L’interruzione di eventi e i blocchi stradali motivano la richiesta di sorveglianza speciale per Giacomo Baggio, militante del movimento Ultima generazione. Il tribunale di Roma ha rinviato la decisione che sarà assunta e comunicata nei prossimi giorni
Prima un presidio con musica e parole e poi un corteo per dire no alla criminalizzazione del movimento ambientalista. Così le attiviste e gli attivisti hanno espresso la loro vicinanza a Giacomo Baggio, componente di Ultima Generazione, per il quale la divisione anticrimine della questura di Roma ha chiesto l’applicazione della misura della sorveglianza speciale.
Da tutta Italia in tanti sono arrivati a piazzale Clodio, sede del tribunale, per esprimergli vicinanza e solidarietà. Cosa contestano all’attivista e come si difende? Partiamo dall’esito, il tribunale capitolino ha rinviato la decisione che sarà assunta e comunicata nei prossimi giorni agli avvocati Paola Bevere e Tatiana Montella.
Le contestazioni
Il 27 giugno la questura capitolina ha chiesto l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza della durata di due anni per Baggio sulla base di questo assunto: «È un soggetto che malgrado la giovane età ha palesato una marcata ed inequivocabile insofferenza alle regole del vivere sociale, è da ritenersi persona abitualmente ed attualmente dedita alla perpetrazione di condotte lesive per la tranquillità e alla sicurezza pubblica».
In tutto sono diciassette le iniziative che vengono contestate al trentenne bergamasco, nella vita consulente legale dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, tutte compiute tra il 2023 e il 2024.
Si inizia a febbraio dello scorso anno con un blocco stradale a Milano, poi è turno di Roma dove agisce con altri attivisti, ma in questo caso, si legge nella richiesta, Baggio si denuda anche «impedendo il transito dei veicoli». Non ci sono solo interruzioni del traffico, reato che adesso diventa penale con il nuovo provvedimento del governo, ma anche il deturpamento di beni culturali, «unitamente ad altri soggetti ha riversato del liquido di colore nero all’interno della fontana dei quattro Fiumi, opponendo poi resistenza al personale operante».
Tra le contestazioni c’è anche la resistenza a pubblico ufficiale, Baggio ha sempre ribadito l’assoluta non violenza di ogni azione, la resistenza passiva come pratica decennale di lotta e rivendicazione dei diritti, l’uso di carbone vegetale o vernice lavabile.
Tra le iniziative che vengono elencate a carico di Baggio c’è anche quella messa in atto al Foro Italico dove, nel maggio scorso, erano in corso le partite degli internazionali di tennis, interrotte dall’occupazione del campo. Non ci sono solo le azioni, sempre non violente del movimento che si batte per l’istituzione di un fondo di riparazione per le vittime delle alluvioni, ma anche le frequentazioni.
«Emerge una sistematica ed inequivocabile frequentazione di soggetti gravati da pregiudizi penali per la perpetrazione di condotte antigiuridiche di diversa specie e/o sottoposti a misure di prevenzione personali, unitamente ai quali Baggio è stato più volte deferito all’autorità giudiziaria o sottoposto a controlli di Polizia, come già si evince in modo esaustivo dalle segnalazioni sopra riportate e dagli atti allegati». L’attivista, in pratica, frequenta altri componenti del movimento che mettono in atto le stesse azioni. Azioni che hanno spinto le autorità a queste conclusioni: «Le vicende sopra riportate consentono di inquadrare la marcata pericolosità sociale del soggetto e trovano fondamento in circostanze fattuali concrete, scevre da qualsivoglia possibilità di valutazione soggettiva o mero sospetto».
Così è stata chiesta per Baggio la misura della sorveglianza speciale a 2 anni che prevede: il divieto di soggiorno nel comune di Roma, ma anche l’impossibilità di «partecipare a manifestazioni di ogni genere, anche sportive, a spettacoli musicali in stadi ed altri impianti di pubblico servizio» e, per controllare il soggetto ritenuto pericoloso, l’obbligo di restare presso il domicilio dalle 20 alle 7 del mattino. Richieste che fanno riferimento al codice antimafia, alle misure di prevenzione e che vengono disposte nei confronti di soggetti pericolosi legati al crimine organizzato o ai boss quando non sono colpiti da misure cautelari.
La difesa
La difesa di Baggio riscrive la storia dell’attivista e racconta la sua vita da volontario e appassionato delle tematiche sociali. «Non rappresenta in alcun modo un pericolo per la società, ma una persona impegnata nella promozione di valori democratici e nella tutela dell’ambiente. Le sue azioni non sono guidate dalla violenza o dall’intenzione di minare l’ordine pubblico, bensì dalla convinzione che la difesa del pianeta e delle future generazioni sia una priorità che merita una risposta urgente», scrivono le avvocate Bevere e Montella nella memoria difensiva chiedendo alla terza sezione di rigettare la richiesta.
Il collegio si è riservato la decisione che sarà assunta nei prossimi giorni.
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