimi. Sotto la guida dell’amica di Santanché l’agenzia ha pasticciato sulle fiere da promuovere, ha fatto infuriare i sindacati sull’utilizzo del personale, ha sponsorizzato eventi come concerti del trio Il Volo.
Scelte che, insieme ad altre, hanno fatto muovere anche i magistrati contabili e l’autorità nazionale anticorruzione che hanno chiesto carte e documenti per approfondire. Nell’elenco delle spese ci sono anche le cene durante i grandi eventi internazionali. Utili per sviluppare incontri e relazioni. Come quello al ristorante Chiado Macao, presso l’Hotel The Londoner, in un posto da sogno a Hong Kong.
Da quanto risulta a Domani, qui hanno cenato il 21 settembre 2023, la ministra Santanché, lo staff, l’ambasciatore d’Italia in Cina e anche una delegazione imprenditoriale. I nomi? «Non li ricordo, ma poi perché dovrei dirglielo, cosa c’è di così scabroso?». Nulla, però conoscere i nomi delle imprese italiane che godono del privilegio di sedersi a tavola con la ministra è di sicuro interesse pubblico. Almeno sappiamo il costo della tavolata da 25 persone: 1.900 euro più le tasse locali con inevitabile variazione di budget per Enit.
Per chiudere il capitolo trasferte c’è anche il pernottamento a Parigi del consiglio di amministrazione, l’ad e il consigliere Pappalardo, per una spesa intorno ai 1.100 euro. In quei giorni a Parigi c’era anche la ministra, l’Italia si è presentata con la squadra migliore alle fiere di “Les Thermalies” e “Maison et Objet”.
Il caso Pappalardo
A Parigi c’era anche Pappalardo. Tenente colonnello, ex assessore della giunta di Nello Musumeci in Sicilia, dal 2019 al 2022 ha ricevuto compensi da Enit e dal 2019 al 2023 rimborsi per missioni. L’ufficiale dell’aeronautica ha dichiarato, lo scorso marzo, di non trovarsi in alcuna causa di incompatibilità, anche se sono in corso accertamenti da parte della Corte dei conti. A febbraio è stato confermato consigliere del cda di Enit. Meloni lo definì «uno dei nostri migliori dirigenti».
Pappalardo, come rivelato da Domani, era tra i sette nomi di consiglieri «segreti» del ministero della Difesa, guidato da Guido Crosetto. I loro nomi non erano in nessun atto ufficiale, «non sono collaboratori o consulenti, ma consiglieri senza compenso», avevano fatto sapere dal ministero.
I magistrati contabili approfondiscono anche altre posizioni come ad esempio quella di Maria Rossi, dimissionaria dal primo gennaio 2023, ma ancora operativa. Proprio Rossi figura come responsabile unica del progetto di sponsorizzare con otto milioni di euro la fondazione Milano Cortina per i giochi invernali del 2026: 7 milioni di euro.
La determina, firmata da Jelinic, risale allo scorso dicembre quando l’Enit non era ancora diventata una spa. «In virtù della risonanza mediatica e delle opportunità di comunicazione legate ai giochi olimpici e paraolimpici invernali di Milano Cortina 2026, l’Enit si propone di diventare partner della manifestazione», si legge nella determina dove Rossi è indicata come direttore marketing e promozione. «Una cifra», aggiunge Jelinic, «spalmata in più anni per attività di sponsorizzazione».
Per capire come mai Santanché ha scelto Jelinic per guidare l’agenzia dobbiamo tornare al 2017. In quell’anno l’attuale ministra fondava un nuovo movimento politico, in compagnia di due esponenti di spicco del centrodestra lombardo, Mario Mantovani e Luca Squeri. Secondo alcuni l’ascesa di Jelinic è più merito di Squeri che di Santanchè.
«Lo conosco, ma non c’entra con la mia nomina», spiega l’ad, che ora lavora al fianco di una presidente, Alessandra Priante, nominata da Palazzo Chigi. Ed è impossibile leggere il futuro: nessuno può prevedere cosa ne sarà di Jelinic se mai dovesse finire in anticipo la stagione Santanchè al ministero?
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