«In vista del Giubileo, ho chiesto alla mia diocesi di dare un segno tangibile di attenzione alle problematiche abitative affinché, accanto all'accoglienza rivolta a tutti i pellegrini che accorreranno, siano attivate forme di tutela nei confronti di coloro che non hanno una casa o che rischiano di perderla. In questa prospettiva, desidero che tutte le realtà diocesane proprietarie di immobili offrano il loro contributo per arginare l'emergenza abitativa con segni di carità e di solidarietà per generare speranza nelle migliaia di persone che nella città di Roma versano in condizione di precarietà abitativa».

In una lettera spedita ai parroci, ai religiosi e al clero, papa Francesco ha rivolto questo appello in vista dell’avvio del Giubileo, previsto per il prossimo 24 dicembre. «Le istituzioni e le amministrazioni ai vari livelli, insieme alle associazioni e ai movimenti popolari - ricorda il Pontefice - si stanno organizzando per rafforzare la risposta di accoglienza e di solidarietà verso questi fratelli e sorelle, operando in collaborazione tra istituzioni e società civile, e la Chiesa è chiamata a contribuire».

Il Giubileo del 2025 sarà dedicato al tema della speranza. Per questo motivo, Bergoglio ha chiesto alla sua diocesi di «essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio», visto che «la speranza nasce dall'amore e dal sentirsi amati».

Secondo Francesco, il «bene comune – alla base del pensiero sociale della chiesa – riassume in sé tutte le condizioni che garantiscono la dignità umana che, come ho più volte chiarito, si concretizza in tre diritti inviolabili: la terra, la casa e il lavoro. Per questo motivo chiedo a tutte le realtà ecclesiali di compiere un coraggioso gesto di amore per il prossimo offrendo gli spazi che hanno a disposizione, soprattutto chi possiede strutture ricettizie o appartamenti liberi».

«Le persone da accogliere saranno seguite dalle istituzioni e dai servizi sociali, mentre le associazioni e i movimenti popolari forniranno i servizi alla persona, le attività di cura e i beni relazionali che contribuiscono in modo fondamentale a rendere l'accoglienza degna e a costruire fraternità. Chi di voi si renderà disponibile a rispondere a questo appello potrà fare riferimento al vicario generale della diocesi di Roma, il cardinale Baldassare Reina», conclude il Papa.

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