«Un disastro, un marchettificio». In una delle sue prime interviste da ministra del Turismo, Daniela Santanché definiva così Enit, l’ente che si occupa della promozione dell'offerta turistica italiana. A pochi mesi dalla trasformazione dell’agenzia in società per azioni che avrebbe dovuto segnarne il rilancio, alcune decisioni della dirigenza su fiere e sponsorizzazioni e i ritardi nei pagamenti di fornitori e sedi estere hanno mandato su tutte le furie quasi tutto il settore del turismo.

Anche l’Anac ha acceso i riflettori sull’ente per alcune consulenze affidate ultimamente dall’amministratore delegato, la fedelissima di Santanchè, Ivana Jelinic. L’intervento dei magistrati anticorruzione ha riacceso le polemiche, anche all’interno della maggioranza, con Forza Italia che ha annunciato un’interrogazione parlamentare.

Così Enit diventa terreno di scontro per i partiti di governo. Ma l’ad Jelinic ha voluto far sapere di avere le spalle coperte. Rispondendo alle polemiche delle scorse settimane, ha voluto sottolineare che «con il pieno consenso del ministro del Turismo e del governo è determinata a proseguire nel cammino intrapreso». Jelinic scomoda non solo la ministra Santanchè, che ha fatto di tutto per nominarla ad, ma perfino la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Una «uscita irrituale» sottolineano nei corridoi del MiTur. E c’è chi maligna che questa «copertura governativa» sia stata necessaria per via del grande malumore che alcuni suoi provvedimenti hanno generato nel settore, tant’è che i più grandi operatori nazionali – dopo mesi di telefonate e mail di fuoco indirizzate al ministero di Santanchè – vogliono convocare un tavolo con Enit e MiTur nelle prossime settimane.

Una delle decisioni più controverse è quella sulle fiere internazionali, attività principale dell’ente per la promozione del nostro turismo all’estero, dove Jelinic si è cimentata in una «meravigliosa giravolta». Lo scorso 27 giugno l’ad invia una comunicazione alle regioni e agli operatori turistici in cui depenna improvvisamente otto fiere dal piano approvato alla fine del 2023. «Non veniva spiegato il motivo di una scelta così improvvisa e masochistica», racconta un imprenditore.

Vengono tagliate le partecipazioni alla Fit Argentina, dove doveva aver luogo un importante evento nell’ambito del progetto Italea per la promozione del “turismo delle radici” del ministero degli Esteri, finanziato con fondi del Pnrr. O la Imex America di Las Vegas, una delle più importanti fiere per il “turismo business”, settore in cui l’Italia è prima destinazione in Italia e seconda nel mondo. Gli operatori non ci stanno e se la prendono non solo con Enit, ma con il ministero, che viene inondato da lettere di proteste. Il risultato: dopo quindici giorni le fiere sono ripristinate. Ma solo quattro su otto e, a quanto risulta a Domani, con una maggiorazione delle spese a carico di ente ed operatori.

Fatture pagate, fatture no

Ci sono poi le sponsorizzazioni e promozioni decise dal consiglio di amministrazione di Enit. Come il sì alla sovvenzione del Giro d’Italia e il no a quella del Tour de France, che nel 2024 per la prima volta nella storia decideva di partire dal nostro paese. Un evento unico da sfruttare per la promozione delle nostre bellezze all’estero. Per tutti, ma non per Enit: «Le regioni Emilia-Romagna, Toscana e Piemonte avevano chiesto a Santanchè di contribuire alla visibilità dei loro territori sponsorizzando il passaggio del Tour. Avevano richiesto una cifra di un milione di euro e il ritorno di immagine internazionale sarebbe stato sicuramente importante. La risposta è stata picche», spiega la nostra fonte.

I soldi però si sono trovati, come da qualche anno a questa parte, per il Giro d’Italia: Enit anche quest’anno ha stanziato 3 milioni e 279mila euro per un contratto con Rcs Sports and Events. «Tutto in cambio di pochissima visibilità», sostiene la nostra fonte.

«I ritorni di immagine non sono ben precisati, però i membri del cda erano sempre in prima fila quando il Giro passava nelle città a loro vicine». Poi ci sono soldi ad altre manifestazioni che «nell’ottica di una promozione turistica di largo respiro sono poco comprensibili»: come i 150mila euro dati da Enit (oltre altri 150mila dati dal MiTur) per il concerto in Sicilia de Il Volo; le decine di migliaia di euro elargiti a manifestazioni come la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, o alla associazione Agnus Dei di Tiziana Rocca (moglie dell’attore Giulio Base) per le manifestazioni Filming Italy a Los Angeles e in Sardegna.

Tutti contratti decisi dall’ad in persona, che può fare in autonomia fino alla soglia di 150mila euro. Tutte queste fatture arrivate a Enit «sono già state pagate, prima di ogni cosa, in barba a tanti altri fornitori dell’ente. O i pagamenti degli affitti delle sedi estere o delle loro bollette: in qualche caso sono i dipendenti che devono provvedere per non rimanere senza luce». Ma la dirigenza dell’ente va avanti così, grazie al «pieno consenso» del governo.

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