Dopo i dazi imposti da Trump, le borse perdono ovunque: Milano chiude a -5,2 per cento. Anche oltreoceano la fiducia è poca, ad appesantire il listino in apertura sono soprattutto i titoli tecnologici. Smentita dalla Casa bianca la notizia di una possibile moratoria
I timori sui dazi imposti dal presidente americano Donald Trump hanno provocato uno sconvolgimento in tutti i principali mercati azionari. Dopo il crollo della scorsa settimana, la peggiore dal marzo 2020, anche lunedì i mercati arrancano: alcune delle piazze asiatiche hanno realizzato le sedute peggiori da decenni, mentre l’Europa, partita malissimo, ha migliorato la traiettoria in mattinata.
Malissimo anche Wall Street, dove in apertura il Dow Jones cede il 3,55 per cento e il Nasdaq è giù del 4,51 per cento. I risultati americani hanno di nuovo peggiorato l’andamento delle borse europee che hanno di nuovo ampliato i loro cali nel primo pomeriggio.
Ad appesantire in maniera particolare i listini sono i titoli tecnologici: nei primi scambi Apple ha lasciato sul terreno il 6,1 per cento, Tesla (di proprietà del consigliere di Trump Elon Musk) il 7 per cento e Nvidia il 6,5 per cento.
Un piccolo momento di sollievo è arrivato a metà pomeriggio, quando i media hanno diffuso la notizia che alla Casa bianca si starebbe valutando una possibile moratoria di 90 giorni sui dazi nei confronti di tutti, eccetto Pechino. Il presidente Trump «sta valutando una moratoria di 90 giorni per i dazi per tutti i paesi, Cina esclusa» ha detto a CNBC il consigliere economico della Casa Bianca Kevin Hassett.
Una notizia poi smentita dalla Casa bianca. Ciononostante, però, i mercati americani sembrano essersi temporaneamente stabilizzati intorno alla parità. O, quantomeno, non perdono più quanto prima.
Piazza Affari in tilt
Piazza Affari, a Milano, è andata in tilt ancora prima di iniziare la giornata con buona parte dei titoli che non sono riusciti ad aprire. Mano a mano che le ore passano la situazione appare ancor più drammatica di venerdì con con il Ftse Mib che in apertura lascia sul terreno oltre il sette per cento (-7,6) per poi riprendersi in mattinata mentre lo spread conferma il rialzo con il differenziale tra Btp e Bund che sale a oltre 120 punti.
Dopo una giornata tutta negativa, alla chiusura Milano non ha dato speranze tangibili agli investitori, chiudendo a -5,18 per cento, con i titoli bancari in caduta libera: Intesa Sanpaolo -5,56 per cento, Mps -4,93 per cento, Unicredit -2,77 per cento, Banco Bpm -3,40%, Bper Banca -3,62 per cento, Mediobanca -5,05 per cento, Popolare di Sondrio a -4,34 per cento. Male gli industriali: Stellantis -5,55 per cento, Iveco -3,14 per cento, Leonardo -3,32 per cento. In calo anche gli energetici a maggiore capitalizzazione: Eni -7,72 per cento, Enel -7,57 per cento.
Male anche le altre piazze europee: a Londra l'indice Ftse 100 perde il 4,48 per cento, a Francoforte il Dax il 4,12 per cento e a Parigi il Cac40 cede il 4,78 per cento
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha commentato sottolineando come si tratti di «una giornata complicata in cui tutti abbiamo notato l’andamento delle borse. Questo ci fa capire che dobbiamo assolutamente sventare l'escalation commerciale e tanto più la guerra commerciale, perchè altrimenti davvero la crescita ne sarebbe davvero compromessa». Parla invece di «colpi micidiali per l’economia italiana» a causa dei dazi la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, che ha sottolineato come «altri governi europei, a partire da quello spagnolo di Sanchez, stanno mettendo in campo misure forti per proteggere e sostenere imprese e lavoratori, Meloni invece fa solo appelli alla calma. Serve urgentemente un bagno di umiltà e di realtà da parte del governo, sono in gioco decine di migliaia di posti lavoro».
Il crollo dei mercati asiatici
I primi mercati a pagarne le conseguenze sono stati, inevitabilmente, quelli asiatici che alla riapertura dei mercati hanno subito perdite ingenti. A soffrire maggiormente l’imposizione dei dazi americani è stata questa mattina la borse di Hong Kong in quello che appare come il giorno peggiore per l'indice Hang Seng in più di 16 anni. A meno di due ore dalla chiusura la borsa di Hong Kong, che aveva aperto in ribasso di oltre il nove per cento, ha perso oltre il 13 per cento (-13,22 per cento) e si avvia verso una delle peggiori chiusure della sua storia. Non va meglio per Tokyo con l’indice Nikkei che fa registrare la terza peggior flessione della sua storia perdendo il 7,83 per cento.
La Borsa di Taiwan chiude la seduta in calo del 9,7 per cento, registrando la peggiore perdita mai segnalata dal listino di Taipei: l'indice Taiex brucia 2.065,87 punti, attestandosi a quota 19.232,35.
Oltre ai dazi imposti dagli Stati uniti, sull’andamento delle borse asiatiche pesa anche la decisione di Pechino di rispondere immediatamente con una serie di contromisure. I “contro-dazi” imposti dalla Cina come reazione a quelli di Trump hanno alimentato i timori di una escalation in questa guerra commerciale.
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