Tutti gli interrogatori dei giocatori di serie A indagati nell’inchiesta della procura di Milano. «Vorticoso crescendo di scommesse» caratterizzato dallo «sfruttamento delle debolezze altrui», scrivono gli inquirenti. Tra i calciatori c’è chi ha iniziato a scommettere durante i ritiri della nazionale
«Nico, te li… penso che te li faccio fare da un’altra parte nel caso, unica roba è che qua mi serve per forza la foto del bonifico e una roba fatta bene, cioè, quello che ti dico di scrivere scrivi, una roba precisa, perché è gente con cui faccio le cose da poco». È Nicolò Fagioli, centrocampista della Fiorentina, in prestito dalla Juventus, che riceve questo messaggio sul suo telefonino. A scrivergli è uno dei gestori della piattaforma di scommesse illegali sventata oggi dalla Procura di Milano. Il calciatore, insieme al collega Sandro Tonali, ha «rivestito – scrivono gli inquirenti – un ruolo attivo» in questa storia, dove a essere indagati sono ben dodici giocatori di serie A, oltre ad altri sportivi e arbitri.
Fagioli e Tonali, continuano gli inquirenti, erano «intermediari tra gli organizzatori delle piattaforme di gioco illecite e ulteriori utilizzatori di tali piattaforme, anche legati al mondo del calcio, occupandosi di pubblicizzare le piattaforme». Tutto, dunque, nasce dai due centrocampisti: l’inchiesta dei pm Amadeo e Filippini, a partire da una perquisizione del 2023 realizzata nei confronti dei due, ha poi scovato il giro illegale esistente.
GLI INTERROGATORI
«Un vorticoso crescendo di scommesse», pure caratterizzato dallo «sfruttamento delle debolezze altrui», è come lo descrivono i magistrati. «Scommettevo sia sulle partite di calcio, sul Casinò, tennis e calcio, la maggior parte era Tennis – dice Fagioli in sede di interrogatorio -. Ho iniziato nell’estate 2021 quando mi trovavo ad allenarmi per la Nazionale a Tirrenia (…) Scommettevo praticamente tutti i giorni (…). Gli organizzatori dei siti, mi avevano proposto di riconoscermi un qualche vantaggio se avessi portato altri scommettitori, ma non volevo assolutamente guadagnare sugli amici». Le ammissioni, analogamente, arrivano pure da Tonali che però precisa: «Non mi sono mai venduto delle partite, non ho mai scommesso su eventi particolari che potessero accadere nel corso della partita, ma scommettevo solo l’eventuale vincita di una delle due squadre». Poi: «Ero perfettamente a conoscenza che come giocatore non potevo scommettere». Il debito di gioco accumulato dal giocatore arriverà a toccare i «500mila euro».
Sempre nel corso dell’interrogatorio è Tonali a tirare in ballo un altro collega: Alessandro Florenzi. Prima di Florenzi, racconta anche di aver iniziato a scommettere a causa di un amico, l’arbitro Piero Marinoni. «Florenzi – continua Tonali – giocava sicuramente al casinò online nella mia stessa piattaforma in quanto sono stato io a fargli creare un account (…). Sulla piattaforma di cui ho parlato ho anche giocato a poker e lo ha fatto Perin, il portiere della Juventus, Fagioli, Pietro Marinoni, Zaniolo, un certo Stefano. C’è anche McKennie e Samuele Ricci». Oltre a loro sono stati iscritti nel registro degli indagati anche: Angel Di Maria, Raoul Bellanova, Cristian Bonaiuto, Matteo Cancellieri, Adames Hector Junior Firpo.
GIOCO D’AZZARDO AL RADUNO
«Ho sbagliato, sono stato ignorante», dice invece Nicolò Zaniolo, attaccante della Fiorentina. Il calciatore ammette di essere stato “iniziato” al gioco d’azzardo durante il raduno della nazionale. «Tutto è cominciato perché volevo giocare a poker e Black Jack ed essendo nella squadra nazionale con Fagioli, ho chiesto a lui dove potevo giocare. Al raduno, circa un anno fa, mi sono trovato con Fagioli e sapendo che lui giocava ho chiesto come potevo farlo anche io. «Ho scritto ancora a Tommy (il gestore della piattaforma illegale, ndr) recentemente, in particolare gli ho scritto poco prima del sequestro perché ci dovevamo mettere d’accordo per dare dei soldi ad un amico di Tommy. L’amico di Tommy doveva venire a Coverciano, dovevo dare a lui la somma di 7000-8000 euro».
Anche a Coverciano, dunque, tra i big della nazionale l’ombra del gioco d’azzardo e delle scommesse illegali. Con l’intervento dei magistrati meneghini, coordinati dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, in cinque sono finiti ai domiciliari. Si tratta dei gestori della piattaforma illegale e dei titolari di una gioielleria a Milano, usata come schermo per gli introiti illeciti: Tommaso De Giacomo, Patrik Frizzera, Antonio Scinocca, Antonino Parise, Andrea Piccini. Le contestazioni sono quelle a vario titolo di esercizio abusivo di gioco e riciclaggio.
«Tale sistema, volto a ostacolare la provenienza illecita del denaro e a rendere difficile l’identificazione del reale beneficiario, prevedeva finte vendite da parte della gioielleria di orologi e monili di lusso che, in realtà, non venivano materialmente consegnati, ma costituivano unicamente la causale per il bonifico emesso dagli scommettitori a saldo del debito contratto per le scommesse effettuate sulle piattaforme illegali», si legge nelle carte giudiziarie.
Gli inquirenti hanno effettuato un sequestro di un milione e mezzo di euro. Proseguono le indagini.
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